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La battaglia dell'informazione: tra poteri forti e libertà di stampa

La sfida tra giornalisti, editori e piattaforme digitali: una partita impari

La battaglia dell'informazione: tra poteri forti e libertà di stampa

Roberto Paolo, vice direttore del quotidiano Il Roma di Napoli e presidente della File (Federazione Italiana Liberi Editori)

L'INFORMAZIONE SOTTO ATTACCO: UNA SFIDA SENZA FINE
La libertà di stampa è come un campo di calcio dove si gioca una partita senza fine, con attaccanti e difensori che si alternano in una sfida continua. In questi giorni, il tema dell'informazione e della tutela del pluralismo è tornato prepotentemente alla ribalta, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha lanciato un monito chiaro: «Ogni atto rivolto contro la libera informazione è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica». Parole forti che risuonano come un fischio d'inizio in un match cruciale. Ma chi sono gli avversari in questa partita? Da un lato, i giornalisti e gli editori, rappresentati da figure come Roberto Paolo, presidente della Federazione Italiana Liberi Editori (File). Dall'altro, i poteri forti, che non sono solo politici, ma anche le grandi multinazionali che controllano le piattaforme digitali. «La libertà dell’informazione è sempre da considerare a rischio», afferma Paolo, sottolineando come chi detiene il potere abbia sempre l'interesse a tutelarsi dalla libera circolazione delle informazioni.

IL RUOLO DELLE PIATTAFORME DIGITALI: UN AVVERSARIO TEMIBILE
Le piattaforme digitali sono come quei giocatori che sembrano imbattibili, capaci di dribblare ogni regolamento e di segnare gol decisivi. «Oggi i veri poteri forti sono le multinazionali che possiedono gli algoritmi che fanno funzionare le grandi piattaforme di comunicazione online», spiega Paolo. E la recente decisione dell'Agcom nei confronti di Microsoft, riguardante la remunerazione delle notizie prese dai giornali del gruppo Gedi, ne è un esempio lampante. Una decisione che, secondo Paolo, porterà a un esborso di 350mila euro l'anno, cifra che non salverà i bilanci di Gedi. Ma il vero problema è che le piattaforme social non rispondono alle richieste degli organi di informazione locali, piccoli o di media grandezza, o offrono cifre irrisorie per compensare il saccheggio dei contenuti informativi. "Cifre insultanti", le definisce Paolo, aggiungendo che la sentenza della Corte di Giustizia europea della settimana scorsa rischia di vanificare ogni tentativo di far pagare alle piattaforme i contenuti saccheggiati a giornali e giornalisti.

LA RIFORMA DELL'EDITORIA: UNA PARTITA DA VINCERE
In questo contesto, la riforma dell'editoria diventa una partita da vincere a tutti i costi. «La riforma dell’editoria è una cosa molto difficile», ammette Paolo, ricordando che l'ultima risale al 1981. Tuttavia, c'è speranza grazie al "Media freedom act", che potrebbe riequilibrare il rapporto con le grandi piattaforme e le modalità poco trasparenti con cui le pubbliche amministrazioni pianificano la pubblicità sui media. Il sottosegretario all'Editoria Alberto Barachini ha intrapreso un percorso di dialogo e condivisione con le associazioni di editori, e anche la File partecipa attivamente al tavolo di confronto per l'elaborazione delle nuove norme. «Ma bisogna fare in fretta», avverte Paolo, perché a gennaio decadranno una serie di norme provvisorie ed emergenziali emanate durante la pandemia, e se non sarà pronto il nuovo Regolamento, gli effetti per il settore editoriale sarebbero disastrosi.

IL FUTURO DELL'INFORMAZIONE: UNA SFIDA APERTA
La partita è ancora aperta e il risultato è tutt'altro che scontato. Ma Paolo, nonostante tutto, si dichiara ottimista. «Non posso non esserlo perché ho un bambino di quasi tre anni», dice, mostrando quella tenacia che è tipica dei veri campioni. «Siamo piccoli e siamo fragili, ma decisamente tenaci». Questa sfida per la libertà di stampa e per un'informazione pluralista e indipendente è una partita che riguarda tutti noi. E come in ogni grande match, è il pubblico a fare la differenza. Sta a noi, lettori e cittadini, sostenere chi lotta per un'informazione libera e trasparente, perché in gioco c'è molto più di una semplice partita: c'è il futuro della nostra democrazia.

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