Under 15 A-B
25 Giugno 2022
Dinastia Sala: a sinistra Emanuele, a destra Alessandro
Ci sono famiglie di medici, famiglie di avvocati, famiglie di ristoratori e chi più ne ha più ne metta. Insomma, ci sono famiglie di ogni tipo. Poi però ci sono le famiglie di calciatori, il cui legame con il mondo del pallone è inossidabile e difficilmente cancellabile. D’altronde, quando metti al mondo due giovani innamorati del calcio - e pure bravini a giocarci - non si torna più indietro. Male che vada, alla fine, puoi raccontare che i tuoi figli giocano nel Milan e che, a cinque anni di distanza l’uno dall’altro, sono saliti sul trono d’Italia vincendo uno Scudetto.
Nella periferia nord di Milano, precisamente a Sesto San Giovanni, non si parla d’altro da giorni. Precisamente da venerdì 24 giugno, quando Emanuele Sala - fratello di Alessandro, ora alla Pro Sesto ma pur sempre di proprietà del Milan - ha preso tra le mani il trofeo alzandolo al cielo e facendo partire un urlo della Milano rossonera: “Siamo Campioni d’Italia”. Un traguardo raggiunto da leader incontrastato del centrocampo rossonero, coronando al meglio una stagione strepitosa sia dal punto di vista personale che come squadra. A rendere l’impresa del giovane mediano ancor più indimenticabile, inoltre, c’è la fascia da capitano. Cucitagli addosso a inizio stagione, non se l’è più tolta onorandola e portandola nel punto più alto della nostra Penisola. Il tutto sotto gli occhi attenti di Alessandro, assente fisicamente ma presente con il cuore. Cos’abbia pensato il classe 2001 nel vedere il proprio fratellino alzare al cielo la coppa non è dato saperlo, certo è che un pensierino sarà andato al 23 giugno del 2017.
Categoria Under 16. Al Dino Manuzzi di Cesena, oggi conosciuto anche come Orogel Stadium, Milan e Roma si giocano lo Scudetto. Il pezzo pregiato del centrocampo rossonero è un giovane di buone prospettive: capello riccio, faccia da bravo ragazzo e una voglia matta di riscrivere la storia. Così è stato, visto che Alessandro Sala porta a Sesto San Giovanni il primo Scudetto. Emanuele ha appena 10 anni, ma chissà se proprio quel giorno gli sia entrato nella testa il pensiero di eguagliare quanto fatto dal fratello. 1827 giorni dopo la missione è compiuta: a Sesto c’è ancora un campione d’Italia e un’altra pagina della storia calcistica della famiglia Sala è stata scritta. Forse quella più bella, anche se è probabilmente siamo solamente all’inizio di una favola.
Tanto diversi (fisicamente) quanto simili (calcisticamente), i fratelli Sala hanno in egual modo fatto le fortune del Milan. Il maggiore, Alessandro, la trafila nel settore giovanile rossonero l'ha conclusa con il passaggio in prestito al Cesena. Poi Pro Sesto, Renate e ancora Pro Sesto. Il tutto rimanendo sempre sotto contratto con il Diavolo, intelligente nel pensarci due volte prima di darlo via definitivamente. Il minore, Emanuele, è invece nel pieno del suo percorso in via dei Missaglia. Divenuto ormai quasi un veterano del centro sportivo Vismara, sta ripercorrendo le orme del fratello guadagnandosi la nomea di fuoriclasse. Dentro dal campo così come fuori, tant'è che Bertuzzo non ci ha pensato due volte ad affidargli la fascia da capitano.
Se il percorso in maglia Milan può stupire per similitudini, le caratteristiche dentro il campo rendono ancor più giustizia a chi li paragona anche calcisticamente. Premettendo che rappresentano due prototipi diversi di centrocampisti, entrambi - appunto - hanno fatto della linea mediana la propria seconda casa sul rettangolo verde. Alessandro è nato mezzala di sinistra, sebbene una delle sue caratteristiche principali nella sua vita rossonera sia stata la duttilità. Nel 2017, anno dello Scudetto, formava assieme a Frigerio (mezzala di destra) e Brambilla (regista) il trio di centrocampo alle spalle di Daniel Maldini, trequartista puro. In poche parole, si è fatto conoscere per tecnica, qualità delle giocate e capacità fisiche. Viceversa, Emanuele predilige la cabina di regia e si trova a suo agio al centro di un reparto a tre. Nel 4-3-1-2 di Bertuzzo ha infatti ricoperto il ruolo del più classico dei playmaker: visione di gioco, qualità balistiche e una certa propensione nello spaccare il gioco.
Se il futuro di Alessandro è dalla sua parte ed ancora tutto da scrivere, figurarsi quello di Emanuele. Il classe 2001 sta facendo la cosiddetta "gavetta" in Serie C, ma il Milan - come detto - non ha alcuna intenzione di privarsene. Il classe 2007, invece, è solo all'inizio di un viaggio che, se tutto dovesse andare per il meglio, lo porterebbe a ripercorrere esattamente le orme del fratello. E magari, perché no, fare anche meglio.
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