Lorenzo Agnelli e l'
Accademia Torino, un binomio formatosi a inizio stagione, con la volontà di scrivere, insieme, un capitolo tutto nuovo per i 2006 granata. Agnelli, in panchina dal 2015, dopo un lungo periodo al
Barracuda, con cui aveva esordito da tecnico al timone degli Esordienti, cercava stimoli nuovi. Ad aspettarlo c'era
Ivo Carrer, una vecchia conoscenza: «Insieme abbiamo fatto il patentino Uefa C - esordisce Lorenzo Agnelli - Lui, da Direttore Sportivo, cercava allenatori per l'Accademia, io volevo fare nuove esperienze, quindi ho deciso di accettare. Mi hanno convinto le ambizioni e il progetto della società». L'allenatore granata nel curriculum vantava anche un'esperienza in Prima Squadra con il
Brunetta, con cui aveva ottenuto la promozione in Seconda Categoria ai playoff nella stagione 2016-2017. [caption id="attachment_265652" align="alignright" width="900"]

Gabriele Rosa, capitano dei 2006 all'Accademia Torino[/caption] La scintilla con i 2006 è scoccata subito. Un gruppo disponibile, con la stessa voglia di mettersi in gioco del suo nuovo tecnico. «Sono tutti bravi ragazzi, volenterosi. Anche in un periodo come questo hanno tanta voglia di fare. Non vedono l'ora di riprendere la normalità, hanno tantissima energia». Gli obiettivi della pre-season erano chiari nella testa di Agnelli: migliorare quel settimo posto che i 2006 avevano ottenuto l'anno precedente, nel campionato Under 14, e puntare molto più in alto. «La mia idea, a livello di classifica, era arrivare a podio - afferma il tecnico granata con decisione - Il
Pozzomaina era sicuramente proibitivo per la vetta, ma volevamo giocarcela con tutte le altre». Obiettivi chiari e delineati quindi, anche a livello di gioco. Dalla difesa a 3 della passata stagione, Agnelli passa a una linea a quattro, per schierare i suoi con il 4-5-1: «Questo modulo in campo mi permette di far leva su un centrocampo robusto e di impostare la partita in modo offensivo, come piace a me. Punto molto sugli inserimenti delle mezzale, che danno imprevedibilità». Il modello a cui ispirarsi? Quello di
Pino De Palma, un allenatore che Lorenzo ha avuto modo di conoscere bene al Barracuda, e che ammira tuttora per il suo saper insegnare a giocare palla a terra fin dalla Scuola Calcio. [caption id="attachment_265653" align="alignleft" width="900"]

Gregorio Moretti, vicecapitano dell'Accademia Torino[/caption]
LA ROSA DEI 2006
Nello staff dei 2006 all'Accademia Torino,
Lorenzo Agnelli ha trovato
Claudio Morrongiello e
Giovanni Corvaglia, i dirigenti che lo affiancano in ogni partita e allenamento. La rosa a sua disposizione è ampia, contando ben 24 ragazzi, e permette di provare diverse alternative. [caption id="attachment_265651" align="alignleft" width="900"]

Gabriele Madonia
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DIFESA A proteggere i pali ci sono
Riccardo Gastaldi e
Alessandro Silivestro. Riccardo ha il fisico perfetto da portiere e quell'istinto naturale che lo spinge a buttarsi con convinzione anche nelle situazioni più insidiose. Anche Alessandro vanta un istinto importante, in più è molto abile a giocare la palla con i piedi, un aspetto fondamentale per un numero uno moderno. La difesa, rigorosamente a quattro, si apre con il terzino destro
Gabriele Madonia, un giocatore irruente e agonistico: pressing, continuità e affidabilità lo rendono un vero mastino, uno che non molla mai l'avversario fino a quando non recupera il pallone. Lo affianca sulla fascia
Christian Morrongiello, che predilige indubbiamente la spinta offensiva, una dote che riflette il suo essere estremamente volenteroso, in campo e fuori. Punta invece sull'agonismo
Francesco Talarico, che fa del suo mordente un punto di forza importante. In mezzo alla retroguardia spazio ad
Alessandro Muscia, un vero muro per stazza fisica e senso della posizione, capace di intimorire gli avversari che provano ad andargli incontro. Il suo valore si vede al meglio in coppia con
Tommaso Badenchini, più minuto, ma con ottimi tempi di gioco e una tecnica importante che applica al meglio con il suo piede naturale, il destro. Tra i centrali si staglia anche
Matteo Negro, che spesso si affida alle sue doti tecniche per disorientare gli attaccanti e impedire loro di andare a segno. Sulla fascia sinistra ecco
Luca Siliato, un giocatore versatile, destro di piede, che si presta a giocare anche sulla corsia opposta. Luca è un motorino, corre a più non posso, dà copertura e si spende molto per i compagni. Un jolly importante per la retroguardia è sicuramente
Mattia Barba, che può essere impiegato sia da centrale che da terzino, a seconda delle necessità. Per la sua rapidità è fondamentale sulla fascia, ma la stessa qualità può aiutare anche i centrali per velocizzare la manovra dal basso. Chiude il reparto
Simone Lotito, un difensore centrale dai buoni tempi di gioco, ma soprattutto un uomo spogliatoio, che fa morale e tiene unito il gruppo. [caption id="attachment_265655" align="aligncenter" width="900"]

