Viareggio Cup
28 Marzo 2022
Muhameti, centrocampista classe 2004 dell'Atalanta
Troppo Sassuolo per una piccola Atalanta. La prima semifinale della Viareggio Cup sorride ai ragazzi di Cascione che si prendono, nell'ordine: un 3-0 favoloso firmato da Leone, Ferrara e Bruno dopo novanta minuti a dir poco spettacolari, la quinta vittoria su sei uscite in terra toscana ma soprattutto la finalissima di mercoledì 30 marzo, che vedrà gli emiliani affrontare a Pontedera la vincente della sfida tra Empoli e Alex Transfiguration. A Sesto Fiorentino è tripudio neroverde: ai gol su rigore di Leone e Ferrara - entrambi arrivati nel primo tempo nel giro di cinque minuti - è seguito il sigillo di Bruno nella ripresa, a coronamento di una prestazione quasi perfetta che ha visto giocatori come Baldari, Leone e Toure prendersi la scena su Fisic, Vavassori e Stabile, assenti ingiustificati per l'Atalanta. È una Dea irriconoscibile e priva di idee quella di Bosi, salvata dall'imbarcata solamente da un Bertini in stato di grazia, autore di parate a dir poco strepitose come quelle su Ferrara e Baldari nelle quali ha dimostrato istinto, tecnica e una dose non indifferente di talento.
Il Sassuolo della prima mezz'ora è roba da vedere e rivedere, tanto che sembra quasi giocare con un uomo in più rispetto all'Atalanta. Nel 4-3-3 di Cascione c'è tutto: l'attenzione del reparto arretrato, opera dalla coppia Loeffen-Cehu coadiuvata dagli esterni Cannavaro e Martini; la precisione di quello mediano, nel quale spicca l'intelligenza tattica di Toure e la tecnica di Zafferri e Leone; l'estro di quello offensivo, con il tris Baldari-Ferrara-Lolli capace di creare palle gol a valanga. Quelle più nitide arrivano al 12' e al 20': prima Leone illumina per Ferrara, che entra in area e da ottima posizione costringe Bertini al miracolo; poi lo stesso Leone inventa per Lolli, il cui tentativo è parato ancora una volta dall'estremo difensore della Dea. Nel mezzo un paio di azioni corali di Baldari, a tratti imprendibile ma poco efficace quando c'è stato da fare male. Poco male per i neroverdi, che nel giro di cinque minuti a cavallo della mezz'ora prima la sbloccano e poi la chiudono grazie a due rigori. In occasione del primo - causato da un intervento ingenuo di Stabile su Martino - è glaciale Leone (26'), nel secondo - questa volta è Bertini a pagare caro un'uscita in ritardo su Cehu - si incarica della battuta Ferrara che apre di destro e fa 2-0 (31'). Sponda Atalanta è buio pesto, come dimostra l'esito del primo nonché unico sussulto nei primi quarantacinque: un tiro di Vavassori su assist di Fisic che termina abbondantemente sopra la traversa (25').
A tenere a galla la Dea a tempo praticamente scaduto è ancora una volta Bertini, il cui intervento su Baldari è un mix perfetto tra istinto, senso della posizione e reattività. Occasioni alla mano, essere andata a riposo sono di soli due gol appare come una manna dal cielo per l'Atalanta, che approccia alla ripresa cambiando due pedine - Gudmundsson e Ferrara per Colombo e Fisic - dando invece continuità al 4-3-3 iniziale. Pur portando ad un innalzamento naturale del baricentro - difficile immaginare il contrario essendo sotto di due gol - le contromosse di Bosi faticano a portare i propri frutti, tanto che le problematiche emerse nella ripresa sono le stesse emerse in avvio: assenza totale di un'idea di gioco, poco equilibrio tra i reparti e una linea difensiva lasciata fin troppo sola. Ne conseguono altri 45 minuti da incubo, con il Sassuolo solido in fase di non possesso e letale in avanti: dopo due tentativi sciupati da Sasanelli (gran parata di Bertini al 12') e Lolli (conclusione alta al 25') è il subentrato Bruno a calare il tris, abile nel battere Bertini con un pallonetto delizioso (34').
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