Prima Categoria
30 Marzo 2023
Una notizia sconvolgente a dir poco. Nonostante il secondo posto in classifica, nonostante la squadra sia ancora in corsa per sognare il ritorno immediato in Promozione, in casa Torinese è scoppiata la bomba. 8 calciatori, tutti considerabili come "senatori", sono stati tagliati fuori dalla dirigenza oronero.
ll capitano Marco Mancuso, il vice-capitano (nonché calciatore con più presenze presente in rosa) Luca Sperandio e i vari Andrea Pivesso (capocannoniere della squadra), Davide Mirto, Simone Schiraldi, Mattia Oliveto e Fabio Saracco (a cui si aggiunge l'addio di Emanuele Polonio, ormai un mese fa) non faranno più parte della rosa a disposizione di Andrea Mantegari, che adesso punterà forte sui ragazzi della juniores e su qualche possibile innesto last minute.
Rimarranno invece in rosa i vari Leonardo Romero, Michele De Lucia, Emanuele Fricano, Luca Quatrana, Andrea Rima, Shadi Nosrallah e Luca Scoditti, oltre a vari Juniores che verranno aggregati e qualche nuovo volto.
LUCA SPERANDIO, TRA I TAGLIATI IN CASA TORINESE
Il clima nello spogliatoio della Torinese era teso già da settimane, se non mesi. Attriti tra dirigenza e calciatori (e tra calciatori stessi), parole mal digerite e l'allontanamento di Polonio tra le cause scatenanti, situazione poi inaspritasi dopo la vittoria del campionato da parte del Barcanova e il brutto KO contro la Mappanese. Martedì 28 marzo, direttamente in via dei Gladioli (al campo base della Torinese) scoppia il caos: la dirigenza è pronta a dare una scossa decisa proponendo il taglio dello stipendio, mentre i senatori dello spogliatoio puntano i piedi. Il tutto, però degenera ulteriormente.
«È stata un'annata complicata sotto tantissimi aspetti: problemi con le docce, problemi con la luce, problemi con il kit di allenamento. Per dirne una, qualcuno ha ricevuto il giubbotto di società a gennaio - racconta Marco Mancuso, ormai ex capitano della Torinese e portavoce del gruppo in uscita - Inoltre ci sono stati vari cambi in panchina, 3 allenatori con l'aggiunta di Tabbia (l'ex DS, ndr), tutte cose che hanno destabilizzato l'ambiente. La sconfitta di Mappano ha aumentato i malumori, in molti di noi erano già intenzionati a lasciare il borsone arrivati al campo martedì, ma quando siamo arrivati ci siamo trovati di fronte a una situazione folle».
«Hanno iniziato a chiamarci ad uno a uno in uno stanzino per dei colloqui individuali - spiega Mancuso - La proposta è stata di dimezzare il rimborso, con eventuale conguaglio e premio in caso di vittoria dei playoff, ma la cosa folle sono stati i modi con cui ci hanno parlati. Qualcuno di noi non aveva manco il diritto di parola, siamo stati attaccati senza possibilità di reagire. Io a sto punto mi sono rifiutato, li ho guardati e ho detto a tutti che queste cose non le faccio. Ho incrociato il presidente Squillace e gli ho chiesto spiegazioni: è folle arrivare a questa conclusione quando sei secondo e con i playoff a un passo».
MARCO MANCUSO, EX CAPITANO DELLA TORINESE
«Io da presidente avrei fatto il contrario: un incentivo economico per il secondo posto e per chiudere al meglio - conclude Mancuso - Tutti pensavano che stessimo remando contro, usando questa scusante per cacciarci. Noi andiamo in campo per giocare, se poi perdiamo bisogna dare meriti agli avversari, come la Mappanese che è una squadra forte e competitiva. Anzi, per tutta la situazione creatasi abbiamo fatto un miracolo ad essere secondi. Sembra quasi che non abbiano più bisogno di noi, ci caccino via a playoff quasi raggiunti, quasi come ci fosse qualcosa sotto. È tutto assurdo, anche perché non avevamo mai avuto mezzo problema con i pagamenti».
