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10 Marzo 2023
Un altro caso che può portare strascichi pesanti sul campionato e che, in un modo o nell'altro, farà giurisprudenza. Dopo un mese e mezzo di attesa la partita tra Ivrea e Charvensod, giocata da calendario domenica 29 gennaio e vinta dagli eporediesi 2-1, dovrà ripetersi, dopo che la Corte Sportiva d'Appello ha accolto il ricorso valdostano in secondo grado. Diventa ufficiale quindi l'errore tecnico da parte dell'arbitro Scidà di Torino, ma spieghiamo bene cos'è successo.
LA DISTINTA DI GARA CON I NUMERI "SBALLATI" PER LO CHARVENSOD
Sfida playoff in uno degli stati più suggestivi della regione: ad Ivrea arriva lo Charvensod di Claudio Fermanelli, pronto per il colpaccio. C'è però un problema: i gialloblù hanno dimenticato metà delle maglie a casa, precisamente dal numero 2 al numero 9, comunicando all'arbitro che il dirigente valdostano stava tornando in Valle per recuperare le divise mancanti. Il direttore di gara autorizza comunque l'utilizzo delle maglie dal 10 al 20 per i titolari, ma i calciatori in panchina sarebbero rimasti sprovvisti di divisa fino all'arrivo del dirigente.
Il regolamento prevede (Regola 4, casistica 7) che, in caso di divisa mancante, il calciatore subentrante debba indossare la divisa al rovescio del calciatore sostituito, purché la divisa al rovescio non sia troppo simile a quella degli avversari o troppo dissimile da quella dei compagni di squadra.
Nel corso del primo tempo si fa male il 2003 Gabriel Gazzera ed è pronto all'ingresso Francois Chamonin, ma l'arbitro impedisce il cambio, appellandosi proprio alla regola sopra citata: stando al supplemento di rapporto del Signor Scidà di Torino «La maglia al rovescio il giocatore subentrante era “diverso sai suoi compagni e poteva confondersi con gli avversari”» e la sostituzione non avviene fino al minuto 38, quando arriva il dirigente dello Charvensod con le maglie dimenticate a casa.
Dopo la sconfitta subita, lo Charvensod presenta regolare preannuncio di reclamo al Giudice Sportivo Territoriale. Il ricorso verrà però respinto in data 9 febbraio, confermando come corretta la decisione dell'arbitro di impedire il cambio proprio perché, nonostante la richiesta da parte dei valdostani di ricorrere alla Regola 4 casistica 7 (maglia girata al contrario) non è stato possibile poiché la divisa di gioco al rovescio era troppo diversa da quella dei compagni dello Charvensod e troppo simile a quella degli avversari dell'Ivrea.
Dopo la sentenza di primo grado a "ribaltare il risultato" ci pensa ancora la Corte Sportiva d'Appello Territoriale, che accoglie il ricorso dello Charvensod mandando a ripetere la partita per errore tecnico. Stando al comunicato numero 75 LND Piemonte/VdA del 9 marzo .
Dall’infortunio al minuto 38° la ricorrente gioca in inferiorità numerica per decisione arbitrale non disciplinare. La questione attiene alla correttezza o meno della decisione arbitrale. Questa Corte ritiene che sia errata in quanto la giustificazione del direttore di gara per non aver autorizzato la sostituzione non è condivisibile ed integra un chiaro errore tecnico. Nel supplemento di rapporto di legge che con la maglia al rovescio il giocatore subentrante era “diverso sai suoi compagni e poteva confondersi con gli avversari”. E’ sufficiente scorrere le fotografie versate in atti dalla reclamante relative alla divisa indossata durante la gara in questione e quelle riportate sui mezzi di informazione relative alla divisa della società avversaria per avere contezza dell’equivoco in cui è caduta la terna arbitrale. Nessuna confusione con gli avversari, nessuna diversità (se non la mancanza del numero, ma non è questo ovviamente il punto) dai compagni. La sostituzione doveva essere autorizzata sin da subito e non dopo 15 minuti, quantomeno; cosi non è stato e la gara va ripetuta per chiaro errore tecnico.
Con le prove portate dallo Charvensod la sentenza viene ribaltata e la partita si dovrà rigiocare mercoledì 15 marzo alle 20.30, a Bollengo. A destare la rabbia e la delusione in casa Ivrea, che perde così 3 punti pesanti e il "vantaggio" di giocare al Pistoni, è la mancata testimonianza del direttore di gara, il quale non si è presentato durante la seduta del 3 marzo 2023.
Delusione e tanta amarezza: due parole per descrivere lo stato dei dirigenti dell'Ivrea, che saranno costretti a rigiocare una partita già vinta e soprattutto lontano da casa. Il presidente Dario Ravera Chion ha voluto esprimere, a nome di tutto lo staff dirigenziale e tecnico, il proprio disappunto: «Sta diventando sempre più difficile fare calcio, visto e considerato che gli organi competenti non fanno nemmeno bene il loro mestiere. A fronte di un ricorso vinto, dove l'arbitro sostiene di aver preso la decisione giusta, viene dato errore tecnico perché l'arbitro non si è presentato a testimoniare e a confermare la sua tesi».
«Sorvolo sul comportamento dello Charvensod, che fa ricorso nonostante una sua dimenticanza - prosegue Ravera Chion - Ma ci fa rabbia soprattutto il comportamento poco consono dell'arbitro. Se loro presentano delle prove e manca la contro-parte, come fa il Giudice a sentire a dovere le due campane? Per noi questo è un danno su più fronti, dai punti persi ai costi che avremo per giocare a Bollengo in settimana. Saremo rimaneggiati per gli impegni lavorativi, dovremo affittare il campo e soprattutto abbiamo perso dei giocatori per diffida nelle sfide successive proprio a causa dei gialli collezionati contro lo Charvensod. Chiudo con una frase diretta allo Charvensod: quest'anno i playoff rischiano pure di saltare, ma è così sensato fare questi ricorsi? Non ci stiamo giocando la vita, non dobbiamo attaccarci ai cavilli regolamentari».