In un calcio sempre più veloce e basato sulla velocità diventa sempre più difficile per quegli attaccanti
"vecchia scuola" riuscire a fare la differenza. Giocatori del genere venivano definiti
"punte di peso", perché facevano della loro
energia e dello
strapotere fisico il loro principale pregio, in modo da riuscire a fare a
sportellate con i difensori avversari, per
aprire gli spazi ai compagni di squadra o, se dotati anche di un buon dribbling, anche
superare il diretto marcatore e andare a cercare la marcatura. Insomma, come detto, per giocatori del genere è
sempre più difficile fare la differenza, ma quando ci riescono, la loro presenza in campo si sente, eccome. Chi riesce a farsi notare sul rettangolo di gioco per questa sua dominanza fisica è certamente Matteo
Di Terlizzi, attaccante in forza al
Bonola Under 17 e in società da ormai tre anni, come ha ricordato anche il suo allenatore Michele
Ferrara, che ha poi aggiunto:
«Ormai conosco molto bene Matteo. Lo alleno da molto tempo e l'ho spostato io in posizione di attaccante. Quando l'ho incontrato era un centrocampista centrale, ma ho subito pensato che potesse avere le qualità adatte per fare la punta». Qualità che, a detta dello stesso diretto interessato Di Terlizzi, sono quelle della più classica delle punte centrali:
«Credo che le mie caratteristiche migliori siano il tiro, che penso sia molto forte, e anche la forza fisica, che mi permette di riuscire a reggere l'urto nei contrasti con i difensori avversari». Il suo allenatore ha poi aggiunto:
«Non solo tiro e difesa della palla, è molto bravo anche nel controllo della sfera, riuscendo ad addomesticarla sempre con molta facilità ed eleganza. Su quest'ultima caratteristica può migliorare ulteriormente e stesso dicasi per il mantenimento della condizione fisica. In ogni caso, sono tutti punti su cui si può assolutamente lavorare e lui è sempre molto concentrato». Di Terlizzi ha invece spiegato che vorrebbe
migliore su
velocità e
resistenza, al fine di riuscire ad essere un giocatore ancor più completo. Il tecnico Ferrara ha poi speso qualche parola anche sul
lato umano del ragazzo, conoscendolo appunto da tanto tempo:
«È davvero un bravissimo ragazzo. Anche nello spogliatoio, fa parte del gruppo da parecchio ed è integrato benissimo. Riesce a farsi sentire a modo suo: è uno di quelli che vengono definite le seconde linee. Non parla tantissimo, preferisce più che altro dimostrare il suo carattere sul campo». Sul suo rapporto con i compagni, lo stesso Matteo ha confermato:
«Vado d'accordo con tutti. Siamo assolutamente un bel gruppo e siamo tutti molto affiatati. Quelli con cui condivido gli allenamenti e le partite non sono solo compagni da squadra, ma veri e propri amici. Il nostro rapporto va oltre il calcio e prosegue anche nella vita di tutti i giorni». Infine, all'allenatore è stato chiesto un nome appartenente al calcio professionistico, odierno o passato, che potesse in qualche modo rendere l'idea delle caratteristiche del bomber gialloverde. Ferrara ha detto:
«Non è una domanda facile, ma se penso al fatto che l'essere dominante dal punto di vista fisico è il suo tratto principale affiancato alla forza del tiro, che ha sempre avuto, anche quando era più piccolo, allora direi Adriano». Un nome certamente altisonante, come altisonante lo è quello dell'
idolo e
punto di riferimento di Matteo:
«Io sono un attaccante e mi piacciono un po' tutti quelli forti, ma se devo sceglierne uno dico senz'altro Cristiano Ronaldo».
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