"Una squadra in rinascita", così l'allenatore
Simone Mattioni definisce il proprio gruppo di ragazzi del
Marnate Under 17 del campionato provinciale di Varese. Il loro è un girone con poche squadre, dove
ogni partita è importante, ma nonostante la sconfitta alla prima di campionato
Mattioni esalta il suo team e si augura che il campionato possa ricominciare in sicurezza. Il tecnico ha raccontato del suo passato da calciatore e della passione che lo ha portato a diventare un allenatore: «
Ho giocato a calcio da ragazzo, sono arrivato fino alla terza categoria, non ho fatto chissà che, ma il calcio mi ha sempre appassionato molto. Finito di giocare ho subito pensato che avrei voluto restare nel mondo del calcio, come allenatore.
La prima squadra che ho allenato è stata la Carcor di Rescaldina in oratorio, un'esperienza formativa soprattutto umana, che considero molto importante per me. Insieme abbiamo fatto cose interessanti;
parliamo di una società che ha prodotto anche giocatori che hanno giocato poi ad alti livelli: come Matteo Darmian e Marco Simone. Qualche anno dopo, grazie all’attuale Direttore Sportivo
Luca Andreini, con il quale c'è una granda stima reciproca, sono arrivato all'Acccademia Calcio Marnate. Due anni prima la società era fallita, quindi i successivi
dovevano essere e sono anni di rinascita. Stiamo crescendo molto bene anche grazie all'affiliazione con la Castellanzese». Mattioni ha poi parlato della sua squadra, che considera
un bel gruppo, compatto e unito: «Come dicevo
la mia è una delle squadre della rinascita.Sono stati anni difficili, ma adesso
ho in mano un gruppo di ragazzi fantastici. Abbiamo anche diversi calciatori nuovi che arrivano da altre società. Il nostro di Varese è un girone molto
corto, quindi ogni partita è importante e
i punti in palio pesano sempre: ogni punto perso risulta poi un'occasione sprecata. La prima di campionato, che è anche l'unica partita che abbiamo giocato, abbiamo perso 4-3, ma giocando un bel calcio, detto anche dalle persone che hanno visto la partita.
Abbiamo ancora qualche limite nell'approccio mentale alla partita, ma sono convinto ci siano i margini per migliorare». La squadra sembra soddisfare le esigenze del tecnico, che conferma la presenza di tanta qualità nel gruppo che allena: «
Mi piace insegnare calcio, un bel calcio. Uno dei moduli che utilizzo di più è sicuramente il
4-2-3-1. Si tratta di un sistema di gioco che ti permette di sfruttare al meglio la rosa che hai a disposizione.
I tre che giocano dietro la punta possono essere centrocampisti, possono essere esterni o anche degli attaccanti puri; lo considero un modulo efficiente e versatile». Importantissimo per Mattioni è il lavoro
mentale e psicologico da fare con i ragazzi: «Uno degli aspetti fondamentali per la crescita di una squadra è
mettere il ragazzo nelle condizioni di prendere una decisione. Decisione è la parola chiave: tutte le partite non sono altro che una serie lunghissima di decisioni che i giocatori prendono in campo.
Nessun mister ha in mano un joystick per controllare la propria squadra come in un videogioco, sono i ragazzi in campo a prendere le decisioni. Come calciatore tu sei parte integrnate dell’azione anche quando non hai la palla e sei a 40 metri da essa.
Sei uno deigli undici ingranaggi che caratterizzano il funzionamento della squadra e tutti sappiamo cosa succede se uno degli ingranaggi smette di funzionare. Credo sia molto importante restare umili e voler imparare, non avere la presunzione di sapere sempre tutto. A me non piace esaltare i singoli, non lo faccio mai.
Il calcio è uno sport di squadra. Io sono stato un attaccante e nonostante questo dico che il premio di capocannoniere sia
inutile. La punta fa gol perché qualcuno l'ha mandato in porta;
dietro ad ogni gol c'è sempre il lavoro di tutta la squadra. Un’azione avversaria interrotta da un bel contrasto o una parata importante valgono quanto un gol. Per quanto riguarda la mia squadra, abbiamo un centrocampo e un attacco che sono forti, davvero molto avanti sotto diversi punti di vista. La difesa era sembrata un po' problematica per via dei tanti gol subiti nelle scorse stagioni, ma resta comunque buona e in crescita.
Il livello di qualità è sicuramente molto alto, per questo sono molto fiducioso e
consapevole delle possibilità dei ragazzi». La grande incertezza su quando sarà possibile riprendere a giocare è ormai
tormento per qualsiasi allenatore o dirigente, ma Mattioni vede nei ragazzi
una grande motivazione e voglia di tornare a giocare al più presto: «Secondo me
i ragazzi son carichi a mille e lo sono anche io. Alla ripresa poi si vedrà naturalmente chi andava avanti per
inerzia in uno soprt di cui non era convinto e chi invece
ha davvero una grande passione e non vede l'ora di poter tornare a dare tutto. A ottobre quando hanno sospeso il campionato si parlava di una possibile ripartenza al 7 di febbraio,
ma credo che più che difficile sia impossibile. Le società hanno anche bisogno di un po' di preavviso per poter riavviare completamente le attività. Oltretutto nel nostro caso parliamo della categoria Under 17; i piccolini li metti in campo e giocano tranquillamente,
ma ragazzi di 16-17 anni hanno bisogno di una determinata preparazione atletica. Durante questo periodo di stop è stato complicato riuscire ad organizzare degli "allenamenti" da casa.
Il nostro intento è stato quello di invitare i ragazzi a tenersi in forma con un po' di sana corsa.
Abbiamo fatto scaricare loro un'app, di cui noi poi controllavamo i risultati, che monitorava i loro chilometri percorsi e le calorie consumate. Per ora siamo molto soddisfatti del lavoro e il sacrificio fatto dai ragazzi in questo periodo difficile in cui la loro più grande passione gli è stata tolta. Lo sport è salute, lo sport è stare all'aria aperta;
mi auguro che ci saranno presto le condizioni per tornare sui terreni di gioco il prima possibile».
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