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Rezzato e il cambio di passo. Il ds Braghini: "Una scelta dolorosa"

Emanuele Filippini

Emanuele Filippini, allenatore Rezzato

Secondo posto in classifica, un solo punto da Pro Patria e Darfo Boario, eppure lo «stato di crisi» di casa Rezzato era ampiamente preventivabile. Insomma, nessuna sorpresa se l’1-2 casalingo con uno Scanzorosciate in dieci dal trentottesimo del primo tempo (rosso a Stefano Lamera) ha scatenato la rabbia del presidente Sandro Musso: quando si inseriscono senza soluzione di continuità giocatori come Tommaso Bellazzini, Alessandro Bertazzoli, Gaetano Caridi, Alessandro Cazzamalli, Stefano Franchi, Adriano Marzeglia, Simone Minincleri e Stefano Selvatico, cinque punti in cinque gare casalinghe non possono essere accolte con il classico «tempo al tempo». E così non è stato, come dimostrato dall’avvicendamento tra Andrea Quaresmini, e Emanuele Filippini, deciso nel tardo pomeriggio di lunedì. Ma la situazione merita una prima, quanto superficiale, analisi. Perché il mercato è stato di primo piano, ma le scelte assolutamente «compartimentali», per uno sbilanciamento offensivo che rende proibitivo un paragone con il Monza, corazzata della scorsa stagione. Andrea Quaresmini, tecnico della promozione in Serie D, non aveva d’altronde nascosto le problematiche una volta raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione nella serata di domenica: «Sì, ci sono dei problemi di equilibrio. E’ sempre difficile gestire una situazione in cui diventa complicato far accettare le scelte a giocatori di primo piano. Ma non posso nascondermi: il passo casalingo è deficitario, e una società così ambiziosa non può che porsi delle domande». Non che a Quaresmini mancasse la voglia di combattere: «Assolutamente no, punto sempre e solo sul lavoro. Ma ho l’esperienza per capire certe situazioni. In casa soffriamo, forse perchè gli avversari si chiudono naturalmente, ma è comunque contraddizione: proprio per il nostro naturale offensivismo, dovrebbe essere più facile colpire. Comunque, accetterò ogni decisione con serenità». Nella serata di domenica il dg Matteo Togni ribadiva: «Nessuna decisione è ancora stata presa», sottintendo nel lunedì la giornata decisiva, e così è stato. «Una scelta dolorosa, motivata non solo dai risultati - il commento del ds Andrea Braghini - una serie di variabili, incastrate tra di loro, hanno reso il tutto inevitabile». Certamente resta un gruppo non semplice da gestire: «Nasce tutto dall’input della proprietà. La rosa non sarà semplice da gestire, ma i nuovi regolamenti sui cambi consigliano più armi a disposizione di un allenatore». E gli obiettivi sono chiari: «Mettere la squadra nella condizione di vincere il campionato». Ora Emanuele Filippini: «Ha condiviso i nostri obiettivi, ed è un personaggio di altissimo profilo per il calcio bresciano».

Alessandro Luigi Maggi

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