Serie A

Il portiere della Juventus non ha ancora debuttato tra i Prof ma viene convocato in Champions, è una serata da sogno

Con l'infortunio del terzo estremo difensore ecco la chiamata per il classe 2005 che ha già collezionato panchine in Serie A

REAL MADRID-JUVENTUS CHAMPIONS LEAGUE - MATTEO FUSCALDO

REAL MADRID-JUVENTUS CHAMPIONS LEAGUE - Matteo Fuscaldo, portiere classe 2005, fa parte della squadra Next Gen di Serie C allenata da Massimo Brambilla

Non ha ancora fatto l’esordio tra i Professionisti (per il debutto in Serie C sembra però solo questione di tempo), ma per Matteo Fuscaldo è arrivata una gioia ancora più grande: la convocazione in prima squadra per la trasferta di Champions League contro il Real Madrid. Con Pinsoglio ai box, il classe 2005 della Juventus Next Gen avrà l’opportunità di allungare la panchina alle spalle di Perin e di gustarsi la magica atmosfera di uno degli stadi più caldi e affascinanti del calcio mondiale. Per un ragazzo che fino a ieri calcava soprattutto i campi del settore giovanile, varcare il tunnel del Santiago Bernabéu significa affacciarsi sul palcoscenico più ambito.

LA CONVOCAZIONE
Scorrendo la lista dei convocati di Igor Tudor per la trasferta del Bernabéu— partita in programma oggi, mercoledì 22 ottobre, alle 21— la novità è proprio Fuscaldo: portiere, classe 2005, chiamato come terzo a sostituire l’infortunato Pinsoglio. Una notte da sogno per il ragazzo di Busto Arsizio, cresciuto calcisticamente nel Novara e alla sua prima chiamata assoluta in Europa dopo qualche convocazione in campionato a inizio stagione. Non si tratta «solo» di una panchina: è un’immersione accelerata nella quotidianità della massima competizione continentale, con le sue liturgie — la rifinitura, la conferenza, la riunione tecnica — e con la consapevolezza di essere parte di un gruppo che ambisce ad arrivare fino in fondo.

IN ATTESA DEL DEBUTTO
Ad oggi Fuscaldo non ha ancora debuttato tra i professionisti. Con la Juventus ha totalizzato alcune panchine con la Next Gen: dopo essere entrato nel settore giovanile bianconero, è stato girato in prestito tra Monza, Empoli e Sion, giocando però sempre con la Primavera in Italia o con la seconda squadra del club svizzero. Il percorso è quello tipico dei portieri moderni: crescere all’ombra dei grandi, allenarsi ad alta intensità, accumulare minuti e responsabilità con gradualità. La Juventus, da anni, cura con attenzione la filiera dei numeri uno: staff dedicati, preparatori specializzati, programmi personalizzati. Per un estremo difensore di vent’anni, la curva di apprendimento è spesso più lunga rispetto ai compagni di movimento; per questo una convocazione in Europa, anche senza esordio, pesa come un tassello formativo enorme.

L'OCCASIONE
Come detto, Fuscaldo prende nella lista il posto di Pinsoglio, che resterà fuori circa 2 mesi per una lesione di medio-alto grado del gemello mediale della gamba sinistra. Un guaio fisico che obbliga Tudor a ridisegnare la gerarchia delle riserve dietro a Perin, portiere affidabile e di personalità, chiamato a guidare la retroguardia in una notte che non è mai come le altre. Il ruolo del «terzo» è spesso invisibile agli occhi del grande pubblico, ma dentro uno spogliatoio ha un valore pratico e simbolico: sostegno durante le esercitazioni, gestione dei ritmi negli allenamenti pre-partita, prontezza mentale nel caso di necessità. E soprattutto, assorbire routine, tempi e pressioni della prima squadra.

I PRIMI APPROCCI IN PRIMA SQUADRA
Dopo un paio di panchine estive con la prima squadra — nelle amichevoli contro Atalanta e Borussia Dortmund — e una con la Next Gen proprio contro il Novara, Fuscaldo era già entrato nei pensieri di Tudor a inizio stagione: convocazione per le prime due giornate di Serie A contro Parma e Genoa, quando l’infortunio di Perin aveva alzato il suo grado di coinvolgimento. In quelle occasioni Pinsoglio era stato promosso vice, con Fuscaldo aggregato come terzo. Ora lo scenario si ribalta: out Pinsoglio, dentro il 2005, nuovamente al fianco dei grandi. È la logica dei portieri: gerarchie elastiche, disponibilità totale, attenzione ai micro-dettagli che cambiano le scelte dello staff.

UNA SERATA DA BRIVIDI
La partita, poi, non è una qualsiasi. Il Bernabéu è un luogo che racconta storie da solo: marmo e memoria, decibel e pressione. Entrare in quel catino da «deb» della panchina— con la “musichetta” della Champions che vibra nello stomaco — non lascia indifferenti. Per un giovane portiere è un bagno sensoriale: le luci, la misura del campo, la velocità con cui tutto accade. E allora sì: «da brividi» non è solo un modo di dire. È la definizione esatta di ciò che aspetta un ventenne che si siederà a un passo dal campo più iconico d’Europa. Qualunque sarà il minutaggio, il tabellino non misurerà il valore della serata. Lo faranno gli occhi, la memoria muscolare, la calma che — da domani — sarà un po’ più sua. Per Matteo Fuscaldo, la notte del Bernabéu è il primo grande «sì» del calcio dei grandi. E non si scorda più.

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