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Politica Sportiva

Sergio Pedrazzini: Andremo fino in fondo, ce lo ha insegnato Carlo

Portare a termine il lavoro iniziato è un dovere, questo il messaggio per le società della Lombardia

Carlo Pedrazzini: Andremo fino in fondo, ce lo ha insegnato Carlo

Nel segno della continuità, per proseguire il percorso iniziato oltre due anni fa. Sergio Pedrazzini è il candidato alla Presidenza del Comitato Regionale Lombardia che l’Assemblea delle società di sabato 25 marzo è chiamata ad esprimere. Un dato è certamente inoppugnabile: Pedrazzini, designato Vice Presidente Vicario dallo stesso Tavecchio, segna la continuità di un progetto cominciato con lo stesso Consiglio. Il lavoro iniziato da Carlo Tavecchio, sostiene lo stesso Pedrazzini “non può che essere portato avanti e il Comitato Regionale deve farlo senza contrasti e nel massimo rispetto e interesse delle società, che arrivano da anni complicati”.

Pedrazzini, perché ha deciso di candidarsi e per quale motivo si ritiene la persona giusta per guidare il Comitato Regionale Lombardia da qui sino al 2025?

Ci sono tre punti fondamentali che spiegano perché ho scelto di candidarmi a queste elezioni per la Presidenza del Comitato Regionale Lombardia: continuità, urgenza e logica. La continuità deriva dal fatto che c’è una squadra di Governo in carica e che lo sarà fino al 2025. Incontro ogni giorno tantissimi Presidenti e dico sempre che, come loro ben sanno, le squadre non si smontano dalla sera alla mattina. Il percorso è tracciato: abbiamo l’obbligo di portare a termine rapidamente ciò che abbiamo cominciato e dobbiamo farlo con un Presidente che sia in sintonia con il Consiglio Direttivo, che condivida idee, programmi, priorità. Proprio per questo parlo di logica e di urgenza. Ogni giorno di lavoro è fondamentale.

Il suo rivale Alberto Pasquali sostiene però che per lui non sarebbe un problema essere a capo di un Governo di “segno opposto”.

Non voglio entrare nel merito, mi permetto solo di dire che se sostieni l’illegittimità di un Consiglio poi non puoi voler governare con lo stesso Consiglio. Io personalmente farei fatica a lavorare in sinergia con un Direttivo contro il quale ho presentato - e perso - quattro ricorsi, sostenendo che le elezioni non fossero regolari. Punti di vista.

Quali sono le prime riforme da attuare a tutela dei club?

In questo momento non è più tempo di raccontare la riforma, lo abbiamo già fatto. La priorità è capire come questa si possa migliorare, a tutela dei club dilettantistici. Abbiamo aperto e strutturato un tavolo con la Lega Nazionale Dilettanti, avendo avuto spazio dal Ministro Abodi di una proroga per emendare la Legge e modificare le Carte Federali. Non possiamo cambiare la legge, però possiamo migliorarla. C’è una serie di proposte concrete, già presentate all’Assemblea del 14 gennaio e consultabili da tutte le società. Tra queste, mi preme sottolineare la richiesta di un periodo di transitorietà superiore ai 12 mesi previsti dalla norma del vincolo sportivo per i calciatori vincolati e la necessità di istituire un premio al tesseramento per i cosiddetti volontari sportivi, affinché il lavoro svolto nei settori giovanili sia ancora valorizzato. Inoltre, devono essere semplificate le procedure amministrative e devono essere unificate le soglie di riconoscimento del lavoratore sportivo. Vogliamo venga introdotta la figura dello “sportivo dilettante”, il soggetto tipico del nostro movimento. Quest’ultimo non dovrà rientrare nel limbo della burocrazia, che sarebbe ingestibile per le società.

Quali sono gli altri obiettivi che vi siete posti?

Gli obiettivi sono molteplici. Stiamo lavorando all’implementazione di un hub informativo e alla creazione di un sito più interattivo che permetterà alle società di usufruire in maniera più funzionale di molti servizi. Possono sembrare banalità, ma in questo momento se uno apre il nostro sito e cerca il Comunicato numero 1, la Bibbia del nostro calcio per i club, deve scavare per trovarlo. Le società hanno bisogno di reperire facilmente il materiale necessario. Devono poter beneficiare di un hub con servizi audio e video di formazione di semplice accessibilità e comprensione. Promuoveremo dei corsi in materia fiscale e sulla Riforma dello Sport. Tra gli sportelli, quello che deve avere una più rapida soluzione è quello relativo ai bandi: per molte società questo è un tema complesso, perché ci sono norme difficili e tanti tecnicismi. Il nostro compito è quello di garantire un ufficio a cui chiedere aiuto, con uno specialista in materia. Abbiamo già istituito più sportelli, regolarmente seguiti.

Come intende sviluppare il calcio femminile che in Lombardia inizia ad avere numeri sempre più importanti? Quali sono le novità che riguardano il Calcio a 5?

Il calcio femminile è in forte espansione, ma ancora fatica a trovare numeri congrui per svilupparsi territorialmente. Spesso le squadre giovanili devono ancora fare 80 chilometri per disputare una partita di campionato. Abbiamo proposto al dipartimento di aprire a campionati con squadre composte da sette o otto giocatrici anche per le Prime Squadre. In questo modo si potranno creare più realtà, anche dove non ci sono grandi numeri. L’obiettivo è incentivare il tesseramento e il percorso federale. Nel Calcio a 5, invece, con il doppio tesseramento consentito a tutti i livelli, stiamo stimolando la creazione a livello sperimentale di mini campionati di squadre che solitamente giocano a 11. Ci sono ragazzi che hanno talenti diversi, che possono manifestarsi se gli viene data la possibilità di esprimersi in una diversa disciplina.

Quali sono le riforme che sono state adottate nei campionati giovanili?

Per quanto riguarda il Settore giovanile e Scolastico ci sono due novità importanti. La prima è la possibilità di accesso ai Regionali data a tutte le vincenti dei gironi dei Campionati Provinciali. La seconda è il rimodellamento dell’Under 14 Regionale. Dalla stagione 2023/24 verrà abbandonato il sistema del campionato ‘spezzato’ con la fase autunnale Provinciale che decretava poi la composizione delle squadre della futura fase primaverile Provinciale e Regionale. Ci sarà infatti un campionato unico con la ridefinizione delle graduatorie: parteciperanno le vincenti dei gironi provinciali e le squadre regionali che avranno mantenuto la categoria.

Cosa è stato effettivamente fatto in questi due anni di Governo?

I bilanci dicono che abbiamo contenuto le spese e, anzi, queste si stanno riducendo, in un periodo in cui i costi stanno andando alle stelle e sono difficilmente contenibili. Come Comitato Regionale Lombardia, per il periodo della pandemia, abbiamo ottenuto 2,7 milioni di euro di contributi. Credo che pochi altri Comitati ci siano riusciti, considerando il contesto che ha portato i governi che si sono succeduti a non dare un grande sostegno allo sport. Inoltre abbiamo fatto ciò che le società ci hanno richiesto, ovvero essere maggiormente rappresentativi. Il Presidente Abete nell’Assemblea dello scorso 14 gennaio ci ha comunicato l'avvio dell'iter per riconoscere un aumento del 30% dei nostri delegati assembleari. Chiudo ricordando che siamo riusciti a far fronte all’emergenza energetica e a sviluppare il tema del fotovoltaico per mezzo di partnership con operatori del settore.

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