Esordio da titolare contro il Vittuone e prima vittoria per il Brera in campionato, solo alla settima giornata: se non si può parlare di talismano, poco ci manca per Nikolas Kyriakides. Classe 1997, il cipriota è venuto a Milano questa estate per frequentare la facoltà di Architettura al Politecnico ed è venuto a conoscenza della formazione neroverde in un modo molto curioso. «Ho cercato su internet una squadra in cui potessi giocare nella città della mia università e ho trovato la cosiddetta “terza squadra di Milano”. Così ho mandato una mail a fine agosto, scrivendo le squadre in cui ho militato. Mi ha ricontattato il direttore sportivo Giuseppe Pardeo per un allenamento di prova qualche giorno dopo: ho soddisfatto tutti ed è così che sono entrato a far parte di questo gruppo». Quali sono le tue esperienze calcistiche a Cipro? «Dai quattordici anni ho giocato nelle giovanili dell’Apollon Limassol (squadra di Serie A cipriota, inserita nello stesso girone dell’Atalanta in Europa League, ndr), quindi posso dire che sono calcisticamente cresciuto là, ricoprendo i ruoli di terzino e ala sinistra. A diciotto anni sono andato in prestito all’Erimi FC per farmi le ossa in Serie B e giocando in Coppa contro avversarie blasonate come l’AEK Larnaca: lì ho giocato da mediano perché facevo il militare e non ero così in forma per giocare sulla fascia. Negli ultimi sei mesi ho giocato nella Primavera del Pafos FC, riprendo il ruolo di stopper. Trasferitomi a Milano, mi sono svincolato dall’Apollon e sono andato al Brera». Hai notato in questi mesi delle differenze tra il calcio cipriota e il calcio italiano? «A Cipro ho giocato come professionista, mentre qua in Italia sto disputando un campionato dilettantistico. Il livello è abbastanza alto in Promozione, categoria che paragonerei ad una Serie B cipriota per competitività. Quando giocavo all’Erimi eravamo tutti giovani, mentre qua, anche se siamo in Promozione, puoi scendere in campo con o contro calciatori molto esperti ed ex professionisti, da cui si può solo imparare e questo è un fattore molto positivo per il prosieguo della mia carriera». Quali sono le tue impressioni sul Brera? Non siete partiti bene, però ora state guadagnando terreno… «Nelle prime settimane ci conoscevamo poco, ma ora stiamo diventando una famiglia, con il presidente Aleotti e il ds Pardeo che sono sempre presenti con noi ad ogni allenamento. Andrea Valle e il suo assistente e figlio Gabriele sono molto preparati e ci spiegano nel migliore dei modi cosa dobbiamo fare in campo. Il tecnico è molto esperto e mi sta schierando come mezzala sinistra nel 4-3-1-2, modulo che è congeniale per i giocatori che ha a disposizione e che rende la vita difficile agli avversari quando devono attaccare. Inizialmente, concedevamo molte reti gratuite ma, lavorando tatticamente, stiamo riuscendo a rendere al meglio nel rettangolo di gioco». Siete terzultimi a 8 punti dopo dieci partite giocate: in quale posizione vorresti concludere la stagione? «Contro la capolista Varzi abbiamo pareggiato, mentre nella mia prima partita abbiamo affrontato un’ottima squadra come il Vittuone, che in quel momento era secondo, e abbiamo vinto: considerato questo, penso che potremmo arrivare anche tra le prime cinque. Credo che la posizione in cui ci troviamo adesso sia bugiarda e per questo dobbiamo cominciare a risalire». A partire da questa domenica in cui affronterete il Bareggio, una delle favorite del campionato. «Dovremo essere concentrati per tutti i novanta minuti e giocare di squadra come con il Magenta, contro cui abbiamo vinto 4-0: solo così potremo ottenere un risultato positivo, perché veniamo da un buon momento in cui abbiamo messo in difficoltà squadre molto attrezzate. Ce la metteremo tutta per conquistare i tre punti, perché ci servono per migliorare la nostra classifica e ogni settimana dovremo puntare al massimo obiettivo». Quali sono, invece, i tuoi obiettivi personali? «Era un mio sogno giocare in questo Paese, perché ritengo che la Serie A sia il miglior campionato al mondo. Al Brera mi trovo molto bene, è una squadra che mi sta dando moltissimo e che mi ha trovato anche una casa qua a Milano, per questo se mi arriverà un’offerta ci penserò molto bene prima di lasciare questo gruppo. Resterò in Italia per cinque anni per studiare e il mio obiettivo sarebbe quello di arrivare in Serie C, per giocare a livello professionistico in Italia». Le ambizioni sono molto alte per Kyriakides, uno dei protagonisti di un Brera che vuole salvarsi e che sta sorprendendo le prime della classe con le proprie prestazioni nell’ultimo mese. Enzo Navarra
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