Questa sera alle 9 l’Italia comincia il cammino all’Europeo. In poco più di una settimana affronterà Belgio, subito, la Svezia il 17 giugno e la Repubblica d’Irlanda il 22. Passare il turno non è l’obiettivo minimo, come ha detto qualche azzurro troppo prudente, ma un obbligo tecnico e morale, visto che si qualificano agli ottavi di finale le prime due di ogni gruppo e le quattro migliori terze. In pratica bastano una vittoria e un pareggio. Personalmente sono abbastanza ottimista sia pensando all’avvio, sia guardando al prosieguo. L’Italia non è tra le quattro favorite, di sicuro non può essere considerata una sorpresa, ma ha esperienza, una buona difesa, un c.t. che lavora sul collettivo, calciatori preparati e consapevoli, meno pressione addosso rispetto al passato. E’ vero che l’Italia è sempre l’Italia, ma è altrettanto vero che le assenze forzate di Marchisio, Verratti e Montolivo hanno sottratto a Conte qualità, dinamismo e geometria. Tuttavia puntare su De Rossi non è esattamente un ripiego e sugli esterni abbiamo elementi in grado di saltare l’uomo e creare superiorità in zone calde del campo. Non abbiamo un bomber conclamato, ma tante soluzioni tra cui non va trascurato il tiro da lunga e media distanza. Davanti, contro il Belgio, dovrebbero giocare Pellé e Eder anche se io punterei fin dall’inizio su Zaza, l’unico in grado di portare una pressione a tutto campo sull’avversario che imposta la manovra. Faccio questo discorso convinto come sono che l’Italia per vincere abbia bisogno di spigolare su tutto: dalle palle sporche al pressing, dalle marcature preventive all’attenzione per ogni pallone giocato. Non possiamo sprecare nulla, anzi gli azzurri devono dare tutto come se vincere un contrasto fosse una questione vitale. Siamo una Nazionale rispettata per il suo passato, ma non abbiamo un presente che ci possa concedere vantaggi. Quando Conte ha scelto i ventitré azzurri ha pensato a quel che avevano dato, ma soprattutto a quanto potevano dargli ancora, senza remore e riserve. Un allenatore vuole questo sempre e Conte lo vuole più di qualsiasi altro. Non sente la partita, respira la battaglia. Se tutti faranno come lui possiamo andare lontano e, soprattutto, nessuno avrà rimpianti.
Europei, tocca a noi: obiettivo minimo ottavi
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