Nuova Colognese, nuovo limbo

Limbo. Termine di origine latina, che significa orlo, bordo, o come Wikipedia insegna, nel linguaggio comune l'espressione è usata in senso figurato per indicare uno stato o una condizione non ben definita, di incertezza. E quando ti chiami Nuova Colognese non puoi accettare questa condizione, questo senso di incompiuto, sempre sul filo del rasoio. Torniamo coi piedi sulla terra: calcio, Promozione, girone C, quello delle grandi decadute (Sarnico, Ghisalbese) e delle nuove potenze (Pradalunghese, con tutte le eccezioni del caso Telgate). E di chi, suo malgrado, veleggia in mezzo, tra il futuro sognato e progettato e un presente meno roseo, con qualche nube di troppo all’orizzonte. Fuor di metafora questa Nuova Colognese non viaggia come ci si attendeva, perché i dettami della dirigenza sono chiari, netti, il paese merita, vuole, agogna, a qualcosa di più. Insomma va bene la Promozione, seppur di altissimo livello come quella di marca bergamasca, ma il pedigree gialloverde è abituato ad altri palcoscenici, altri mondi, altre categorie. Lo scorso anno fu il primo con la denominazione attuale dopo la parentesi Cologno Frassati, con quel Nuova come a voler distaccarsi col passato, ma quel Colognese che invece ha radici profonde, nel territorio, nel cuore della gente che brama più in alto. Se la passata stagione fu transizione però, in quella corrente era lecito attendersi di più, con un tecnico come Bonomi reduce da una annata difficile proprio a Ghisalba (corsi e ricorsi) ma che rimane di prima fascia, e una rosa che si è affidata a qualche certezza ex Brembate con l’ausilio di giovani di belle speranze. Ad oggi però conviene guardarsi le spalle (+1 sulla zona playout), con la sfida di Vertova domenica che potrà dire moltissimo sul 2018 che si vivrà a Cologno, perché il limbo non può che essere una condizione temporanea, e prima o poi, devi decidere da che parte stare.