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20 Novembre 2025
ACCADEMIA ISOLA BERGAMASCA
Quando cinque anni fa l’Accademia Isola Bergamasca decise di dare vita al progetto AIB Special, l’obiettivo era semplice solo in apparenza: creare uno spazio in cui ragazze e ragazzi con disabilità potessero vivere lo sport senza filtri, senza barriere, senza etichette. Oggi quel progetto è arrivato al suo quinto anno e il gruppo di 21 atleti con storie e abilità diverse ogni quindici giorni riempie il campo di entusiasmo, rumore e sorrisi. Alessandra Mazzoleni, vicepresidentessa dell'Accademia e tra le principali referenti del progetto, spiega come sia nato e cosa rappresenti oggi AIB Special: l’evoluzione di un’idea che, negli anni, è diventata un percorso educativo, tecnico e umano.
Nato nel 2020, AIB Special ha progressivamente costruito una propria identità grazie al lavoro di due allenatori, affiancati da collaboratori, volontari e dagli educatori professionisti di Agàta Onlus, presenza fondamentale per garantire un approccio strutturato e inclusivo. Gli allenamenti sono divisi in piccoli gruppi di lavoro per poter gestire al meglio i bisogni dei ragazzi, da quelli in carrozzina a quelli con la sindrome di Down, senza lasciare nessuno indietro. C’è spazio anche per la specializzazione tecnica: a ogni allenamento viene dedicato un momento specifico ai portieri, una Goalkeeper Session guidata dai preparatori dei portieri AIB e dai portieri dell'U17.
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La filosofia alla base è chiara: permettere a ogni ragazzo di vivere l’esperienza sportiva in maniera autentica, rispettando ritmi, potenzialità e caratteristiche individuali. Uno degli elementi distintivi del progetto è la partecipazione attiva delle squadre dell’agonistica AIB agli allenamenti dello Special. A rotazione, i giovani dell’agonistica scendono in campo, giocano, interagiscono e condividono esercizi e partite. È un passaggio decisivo non solo per gli atleti con disabilità, che così si sentono parte integrante dell’ambiente, ma anche per i ragazzi dell’agonistica, chiamati a mettersi alla prova in un contesto che favorisce empatia, responsabilità e abbattimento degli stereotipi.
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Ne nasce uno scambio reciproco che negli anni è diventato uno dei cardini del progetto. «A questo scambio tengo davvero tanto. Ricordo ancora un ragazzo che, dopo un’ora e mezza di allenamento insieme, mi ha detto: “Non pensavo di imparare così tanto da loro”. È in quei momenti che capisci quanto questo progetto faccia bene a tutti» racconta Alessandra Mazzoleni. Per scelta, AIB Special non partecipa a campionati federali esterni. La società ha deciso di non introdurre alcun tipo di selezione, perché ogni ragazzo deve avere la possibilità di giocare sempre, indipendentemente dalle proprie abilità. Le competizioni sono quindi interne, progettate su misura e pensate per garantire a tutti il proprio spazio e aggiungere comunque un po' di agonismo sportivo.

Il progetto si sviluppa anche fuori dal campo. Negli anni sono nate attività parallele che contribuiscono alla crescita relazionale, emotiva e sociale dei partecipanti: uscite allo stadio, giornate al mare, esperienze condivise con le famiglie e con la comunità, fino alla grande festa annuale nella quale sono gli stessi ragazzi a cucinare e servire ai tavoli.

Anno dopo anno, AIB Special continua a crescere mantenendo la stessa idea di partenza: offrire a ogni ragazzo un luogo in cui il calcio sia accessibile e vissuto con naturalezza. Un progetto che non cerca etichette né riconoscimenti, ma che prosegue con continuità grazie al lavoro di allenatori, volontari, educatori e famiglie.