09 Aprile 2021
Flavio Nicoletti, allenatore dei bambini Esordienti 2009, allena nella realtà oratoriana dell'Osal Novate già da dodici anni. Anche lui, come quasi tutti i tecnici, ha un passato da calciatore alle spalle ed una vita passata sul campo da calcio, e racconta: «Per riassumere tutta la mia vita calcistica ci vorrebbero tante risme di carta. Diciamo che la cosa che ripeto sempre è che mia madre ha partorito prima il pallone poi me».
Un'avventura iniziata quando era solo un bambino: «I primi passi li ho mossi verso i cinque anni, che per quell'epoca era precoce. Io provengo da un paese in provincia di Salerno e come tutti i miei compagni, ho incominciato a tirare i primi calci nei parchetti o per strada. Organizzavamo dei gruppi tra amici per alcune partite praticamente ogni giorno. Io ho sempre avuto una grandissima passione per questo sport e giocavo tutti i giorni». Come spesso accade a chi deve trasferirsi, anche Nicoletti è dovuto andare a Milano, sia per motivi di studio che di lavoro, interrompendo così l’attività sportiva. Ma il periodo lontano dal campo da calcio è durato poco; infatti, grazie al figlio, iscritto a basket presso l’oratorio di Novate, il tecnico si è riavvicinato allo sport e ha notato che in quella struttura c’era anche la possibilità di praticare il calcio. Allora ha domandato a qualche dirigente se avevano bisogno di un allenatore e da allora - ben dodici anni fa - non ha più smesso, rimanendo nella stessa società, condividendone fortemente i valori e gli insegnamenti trasmessi ai giovani atleti.
Infatti, riguardo alla filosofia impartita dai neroverdi Nicoletti ricorda che «siamo sempre un oratorio, quindi ci basiamo su valori cristiani; inoltre, uno dei motivi per il quale non mi sono mai allontanato dall’Osal Novate (acronimo di Oratorio San Luigi di Novate) è il fatto che il calcio è importante qui e viene trasmesso con tanta passione». Lo sport è infatti uno dei più importanti obiettivi che ogni bambino deve perseguire; solo grazie all’attività fisica i ragazzini possono crescere nel migliore dei modi, ed assimilare i giusti insegnamenti. «Sono i nostri futuri cittadini e bisogna puntare molto su di loro e sulla loro educazione. Essendo comunque un ambiente oratoriale, cerchiamo di trasmettere sì valori cristiani e morali, senza però dimenticarci che siamo anche una società di calcio ed i ragazzi vengono qui per iscriversi a questo sport e che, quindi, anche la parte puramente tecnica del gioco è sempre messa in primo piano nel nostro elenco di obiettivi», prosegue l'istruttore, che si sofferma poi a fare una riflessione su come viene vista dall'esterno l'attività calcistica svolta negli oratori.
Nicoletti, infatti, si sofferma a parlare di quanto queste società siano viste come se fossero di serie B, come se lo staff che ci lavora sia meno preparato o addirittura improvvisato: «Pensano che noi allenatori siamo genitori presi a caso e messi lì per insegnare ai bambini giusto a tirare due calci al pallone e fare qualche esercizio fisico. Ma questo è un messaggio totalmente sbagliato». Lo stesso tecnico racconta di come abbia seguito i corsi per poter così arrivare a superare gli esami e prendere il patentino UEFA C. E tutta la parte dirigenziale è comunque composta da persone professioniste: «In più, non scordiamoci che noi siamo affiliati all’Atalanta e che i loro tecnici vengono spesso presso la nostra struttura per far lezione sia ai giocatori che a noi adulti, e per tenerci sempre aggiornati. Abbiamo anche portato qualche volta i nostri bambini a Bergamo per giocare alcune amichevoli e confrontarsi con i ragazzi del club nerazzurro».
[caption id="attachment_270889" align="aligncenter" width="195"]Il messaggio che il tecnico vuole trasmettere è che il connubio perfetto è un insegnamento tecnico che va di pari passo a quello morale; questo serve per far funzionare alla grande una società di calcio che lavora seriamente. Non solo gli allenatori, però, si rapportano con i bambini, ma anche altre figure. A questa domanda, il tecnico ha esposto il loro programma nato da un anno di portare in società una psicologa che sia a disposizione di tutti gli atleti gratuitamente. «Ma anche i dirigenti sono sempre a contatto con i ragazzi e le loro famiglie. L’oratorio è un po’ un punto di riferimento. È un ambiente sano e la somma di questi elementi porta ad un’aggregazione di persone che portano avanti i valori della nostra società e lavorano per gli stessi obiettivi, tra cui la crescita del bambino», prosegue. Il calcio è un sport di gruppo e questo lo rende diverso rispetto agli sport individuali; su questo argomento l’allenatore riflette ammettendo che: «Questo è un vantaggio per i ragazzi, i quali hanno più occasioni di relazionarsi con il prossimo. Fanno gruppo tra loro e spesso diventano amici e si incontrano anche fuori dall’ambito sportivo».
In questo periodo “alienante”, uno sport di aggregazione facilita il bambino a relazionarsi e confrontarsi: «Io stesso ammetto di annoiarmi quando pratico sport da solo. Nel calcio emerge l’aspetto dell’emotività e quello pedagogico, elementi che aiutano i bimbi a diventare gli adulti del futuro». Riguardo gli eventi e tornei organizzati dall'Osal Novate, l’allenatore racconta di come il loro Direttore Sportivo Michael Cavallaro, sia molto attivo sotto questo aspetto: «È lui che si occupa della parte organizzativa per i tornei e per i campus estivi che organizziamo ogni anno. Come società, siamo abituati a portarci avanti ed a pensare in anticipo agli eventi che verranno fatti o a cui parteciperemo; è sempre stato così, ci piace creare un calendario di eventi già un bel po’ prima». Si spera che quest’anno si possa organizzare qualcosa in cui possano partecipare tutti gli iscritti e soprattutto i bambini della Scuola Calcio, gli stessi che hanno risentito maggiormente di questo momento così difficile.
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