Caro Telgate, ora dimostra chi sei

Quando vincere è quasi un obbligo, un’imposizione, rispettare le aspettative è molto spesso difficile, complicatissimo. Nel calcio poi è una regola non scritta, puoi costruire una squadra di nomi altisonanti, ma se manca la chimica, l’amalgama, un pizzico di fortuna e una serie infinita di altri fattori, spesso queste aspettative sono disattese. Chissà quante volte avrà attraversato la mente della dirigenza del Telgate, tutto questo, nell'estate bergamasca: un passato glorioso (alla fine degli anni ottanta con il professionismo e la C2 come apice) e un futuro tutto da scrivere, fatto di incertezza, e tanto, tantissimo entusiasmo ed ambizione, da tramutare poi sul mercato con la costruzione di una rosa di primissimo livello. Furaforte, Frassine, Trovò , tutta gente di livello, di “categoria” come si dice in questi casi, ma il rischio di avere il famoso album di figurine era dietro l’angolo. "Favorita? Sicuramente il Telgate" si sentiva dire da Villongo a Vertova, da Sarnico a Pradalunga, quasi ad esorcizzare questa nuova potenza, questa realtà che sembrava voler riprendersi ciò che il tempo le aveva tolto. Un avvio shock, con la sconfitta a San Paolo, poi quattro vittorie consecutive, a spazzare i dubbi, a chiarire che questa non è solo un’accozzaglia di nomi, ma una squadra vera, con il quale tutti dovranno fare i conti. In un momento in cui altre piazze storiche faticano, alla ricerca di se stesse e di risultati (il momento difficilissimo sul campo e fuori del Sant’Angelo, una Tritium che delude e già cambia tecnico) Telgate rappresenta una mosca bianca, in un girone che neanche a dirlo, e tra i più competitivi del panorama lombardo. All’orizzonte intanto un trittico (Lemine, Vertovese e Gavarnese) che potrà dirci sicuramente qualcosa in più su questa corrazzata, che dopo le premesse estive deve affrontare i rigori dell’inverno. Caro Telgate ora dimostra chi sei, winter is coming.