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25 Marzo 2025
Il direttore generale del Rebaudengo Roberto Arena e Gianpaolo Imbriani
Tutto parte da un sogno, da una promessa fatta a suo fratello. I valori e la storia di Carmelo Imbriani, ex calciatore del Napoli e del Benevento tra le altre, restano immortali grazie al progetto che suo fratello, Gianpaolo Imbriani, porta avanti in tutto il mondo. Dopo la prematura scomparsa di Carmelo Imbriani all'età di 37 anni, Gianpaolo si è posto un obiettivo: quello di intitolare in ogni continente del mondo un campo da calcio al fratello. Un gesto che porta con sé le virtù di questo sport e soprattutto di Imbriani, che oltre ad essere stato un ottimo calciatore è stata soprattutto una gran persona. E proprio grazie a questi valori il viaggio si intreccia con Torino, in particolare con il Rebaudengo che accoglie Gianpaolo per il torneo «Carmelo Imbriani e Josè Parrella».
«Dopo la scomparsa di mio fratello ho deciso di partire con una promessa fatta a Carmelo». Il sogno di Gianpaolo parte tutto da lì, dal momento in cui ha intrapreso il suo cammino nel mondo 12 anni fa per tramandare i valori umani del fratello e per intitolargli 5 campi da gioco in suo nome nei 5 continenti. «Il mio progetto sta andando molto bene» racconta Gianpaolo «abbiamo intitolato già due campi, uno a Benevento e uno in Africa». Dopo la nascita dell'associazione «Imbriani non mollare», Gianpaolo ha già percorso più di 600mila kilometri in tutto il mondo, tutto senza soldi o viaggi programmati: «Preferisco viaggiare così per vedere il mondo dal basso, quando salgo in macchina come autostoppista parlo con le persone e racconto loro di Carmelo, è il mio modo di tenere vivo il nome di mio fratello e soprattutto i suoi valori». Gianpaolo poi racconta con emozione com'è nato il nome dell'associazione: «Una settimana prima di lasciarci mi chiese chi si sarebbe occupato dei suoi figli, ovviamente risposi che sarebbe stato lui a farlo, lo feci con la stessa sua forza e volontà di non mollare, per questo l'associazione si chiama così». Una frase che unì tutte le tifoserie dello stivale durante il periodo di malattia di Carmelo, un abbraccio collettivo ad un uomo che in questo sport ha lasciato tanto a livello umano. Un viaggio quello di Gianpaolo che poi si è rivelato una vera e propria terapia personale, lasciare Benevento, la città tanto amata da Carmelo, in cui è stato anche capitano, per superare il lutto onorando al meglio il nome del fratello. E ora a 12 anni dalla scomparsa di Carmelo sta per nascere un nuovo campo intitolato a lui, nel nord dell'Argentina: «Stiamo collaborando con un'associazione benefica argentina e grazie al loro supporto sta per essere intitolato il terzo campo».
«Parte tutto un anno fa, ogni anno organizziamo una festa in cui invitiamo figure che sono dentro il mondo del calcio, e così è iniziato il percorso con Gianpaolo» spiega il direttore generale del Rebaudengo Roberto Arena. Così nasce il torneo «Carmelo Imbriani e Josè Parrella» che porta il nome di Carmelo e dello zio. «Vogliamo garantire sempre il meglio a tutti i nostri ragazzi, indistintamente - spiega Roberto Arena- e includere Gianpaolo è un onore per il Rebaudengo e un modo per trasmettere ai nostri ragazzi i valori di questo sport e della vita». La manifestazione avrà inizio il 2 maggio e terminerà il 25 e vedrà la partecipazione di tutte le società di spicco del panorama torinese, tra cui 6 professioniste, Juventus e Torino incluse dalle fasi finali del torneo.
Un amore fraterno è ciò che ha spinto Gianpaolo a intraprendere una strada così insidiosa ma allo stesso tempo tanto affascinante. Gianpaolo ha stravolto la propria vita per inseguire un sogno e per raccontare al mondo chi è stato Carmelo Imbriani, un gesto che mantiene vivo il suo ricordo e soprattutto i valori che lo hanno contraddistinto, dentro e fuori dal rettangolo verde.