Il nome di
Gianluca Antonacci non è nuovo per i tifosi e gli addetti ai lavori dello
Zibido San Giacomo. Quel che c’è di nuovo è il ruolo che occuperà in società e, in virtù di esso, un rinnovato e promettente percorso in vista per i giallorossi di Via Risorgimento: dopo il cordiale saluto e ringraziamento a
Paolo Toselli [ex DS e Responsabile Scuola Calcio,
ndr] per il lavoro svolto, la società del Presidente Mele comunica – tramite un
post via Facebook – che a ricoprire la carica di
Direttore Sportivo sarà proprio Antonacci. Uomo d’azione e allenatore consolidato con qualifica UEFA-B, se non fossero sufficienti le doti dimostrare sul campo, vista la lunga esperienza [a partire dalla stagione 2011-12,
ndr] con varie annate di
Pulcini e
Primi Calci, oltreché ruoli di responsabilità già occupati, ad esempio, nella
Pre-Agonistica e nel lavoro dirigenziale con la
Prima Squadra in Seconda Categoria e la
Juniores, Antonacci si trova adesso a gestire una struttura ampia in un ambiente vivace ed in forte crescita: «Ci siamo consolidati, negli anni, come società sportiva dilettantistica, e lo dimostrano i numeri e le iscrizioni», spiega «ora sarà essenziale lavorare sull’aspetto
tecnico e di miglioramento qualitativo: abbiamo intenzione di investire sulla
formazione di istruttori e allenatori, sulla crescita dei ragazzi e delle squadre, a partire dall’intero comparto di Scuola Calcio». Con un «forte progetto societario» e lavorando, in gruppo, agli stessi obiettivi è possibile immaginare e programmare con lungimiranza un percorso d’alto livello: «Ci stiamo dando standard notevoli ed obiettivi per categoria», e racconta dell’implementazione di
webinar ed aggiornamenti dedicati ad allenatori, collaboratori e staff operativo, così come l’inserimento recentissimo di istruttori ISEF che contribuiscano ad un «aumento di
competenze» differenziate. In questo, vista anche la triennale
affiliazione al
Novara Calcio [dal 2018,
ndr], un altro tassello importante che si aggiunge è il nuovo progetto
NC Youth Soccer: un format dedicato alle società satellite degli azzurri con l’obiettivo, come si legge dal
sito ufficiale, di «diffusione e pratica della cultura sportiva e del
fair play come presupposti fondamentali che ogni persona legata al mondo dello sport deve ricercare». «Questo periodo di stop, che comunque abbiamo saputo sfruttare – e stiamo continuando a farlo – per lavorare in direzione di un
rafforzamento complessivo, condiviso da tutte le componenti della nostra società, vorrei che poi portasse delle
concretezze che si vedranno sul campo», commenta Antonacci. Crescita e lavoro, ma senza dimenticarsi le basi a veder bene fondative che devono guidare – sottolinea, del tutto in linea con gli
intenti societari – anche un progetto di rinnovamento: «Possiamo anche raggiungere tutti gli obiettivi che ci stiamo dando, ma, se a fine giornata i ragazzi non sono felici, evidentemente non abbiamo raggiunto proprio niente», continua «perché non dobbiamo mai dimenticarci che siamo qui per loro, per il loro sviluppo positivo, che passa necessariamente dal
divertimento, dalla felicità – che in questo periodo di distacco dalla realtà devono riscoprire – dello stare insieme, del confrontarsi. C’è anche l’aspetto competitivo, che è sano, ma prima ancora la
passione e poi il
rispetto, cioè tutti quegli aspetti formativi che, per noi qui a Zibido, sono una questione di principio: questo è calcio, prima di tutto». [caption id="attachment_274102" align="aligncenter" width="1400"]

Antonacci sul campo a confronto con alcuni ragazzi in tenuta giallorossa[/caption] Sulla fantomatica
ripartenza, depositaria di speranze e visioni più o meno pragmatiche dirette al futuro, Antonacci, quasi incontenibile all’idea di presenziare le attività di gioco, sembra aver già studiato tutto col dovuto anticipo e la necessaria preparazione: «La mia idea è di ripartire, quando sarà consentito, con una programmazione tutta dedicata al
contatto: partitelle, situazioni di gioco, uno contro uno. Questo perché bene la questione tecnica, ma per prima cosa i ragazzi hanno bisogno di
socializzare, stare assieme, in gruppi ampi, condividendo spazi ed esperienze; da lì, possiamo poi sviluppare un piano anche didattico con schemi motori – scheletrici, cognitivi, e altro ancora – per aiutarli dal punto di vista più strettamente fisico che andrà re-impostato», e sottolinea qui l’importanza di questa fase di «coinvolgerli lasciandoli
liberi di esprimersi», in una sorta di compromesso fra disciplina e comprensione educativa rispetto alla loro delicata situazione legata alla pandemia. «Vogliamo ripartire con un approccio
soft – con partite casalinghe fra diverse categorie e poi amichevoli con società vicine, piccoli tornei – che risponda alle possibilità del momento e che aiuti i ragazzi a valorizzarne il rientro effettivo in campo, recuperando entusiasmo e voglia d’impegnarsi, nella speranza che a settembre si possa ritornare alla normalità», conclude.