Elezioni in vista? Sicuro. Quindi anche Marcello Nicchi e l’Aia si preparano a scendere in campo? Certo. Basta leggere le dichiarazioni che spuntano qua e là per capire anche che i numeri si dilatano o si contraggono a seconda delle necessità. Seicento cinquanta (sicuro?) arbitri picchiati, stando alle parole del presidente, e poi via alla canzoncina: «Non manderemo più gli altri laddove le società si comportino in maniera violenta». Quando ho sentito per la prima volta quella frase francamente ho pensato che sì, forse l’Aia aveva trovato il presidente giusto. Sono passati diversi anni da allora ma quella promessa non è mai stata mantenuta e ora che siamo in campagna elettorale torna di moda. In realtà, quello che si è fatto, è stato cercare di “mungere” (tanto per cambiare) le società dilettantistiche con multe sempre più salate. Insomma, si cerca di fare cassa, con buona pace delle giacchette nere che sono in prima fila, quelle sì a rischiare di prenderle. Com’è successo la scorsa settimana ma anche questa settimana e nelle pagine interne ne diamo un ampio resoconto. In compenso, purtroppo, i capoccioni non hanno fatto nulla per fermare quella che sta diventando una pericolosa deriva e cioè gli arbitri che calcano sempre più la mano salvo poi essere “sputtanati” da chi era presente, e non è coinvolto e tantomeno ha interesse, piuttosto che dalle immagini televisive. E che la colpa di tutto questo sia da attribuire ai vertici è facile da constatare, basta andare sul sito arbitri.com e leggere i commenti di alcuni fischietti che denunciano proprio questo: alle riunioni di viene chiesto di usare il pugno duro. Risultato? Anche ad un giovane e promettente arbitro come Luca Pairetto, che noi conosciamo personalmente e sappiamo essere persona per bene e integerrima, la mano si fa pesante e le immagini lo smentiscono.
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