Primavera 4
01 Maggio 2024
La stagione del Pontedera è ormai alle spalle, ma le notizie che coinvolgono il suo organigramma societario sono all'ordine del giorno. I fatti, tornati a galla nelle ultime settimane, risalgono alla scorsa stagione quando Emiliano Branca, responsabile del settore giovanile dei toscani, si è affidato a Sergio Pellegrino per risollevare la stagione della sua Primavera. A fine stagione la società non ha più voluto puntare sul tecnico di origine siciliane, il quale ha denunciato l'operato della stessa puntando in particolar modo il dito contro Branca attraverso un'intervista su un importante quotidiano nazionale. Accusato di comportamenti fraudolenti e nocivi nei confronti dei ragazzi che ne facevano parte, il caso sarebbe costato al direttore una inibizione di 6 mesi dalla pratica sportiva, costringendolo a dimettersi dal ruolo che occupava al Pontedera. Alla luce di ciò Branca ha spiegato le sue ragioni attraverso una lettera spontanea, chiarendo la sua posizione.
«Voglio precisare che le mie dimissioni le ho rassegnate spontaneamente per il bene della società e per farla proseguire nel proprio lavoro serenamente e senza alcuna conseguenza di immagine e reputazione» scrive Emiliano Branca. «Il mio operato è sempre stato in buona fede e per la società, partendo dal presupposto di non violare alcuna regola. Tutte le somme versate dalle famiglie sono servite a sostenere la permanenza dei giocatori fuori sede a Pontedera, tra i quali non ci sono state differenze o favoritismi. Tanto che nessuna famiglia si è lamentata del trattamento da me ricevuto. Il procedimento disciplinare segue a questioni personali riguardati me e non il Pontedera o i propri tesserati. Chiedo la vostra comprensione se non voglio rendere i miei fatti personali di natura pubblica. Tengo a sottolineare che ogni anno le mie squadre sono sempre competitive e soprattutto formate da ragazzi provenienti da tutte le regioni d’Italia, le cui famiglie sono consapevoli di contribuire alla permanenza lontano da casa, nella massima trasparenza e come già scritto senza alcuna disparità di trattamento».
«Tengo a sottolineare che non solo ho sempre lavorato per il bene della società ma anche e soprattutto per il bene e la prospettiva dei ragazzi affinché potessero un giorno calcare lo stadio Mannucci e ne ho anche prove di calciatori che lo hanno ampiamente fatto. Auspico fortemente che prima di gettare ulteriore discredito sulla mia persona, qualsiasi individuo si accerti della verità dei fatti. Amo il mio lavoro e resto a disposizione per ogni chiarimento».