Editoria
16 Agosto 2025
Le edicole italiane stanno vivendo una crisi senza precedenti: negli ultimi quindici anni sono sopravvissuti meno di un terzo dei tradizionali chioschi. I dati forniti da Sinagi sono impressionanti: si è passati da 38.000 edicole esclusive a circa 11.000 ancora attive oggi. Il calo è di oltre il 70%, con un trend che non accenna a fermarsi. Le cause sono molteplici: dalla mancanza di ricambio generazionale alla poca attrattività della professione, passando per guadagni insufficienti (il reddito medio mensile di una edicola sarebbe di circa 900 euro), fino alle sfide che affliggono l’intera filiera – dall’avanzata di Internet all’aumento dei costi, fino a una pressione fiscale invariata nonostante le difficoltà.
Il presidente di Sinagi, Giuseppe Marchica, ha denunciato questa notte profonda delle edicole all’Adnkronos, spiegando che il settore è ormai al limite della sopravvivenza e che senza regole nuove, condivise con tutta la filiera (esercenti, distributori ed editori) si rischia di cancellare un intero comparto. Da qui la richiesta di riunire un tavolo di confronto unitario presso il Dipartimento Editoria, invocando soluzioni comuni e sostenibili. In mancanza di risposte concrete, Sinagi paventa azioni di protesta clamorose già da settembre.
Ma la crisi delle edicole tradizionali non coincide con la fine della lettura dei giornali in senso assoluto. È cambiata la modalità di fruizione: oggi moltissimi lettori, soprattutto i più giovani e le generazioni digitali, scelgono l’online e le edicole digitali per informarsi. Il giornale di carta cala, ma la voglia di informazione, di approfondimenti e di inchieste di qualità resiste sul web, su piattaforme di abbonamento digitale e grazie agli stessi editori che sanno innovare il prodotto e valorizzare il giornalismo di qualità.
Il futuro dell’informazione passa dunque dalla capacità di rispondere ai nuovi bisogni dei lettori: piattaforme accessibili, prodotti digitali ben scritti e approfonditi, contenuti originali e verificati. Solo così i giornali – sia su carta sia in formato digitale – potranno continuare ad essere un presidio di democrazia e cultura.