Alessandro Muscia[/caption]
CENTROCAMPO Primo tra i centrocampisti il capitano granata,
Gabriele Rosa. Gabriele è un esterno destro molto tecnico, ma soprattutto un giocatore instancabile, che si è guadagnato la fascia per la serietà che mette in campo, sia in partita che negli allenamenti. Sulla stessa corsia c'è poi
Pietro Thoux, all'occorrenza impiegabile anche a sinistra, che riesce a garantire una buona dose di spinta per sfondare con l'offensiva. Il ruolo di play è condiviso da più ragazzi della rosa. Iniziamo con
Marco Colla, un giocatore che la tecnica l'ha imparata a calcetto, e che ora riesce a far girare la squadra con grande naturalezza. Lo affianca
Christian Di Sanzo, abile specialmente a dettare i tempi di gioco senza farsi mai intimorire. Ma non finisce qui, perché c'è anche
Simone Polimeni, un giocatore di grande prospettiva, che riesce a imporsi fisicamente senza difficoltà. L'estro è di casa per le mezzale. Il fantasista per eccellenza è
Amirolt Dehari, un tuttofare dalle qualità innate. Tipicamente mezzala, ma adattabile anche a esterno o addirittura ad attaccante, Amirolt ha una tecnica sopraffina, è bravissimo con i piedi e ha sempre un asso nella manica che permette ai suoi di svoltare la partita. Con lui si staglia
Gregorio Moretti, il cervello della squadra per la sua capacità di prenderne in mano le redini, impostando il gioco con efficacia e costanza, costi quel che costi. Sulla fascia sinistra infine, ecco
Francesco Tribuzio, destro naturale, ma affezionato all'out di sinistra per poter rientrare e arrivare al tiro. Francesco è un elemento importante perché macina tantissimo gioco, è volenteroso e butta gettiamo il cuore oltre l'ostacolo. [caption id="attachment_265658" align="aligncenter" width="900"]

Amirolt Dehari[/caption]
ATTACCO Chiudiamo con il reparto offensivo. Anche qui la scelta è ricca e le alternative non mancano di certo. Tra le seconde punte molto propositivo
Andrea Lebole, insidioso per il suo controllo palla e affidabile perché porta sempre a termine le mansioni date dal tecnico Agnelli. Con lui ci sono
Christian Salcone e
Riccardo Zaglio. Christian può vantare una buona tecnica, che con la giusta grinta può diventare davvero insidiosa per gli avversari; Riccardo, come lui, sa essere incisivo quando pigia il piede sull'acceleratore. Due le punte di diamante.
Lorenzo Santoro, ex Barracuda, è il centravanti per eccellenza, un vero carro armato: devastante palla al piede, quando parte diventa imprendibile, ed è anche velocissimo, nella corsa e nell'esecuzione nel tiro. Lo affianca in mezzo all'area di rigore
Riccardo Corvaglia, che con la sua prestanza fisica può rappresentare un vero problema per le difese avversarie [caption id="attachment_265654" align="aligncenter" width="900"]

Lorenzo Santoro[/caption] [caption id="attachment_265657" align="aligncenter" width="900"]

Luca Siliato[/caption] [caption id="attachment_265656" align="aligncenter" width="900"]

Christian Di Sanzo[/caption]