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Tensioni, tattiche e trappole nel gioco della politica italiana

Tra manganelli, manifestazioni e mezze verità, la politica italiana si colora dei toni accesi del calcio. Il racconto, a modo nostro, di una settimana che ha scosso il Paese

Tensioni, tattiche e trappole nel gioco della politica italiana

È stata una settimana, quella passata, che ci ha consegnato un momento di una violenza senza precedenti. Dei ragazzi, degli studenti, come quelli che quotidianamente utilizzano le nostre piattaforme, seguono i nostri Social, sono stati presi a manganellate dalla polizia. Nel calcio, come nella politica, non c'è mai un attimo di tregua. E se pensate che le situazioni tese, le tattiche discusse e le trappole tese siano solo sul campo, vi sbagliate di grosso. Infatti questa settimana, la politica italiana ha raggiunto livelli di tensione che avrebbero fatto impallidire anche la più accesa delle partite di calcio.

CALCIO D'INIZIO: MANGANELLI
L'inizio di questa settimana politica ha avuto il sapore di una sfida calcistica. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto il gioco con una mossa che ha fatto discutere, ha tracciato un solco ben preciso: ha criticato l'uso dei manganelli da parte delle forze dell'ordine durante le manifestazioni a Pisa e Firenze. Un calcio di punizione che ha colpito l'area difensiva del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, costringendolo a correre ai ripari con una dichiarazione che ha cercato di bilanciare le esigenze di sicurezza con il rispetto dei diritti dei manifestanti.

IL CONTRATTACCO: SALVINI E IL SILENZIO DI MELONI
Dopo l'intervento del Presidente, la palla è passata a Matteo Salvini. Il leader della Lega ha risposto con la grinta di un attaccante che non si lascia intimidire da un difensore. Ha difeso le forze dell'ordine e ha criticato chi le mette sotto accusa. Ma la mossa che ha fatto discutere è stato il suo silenzio sulle parole di Mattarella. Un dribbling che ha lasciato sul campo più di un avversario. Ma mentre Salvini tentava di fare da ponte tra le istanze del Presidente e quelle delle forze dell'ordine, la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, è rimasta in silenzio. Un'assenza che non è passata inosservata e che è stata sottolineata da Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico.

IL FISCHIO FINALE: RIFLESSIONI E RESPONSABILITÀ
Come in ogni partita di calcio che si rispetti, alla fine arriva il momento delle riflessioni e delle responsabilità. Il capo della Polizia, Vittorio Pisani, ha riconosciuto gli errori commessi nella gestione delle manifestazioni. Un'autocritica che, come un tiro in porta, ha cercato di riportare il gioco su un terreno più equilibrato. E come in ogni partita di calcio, anche in politica il gioco non finisce mai. E mentre la politica italiana continua a giocare le sue partite, noi proveremo, a modo nostro, a raccontarvele, in attesa del prossimo fischio d'inizio. Su una cosa però non facciamo concessioni, niente manganellate ai nostri ragazzi.

(questo contenuto è stato realizzato con il contributo dell'Intelligenza Artificiale)

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