Per inseguire i sogni di grandezza molti calciatori hanno rinunciato all’infanzia e quindi hanno vissuto un’adolescenza molto breve. I sacrifici sono una base di partenza per coloro che aspirano ad arrivare al vertice del proprio settore. L’attaccamento di un calciatore alla propria squadra determina molta parte del suo rendimento, è una sortadi carburante che alimenta la sua energia e gli dà la forza di continuare, di resistere ad ogni avversità. Il giocatore normale vede solo il pallone e una selva di gambe il fuoriclasse invece, vede e trova la soluzione tecnica. Esistono giocatori veloci e altri dotati di grande tecnica. Il campione ha entrambe le cose. Un esperto sostiene: “La tecnica ha i suoi limiti che dipendono dalla coordinazione”. Il baricentro basso consente un perfetto equilibrio nei movimenti. La velocità di pensiero del fuoriclasse gli permette di intuire prima di chiunque altro come si svolgerà l’azione, la traiettoria della palla e lo schema. La qualità tecnica è un mix di eccellenze: l’abilità nel dribbling che eseguita con straordinaria rapidità con la palla incollata al piede, agilità fisica, ottime capacità di recupero, spiccato innato fiuto del gol, intelligenza, forza mentale idee chiare versatilità nel ricoprire qualsiasi ruolo d’attacco. Questo “mostro” di perfezione che racchiude così tanti pregi ha un nome e un cognome: Lionel Messi in arte la Pulce. Attenzione perché spesso ai giovani il successo genera confusione. Molti pur avendo potenzialità superiori alla media non riescono a sfondare. Al di là della retorica contano i fatti. Ad esempio le 500 reti fino ad ora messe a segno e la miriade di assist: 168. Da raccontare il suo gol più spettacolare: 18 aprile 2007 Barcellona-Getafe. Al 22° minuto Messi nelle vicinanze del cerchio di centrocampo riceve un passaggio e in dodici secondi nei sessanta metri che lo separano dalla porta avversaria salta in sequenza con una rapidità impressionante cinque difensori; il portiere in uscita cerca di ostacolarlo, Messi lo aggira sulla destra e da una posizione angolatissima con un tredicesimo delizioso tocco infila la porta vanificando anche l’estremo tentativo di un giocatore. C’è anche l’altra faccia della medaglia. Lo sport anche per una star dovrebbe essere una parte importante della vita ma quando le ambizioni sportive sono tutto ciò che ha , una volta realizzate non resta più niente perché al di fuori del loro ambiente che li ha santificati, sovente sono vuoti dentro e privi di valori. Un allenatore indipendentemente dalla sua età per stare al passo deve avere il coraggio, l’umiltà e l’intelligenza di aggiornarsi costantemente per trovare le soluzioni tecnicotattiche più congeniali che consentono di valorizzare l’organico di cui dispone. Impresa non facile. Claudio Ranieri quando era alla guida della Juventus dopo una serie di risultati negativi una testata sportiva aveva titolato la prima pagina: “RANIERI, VIA!” Una bocciatura solenne dettata dalla convinzione che fosse già “ bollito” e non altezza. Addirittura quando Ranieri venne ingaggiato dal Leicester qualche giornalista italiano lo aveva preso in giro sostenendo che “con lui la retrocessione è sicura”. A distanza di tempo con le performance del Leicester Ranieri è osannato da tutti, anche dai denigratori di allora costretti rimangiarsi lapidarie sentenze. I giudizi cambiano in fretta soprattutto nello sport. A Roma nel Salone d’Onore del Coni il presidente Malagò ha consegnato al sessantaquattrenne Ranieri il premio come miglior tecnico. Nel suo discorso di ringraziamento è molto significativo il messaggio che il Mister ha indirizzato ai giovani e ai meno giovani: “ Nella mia carriera nel 2014 sono stato esonerato da Ct della Grecia. Nessuno mi voleva più. Nonostante non fossi giovanissimo non mi sono arreso ho girato l’Europa e mi sono messo a studiare. Poi è arrivata l’offerta del Leicester: ho lavorato e ce l’ho fatta Come dire sono riuscito a risalire la china e affermarmi cancellando le critiche del passato. Da giovane calciatore sono stato scartato due volte dalla Roma, a diciotto venni preso da Herrera. Dovete sempre credere nei vostri sogni”
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