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15 Maggio 2024
Dopo 77 anni la Federcalcio germanica divorzierà dal gruppo Adidas, probabile destinatario nel mentre di un due di picche anche da parte di Alica Schmidt, componente di spicco della rappresentativa tedesca in alcune gare di corsa su pista a Parigi2024, mannequin per Hugo Boss con svariati milioni di contatti sui profili Instagram e TikTok e già preparatrice atletica presso il club di calcio del BV Borussia Dortmund 09 - Due fatti che la dicono lunga sui profondi movimenti tellurici della Germania di inizio 21° Secolo post Angela Merkel
Steffi Graf (tennis), Birgit Fischer (canoa), Magdalena Neuner (biathlon), Birgit Prinz (calcio), Ulrike Meyfarth (atletica leggera), Franziska van Almsick (nuoto), Heike Drechsler (atletica leggera), Laura Dahlmeier (biathlon), Regina Halmich (pugilato), Katja Seizinger (sci alpino), Anni Friesinger-Postma (pattinaggio di velocità su pista lunga) e Kati Wilhelm (biathlon): sono alcune fra le più note atlete che hanno scritto la storia dello Sport degli ultimi 55 anni della Germania. In comune, sul campo di gara ed in riposo, le tre strisce identificative del colosso dell’abbigliamento di Herzogenaurach, nel Land della Bavidera: Adidas.
Quelle tre strisce che potrebbero “marchiare” la bandiera - Schwarz-Rot-Gold - (nero-rosso-oro) che sventola sul Palazzo del Parlamento in Berlino tanta è la caratterizzazione identitaria fra il gruppo manifatturiero bavarese e la nazione tedesca.
Ma per la Germania odierna quella connessione identitaria sembra appartenere ad un’altra èra, ormai alle spalle.
Il primo segnale di una inerzia che avrebbe condotto al sisma di Francoforte del 22 Marzo trascorso si palesò alcuni mesi prima di martedì 22 Novembre 2005, il giorno in cui Angela Merker divenne l’ottavo Cancellerie federale della Germania: la Deutschen Leichtathletik-Verband - DLV (diciamo la associazione nazionale della atletica leggera in Germania) aveva assunto come sponsor tecnico il rivale storico di Adidas: il gruppo statunitense Nike.
La migliore qualità dei prodotti. Così la DLV motivò il matrimonio con l’avversario straniero. Rinnovato nel 2015 fino a tutto il 31 Dicembre 2028, sette anni dopo l’ultimo giorno da Cancelliere della signora Merkel (8 Dicembre 2021) che, lungo tutto il suo “regno della stabilità”, premiò le rappresentative nazionali di uno degli sport pilastro del sistema sportivo germanico in divisa da riposo ufficiale Nike. Per certi versi uno smacco.
Ma c’era il calcio a tre strisce nere su sfondo bianco fra le icone della stabilità merkeliana berlinese basata su cristianesimo democratico, conservatorismo liberale ed europeismo, la ricetta bavarese. Come dire un ponte ideale fra la Capitale della Riunificazione tedesca (1990) a Nord e la capitale dello Stato della Baviera, uno Stato nello Stato, nel Sud. Tutto sotto controllo. Fino all’8 Dicembre 2021.
Allorché uscirono di scena Angela Merkel, la Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU) e la stabilità. Reale o presunta.
La Germania che prende avvio il 9 Dicembre 2021 con il 9° Cancelliere, Olaf Scholz (Partito Socialdemocratico – SPD), proveniente da Amburgo, al di fuori dell’asse Berlino – Monaco di Baviera, è un Paese che con il trascorrere del tempo manifesta una esperienza che merita di essere attenzionata da vicino per le conseguenze significative che potrebbero derivare: in linea generale le due visioni in prospettiva, le due Weltanschauung, quella della “germanizzazione” e quella della “sgermanizzazione” emergono con modalità e tratti germanici conosciuti dall’opinione pubblica mondiale, mettendo in difficoltà la storica moderazione (in medio stat virtus), la stabilità.
L’architrave della Große Koalition (la Grossa Coalizione governativa fra i due primi partiti nelle rispettive aree – destra e sinistra - per il bene della Germania prima che per quello degli stessi) trema. L’irrisolto dubbio amletico tedesco lungo tutto il secondo dopoguerra (essere o non essere potenza, questo è il dilemma) fa la sua parte. Ed allora la “messa in discussione” sembra diventata la regola.
