Editoria
27 Novembre 2025
Andrea Tronzano ha partecipato per la quinta volta consecutiva ai lavori assembleari della Fipeg
Un passaggio di consegne annunciato con naturalezza, nel solco della continuità che ha caratterizzato più di due decenni di lavoro. Nel corso dell’assemblea annuale della Fipeg, la Federazione Italiana degli Editori di Giornali, Pietro Policante ha comunicato la decisione di lasciare l’incarico, avviando così un processo di avvicendamento che si compirà all'inizio del 2026. Una scelta che non arriva come rottura, ma come esito fisiologico di un lungo percorso ai vertici dell’organizzazione.
All’assemblea era presente anche l’assessore al Bilancio della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, che ha consegnato al presidente una targa di riconoscenza, a nome proprio e del presidente della Regione, Alberto Cirio. Un gesto formale ma significativo, che ha sottolineato il ruolo svolto dalla Federazione nel sistema della stampa locale.
Nel suo intervento, il presidente Policante ha rivendicato i passaggi chiave di un mandato iniziato 23 anni fa, in un contesto completamente diverso per i giornali territoriali. «Ricordo bene da dove siamo partiti: testate isolate, poco conosciute fuori dal proprio territorio, con una presenza tecnologica minima e spesso percepite come stampa di serie B», ha detto, sottolineando come uno dei primi nodi da sciogliere fosse la condizione dei giornalisti delle testate associate. «All’epoca i nostri giornalisti non potevano neppure conseguire il praticantato: era bloccata ogni possibilità di crescita professionale». Una situazione superata anche grazie al lungo confronto sul contratto di lavoro, che ha portato – ha ricordato – a un aumento significativo dei giornalisti regolarmente assunti nelle redazioni della federazione.
Negli ultimi due decenni, lo scenario dell’informazione locale è stato investito da trasformazioni profonde, soprattutto sul piano tecnologico. Digitalizzazione, social network, edizioni online, nuove forme di raccolta pubblicitaria, intelligenza artificiale: un’evoluzione che, secondo il presidente uscente, richiede sensibilità e competenze aggiornate. «La tecnologia ha portato un uragano di novità che va affrontato da chi vive quotidianamente il giornale. Per questo ritengo necessario un cambio alla guida della Federazione», ha spiegato.
Non è una resa né un addio affrettato, ma un percorso “ordinato” che rispecchia la prassi interna. Le dimissioni, presentate ora, consentono al Consiglio direttivo attuale di restare in carica fino all’assemblea del novembre 2026, mentre l’elezione del nuovo presidente avverrà nei primi mesi dello stesso anno. Sarà lui a preparare il rinnovo complessivo degli organi della Fipeg, impostando la fase successiva della Federazione.
Nel frattempo, il presidente resterà parte del direttivo, garantendo un passaggio di consegne senza scosse: «Sarò a disposizione per un avvicendamento efficace ed efficiente, senza difficoltà di alcun genere». Un’impostazione che richiama quella dei predecessori, citati come riferimento – da Giovanni Numico a Don Paolo Busto e Vanni Giachino – figure che hanno contribuito alla costruzione della Fipeg moderna.
Tra i risultati più recenti, il presidente ha ricordato anche strumenti di coordinamento come la chat “Associati Fipeg”, nata come semplice canale di comunicazione interna e divenuta uno spazio di confronto operativo sempre più utilizzato dagli editori.
Il messaggio finale è stato quello di un bilancio positivo, ma soprattutto della consapevolezza che la sfida del presente ruota attorno alla capacità di innovare senza perdere la dimensione territoriale che caratterizza la stampa locale. L’obiettivo, per chi guiderà la nuova Fipeg, sarà quello di consolidare la collaborazione tra editori e accompagnare le testate nel percorso di digitalizzazione, mantenendo saldo il legame con le comunità di riferimento.
Un cambio della guardia, dunque, che non interrompe la linea tracciata ma apre la strada a una nuova fase, in continuità con un passato che negli ultimi vent’anni ha visto la Federazione trasformarsi da rete fragile di piccole testate a organismo riconosciuto e strutturato all’interno del panorama editoriale italiano.