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Caso La Loggia, la lettera dell'ex presidente Stefano Rigoli

Il campo di La Loggia

Il campo di La Loggia

Dopo il clamoroso svincolo di 140 ragazzi in casa La Loggia, la chiusura dell'impianto, le dimissioni del presidente Rigoli e i timori di dirigneti, allenatori e genitori, pubblichiamo la lettera inviataci da Stefano Rigoli.

«Buongiorno, 
trovo giusto scrivere queste righe dopo le mie dimissioni come Presidente per mettere a tacere le tante voci che ho sentito fino ad oggi così come le tante parole lette sui social. Parto facendo un piccolo riassunto di ciò che è stato il mio percorso fino alle mie dimissioni ovvero quando dal 3 luglio 2017 ho ufficialmente preso la Presidenza del La Loggia in una situazione che lì realmente rasentava il fallimento (circa 15.000 euro di debiti) con un impianto distrutto da una tromba d'aria appena 5 giorni prima e la decisione di rimetterlo almeno in ordine. La strada è stata subito in salita, mi ci sono trovato dentro, la situazione era veramente fallimentare e molti mi hanno chiesto di rimetterlo a posto perchè non poteva finire così la storia di quella società, con molta pazienza e sacrificio monetario personale, tempo, stress psicologico e di un paio di volontari del paese abbiamo iniziato a rimettete paletto per paletto. Alcune persone del comune hanno fatto di tutto per non far riprendere le attività, non hanno voluto aiutare economicamente e materialmente la società cercando di metterci davanti gli occhi normative, decreti e procedure mai utilizzate o mai fatte rispettare in 40 anni di attività. Chi mi è stato vicino sa benissimo la lotta che ho fatto per superare ogni cavillo burocratico con ore e ore di riunioni in comune, confrontandomi con chi in quel momento era all'interno della società e senza mai indietreggiare tanto da diventare scomodo per alcuni perchè in questo trambusto qualcosa non tornava, troppe incongruenze comprese solo poi circa a meta' settembre, ma tra poco qui ci arriverò. In tutto questo lasso di tempo sono stato preso di mira da alcune persone che diffamavano, minacciavano e quant'altro senza però mai metterci il viso, la reale motivazione scoperta dopo era che avrebbero voluto loro prendere quell'impianto ma sono arrivati tardi. Ogni giorno per due mesi ho fatto ogni genere di lavoro pur occupandomi nella vita di altro, lì tutti mi appoggiavano quasi come un "salvatore" e io rispondevo che era solo ciò che un presidente avrebbe dovuto fare. Oggi sembra sia io invece il "carnefice", troppo facile così. 
Nessuno o pochi sanno che quell'impianto è stato riaperto a metà setttembre dopo aver fatto gran partr dei lavori solo grazie a una mia autocertificazione. Ecco che qui vengo a scoprire il reale motivo per il quale il.comune aveva provato in tutte le maniere a non far riaprire il campo.
 Ad attività iniziate mi pongo la omanda del com'è possibile che si riapra un impianto solo con un'autocertificazione e non con un sopraluogo dell'ufficio tecnico? Semplice... veniamo a scoprire che quell'impianto è TOTALMENTE ABUSIVO ovvero sorge su terreni agricoli e non su terreni ad uso servizi come le normative prevedono, tutto cio' che c'è sopra è stato costruito abusivamente ecco perchè il comune con la mia autocertificazione mi ha dato l'ok, ha responsabilizzato me, baipassand i referenti dell'ufficio tecnico che, a stessa detta loro, non sarebbero venuti perchè per quest'ultumo non esisteva nessun impianto sportivo! Ancor più grave è che su questo impianto è stata data l'omologazione da parte della lega. Quindi chi controlla? 
Soldi spesi, indebitandoci con fornitori per la ricostruzione dell'impianto il comune mi metteva davanti o la chisura di tutto o questo scarico di redponsabilità. Per i ragazzi, genitori, bambini, paese intero e storicità ho deciso di firmarla e fare andare avanti le attività, mettendo tra le priorità la sistemazione di quanto più possibile entro giugno. Le difficoltà quindi sono state molte, si sapeva che sarebbe stato un anno difficile, il pareggio di bilancio come da consuntivo si sarebbe avuto tra giugno e luglio 2018, ma più si cercava di fare qualcosa di valido calcisticamente e più aumentavano gli attacchi personali, minacce e quant'altro pur di farmi stancare. Bene quel momento è arrivato a fine novembre quando un una riunione con il comune ho chiesto di venirci incontro con un contributo una tantum o di pagamento di alcune fatture sospese, ma la risposta è stata NON CI SONO SOLDI per poi solo alcuni giorni dopo deliberare in riunione straordinari 10.000 euro da donare alla Caritas. A dicembre stanco di lottare su ogni fronte ho deciso di dare le dimissioni. 
Sono stanco, amareggiato ma ho fatto in questo periodo tutto ciò che era nelle mie possibilità. 
Ma a tutto c'è un limite, la società non è fallita come si dice, durante l'ultima riunione nessuno si è voluto assumere la responsabilità di prendere la mia carica, a parole è facile al momento pratico però tutti scappano, bèh io questo non l'ho fatto ho rimesso in piedi tutto cio' che ho potuto, venendo criticato per ogni cosa. Per darvi un idea come in.una riunione di condominio dove non si ha mai l'unanimita' peccato che e' durata tutti i giorni per diversi mesi. 
La società ad oggi ha circa 15.000 euro di debiti (avendo subito anche una tromba d'aria posso assicurare che sono pochissimi)  con un contributo che arriverà dal comune entro giugno 2018, quindi che si parli di cose reali, di responsabilità che nessuno si vuole prendere, non di fallimento!! Non ci fosse stata oggi già a dicembre eravamo in pareggio di bilancio compresi i debiti pregressi dell'anno scorso. Potevo far di meglio? Sicuramente!! Ma dopo critiche, diffamazione, minacce, una convenzione firmata dal comune per un impianto fantasma i miei soldi e delle persone che mi seguono li porterò altrove sempre per progetti per ragazzi! E' una sconfitta di tutti gli utenti, di chi ci ha messo anima e corpo, tempo, passione e tra questi per quanto adesso sia facile darmi colpe anche per me.
 Con le mie dimissioni nessuno ha voluto prendersi a carico questa responsabilità questo vale più di molte parole di conseguenza decade la mia autocertificazione.
 Questo è quanto mi sentivo di dirvi» Stefano Rigoli
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