A una teologa tedesca hanno chiesto: «Che cosa è la felicità per un bambino?». Risposta: «Dategli un pallone e fatelo giocare». In effetti è davvero piacevole vedere i bambini giocare in completa libertà senza tensioni e con la gioia che procura il puro divertimento. E’ opportuno ricordare che lo sport deve rappresentare soprattutto un fattore educativo utile per la crescita fisica, mentale e spirituale. Vanno pertanto evitati gli eccessi soprattutto dei genitori, sovente accaniti fans, che prevengono ogni bisogno dei figli e cercano di risolvere qualsiasi difficoltà impedendo loro di fare esperienze importanti e di sperimentare anche l’insuccesso, esperienza che permette di uscire dal guscio protettivo dell’infanzia. Walter Veltroni in un suo articolo sintetizza così un percorso di vita: «La passione. I bambini sanno godere la bellezza meravigliosa di ogni sport. L’emozione. A volte il campo di calcio può diventare il trailer del Paradiso. La trasformazione. Poi si diventa grandi: si urla e si insulta, ci si picchia e si odia…». Purtroppo i genitori, che pure sono i primi importanti sponsor dei propri figli, nel momento in cui sono coinvolti troppo emotivamente perdono il self control e trascendono, assumendo atteggiamenti che il più delle volte hanno origini nelle loro frustrazioni. E andiamo all’ennesimo spiacevole fatto di cronaca. Campionato regionale Giovanissimi: sugli spalti si scatena una rissa gigantesca mentre i bambini stanno giocando. A causa dei diffusi disordini l’arbitro interrompe la partita, i bambini in campo spaventati scoppiano a piangere, gli allenatori intervengono cercando di calmarli. Gli scontri continuano. Eppure quei signori e signore (padri e madri) sono gli stessi che predicano bene («Per i miei figli non voglio tensioni, ma solo un sano divertimento!») ma quando sale la tensione e spuntano presunte ingiustizie, razzolano male e allora si assistono a squallide sceneggiate fino ad arrivare a scontri fisici veri e propri. L’ultimo episodio è accaduto tra Romanese e Pioltellese. Il Giudice Sportivo ha comminato una severa sanzione: entrambe le squadre giocheranno i loro incontri casalinghi a porte chiuse per l’attuale campionato. Anche i genitori, soprattutto quelli scalmanati, hanno ricevuto una punizione pesante visto che dovranno restare ai margini senza poter seguire da vicino i diletti pargoli. Ci sono regole etiche e comportamentali che vanno rispettate soprattutto nelle competizioni riservate ai più piccoli. La mission deve essere quella di migliorare i giovani attraverso il calcio. Al centro del progetto c’è il bambino a cui si cerca di proporre una metodologia di insegnamento adeguata. Diversi ragazzi hanno rinunciato all’infanzia per inseguire il sogno del pallone, per cui hanno vissuto un’adolescenza molto breve con tante rinunce e hanno dedicato grande attenzione alla formazione voluta dagli allenatori e dal coinvolgimento dei genitori, parte del loro percorso formativo. Poi, diventati adulti e genitori molti, durante le contese agonistiche dei figli, nel tentativo di tutelarli e preservarli da presunte ingiustizie, si sono trasformati in difensori a spada tratta fino a rendersi i protagonisti di liti furibonde. E’ accaduto recentemente nella finale dello Junior Cup tra Torino-Juventus categoria Pulcini, quando i genitori si sono affrontati con spintoni, capelli tirati, insulti razzisti e calci. Per i bambini lo sport è vissuto con passione, e quello di gruppo favorisce la socializzazione. Roberto Baggio a tal proposito ha detto: «L’atteggiamento di fondo della mia vita è stata la passione. Per realizzare i miei sogni ho agito sempre spinto solo dalla passione. La passione muove ogni cosa, è una forza straordinaria». Il talento non è tutto, c’è chi si è perso per strada. Se si vuole arrivare al top oltre alle doti naturali occorre il massimo impegno e lottare ogni giorno con determinazione e spirito di sacrificio. Per evitare di nuocere ai fanciulli in fiore è necessario che nell’iniziale percorso di crescita i loro possessivi famigliari evitino atteggiamenti aggressivi sicuramente dannosi nell’età evolutiva dei ragazzi.
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