Venerdì 22 Marzo 2024, Francoforte sul Meno, la capitale finanziaria della Germania (ed anche comunitaria) a metà strada dell’asse Berlino-Monaco di Baviera: con circa tre anni di anticipo rispetto al 2027, i vertici della Deutscher Fußball-Bund DFB (la federcalcio germanica) annunciano la rottura del matrimonio con Adidas dopo 77 anni dalla stipula del primo accordo. Il nuovo sponsor sarà Nike.
Il terremoto!
Sono trascorsi circa 44 giorni dall’evento e diversi ambienti in Germania, a partire da quello politico, non riescono a capacitarsi di quanto accaduto.
Cifre maggiori offerte sul tavolo, spiegano i dirigenti della DFB: 100milioni di euro all’anno lungo il periodo 2027-2034 per un montante complessivo di 700milioni di euro. Questione di soldi che significa risorse rilevanti per il grande balzo in avanti anche del calcio giovanile e del calcio femminile germanici.
Ed una verità emerge: da alcuni anni, con entusiasmo ad intermittenza (per certi versi motivato dai risultati maldestri della Mannschaft, la nazionale tedesca di calcio maschile) Adidas versava annualmente nella casse della federcalcio “soltanto” 50milioni di euro, la metà di quanto offerto da Nike.
C’è da scommettere che da qui al 2027 non mancheranno indagini ed inchieste nel tentativo di comprendere quando, dove, come e perché è nata la crisi fra la DFB (da tempo gestita da manager di area SPD) ed Adidas, l’eccellenza dello Stato della Baviera feudo della Unione Cristiano-Sociale (CSU), come dire, la CDU bavarese.
Ma le scosse di assestamento del sisma in Francoforte potrebbero estendersi al di fuori dei confini tedeschi, fino a Zurigo, dove è ospitata la sede di uno dei centri di potere più significativi nel Mondo: la FIFA, la federazione mondiale del calcio. La cui storia cominciata nel 1904 dal secondo dopo guerra annovera sempre il consueto fornitore / sponsor tecnico, a distanza solo di circa 450 chilometri, 4 ore e mezzo di autovettura: Adidas in Herzogenaurach.
Sui campi di calcio gli Stati Uniti d’America continuano a non eccellere e questo fatto crea un certo malessere, un senso di frustrazione nell’àmbito di certi ambienti della super potenza, tuttavia la possibilità di entrare per la prima volta nella stanza dei bottoni di quel centro di potere attraverso Nike potrebbe avverarsi: quanto verificatosi in Francoforte nel Marzo trascorso potrebbe essere accaduto già diverse volte nel tempo trascorso in Zurigo, ed allora quali sono le motivazioni che hanno condotto il management di un ente sovrannazionale non lucrativo preposto a promuovere in ogni angolo del Mondo la pratica dello sport più seguito sul Pianeta a fare orecchie da mercante innanzi ad offerte molto probabilmente più generose da parte di Nike?
Si vedrà. Ma ora ritorniamo alle signore dello sport germanico a tre strisce di cui all’apertura.
In occasione delle Olimpiadi in Parigi nella prossima Estate la promessa dell’atletica leggera teutonica in più competizioni (200 e 400 metri piani, 400 metri ad ostacoli, 800 metri e staffetta 4x400), Alica Schmidt, potrebbe chiudere in pista il cerchio di successi che da tempo sta ottenendo come influencer (7 milioni di persone tra Instagram e TikTok) e come indossatrice.
Allora quella lista di super donne sportive made in Germany potrebbe allungarsi, ma senza le tre strisce: Alica in allenamento ed a riposo indossa capi firmati Hugo Boss AG, casa di moda tedesca per la quale è mannequin, mentre in pista calza le scarpette chiodate Puma, l’azienda teutonica creata da Rudolf Dassler in sfregio al fratello Adolf Dassler, fondatore di Adidas. Una vicenda che ricorda da vicino quella biblica di Caino ed Abele.
Un mese prima del terremoto in Francoforte il 22 Marzo trascorso, in occasione di una intervista Alica Schmidt aveva confessato di aver rifiutato da un noto colosso dell’abbigliamento sportivo una proposta di sponsorizzazione per una cifra a 6 zeri. Non si sentiva a suo agio. Molto probabilmente dentro quelle “tre strisce”. Per quanto compatriote.