Come tutti i matrimoni finiti, ciascuna delle due parti ha le proprie ragioni per compiere determinate azioni. Quelle della parte sportivo-gestionale, capitanata dal tecnico Andrea Mantegari, mostra una versione differente di quanto raccontato dai calciatori della Torinese. «La società, dopo le due sconfitte, ha preso posizione ipotizzando di bloccare i rimborsi. Ieri discutendo si era poi deciso di dimezzare al 50% la mensilità per poi restituire la cifra completa a obiettivo raggiunto - spiega Mantegari - Il tutto è stato fatto solo per spronare i giocatori, una cosa che nel calcio è sempre accaduta. Calciatori chiave e che hanno percepito già delle mensilità in anticipo han comunicato di accettare in prima battuta, ma poi si sono rifiutati a posteriori: queste sono persone false».
«Quello che evidenzia tutto ciò è che i risultati hanno sempre nascosto delle problematiche a livello di gruppo - prosegue Mantegari - Atteggiamenti doppiogiochisti, poco rispetto dei giovani, gente che pensa di essere chissà chi pur non avendo fatto niente in carriera. È stato un episodio che ha fatto traboccare il vaso, era da settimane che convocavo i giovani perché i giocatori non venivano ad allenarsi. Mi spiace per il Presidente che è prima di tutto un tifoso e che negli ultimi anni è stato mal consigliato nella costruzione della squadra. Sembra che la situazione si sia incrinata maggiormente proprio dopo l’addio dell'ex DS Tabbia. Adesso capiremo chi vorrà realmente rimanere, viceversa aggiungeremo nuovi giocatori e manderemo in campo i giovani meritevoli».
Il più arrabbiato di tutti, però, è il presidente Sante Squillace: dopo l'ennesimo anno di investimenti per salire di categoria, il numero uno oronero si è ritrovato circondato da calciatori che, secondo lui, non si sono comportati all'altezza della situazione. «Io ho ripetuto 400 volte che la riduzione dello stipendio era per spronarli: avremo ridato tutto in seguito con tanto di premio Promozione, nel caso - tuona Squillace - Avevamo un monte ingaggi pari a 58 mila euro, cifre folli per la categoria e non abbiamo mai ritardato un pagamento. Cosa mi ritrovo io? Calciatori che remano contro il tecnico solo perché ha schierato due 2005. Ma che razza di ragionamento è? L'allenatore decide, punto».
«Nelle ultime due settimane manco venivano ad allenarsi - prosegue Squillace - Nello spogliatoio c'era una situazione brutta e chi ha portato questi mercenari da noi è Tabbia, il vecchio DS. Ora ne paghiamo le conseguenze, quando invece abbiamo gente come Romero, che il professionista vero l'ha fatto, che ha capito in pieno la situazione. Sono dei bambini, oltre che mercenari».
«Parliamo di calciatori come Mancuso e Pivesso che hanno già preso 2 mensilità in anticipo, e ora se ne vanno. Quindi il taglio manco li riguardava direttamente: come dovrei definirli? - Conclude il presidente - È dall'addio di Polonio che sono su di giri: io di fatto pagavo un attaccante 350 euro al mese e ha fatto tre gol. Non regalo soldi a nessuno, anzi ha pure rifiutato 200 euro. Ma io mi chiedo: ma che razza di problemi hanno? Ora che c'è un DS (Arturo Gallo, ndr) che li fa rigare dritti e si fa rispettare scappano? La partita di Mappano è stata imbarazzante, chiunque capiva che stavano remando contro. Ora basta, abbiamo speso troppi soldi e quest'anno agli allenamenti sono in 9 da settembre. Ho sentito una pioggia di scuse per assenze ingiustificate. Ora basta».
Ora in casa Torinese bisognerà chiudere il campionato e centrare i playoff: con o senza senatori, con la Juniores o i nuovi arrivati, gli oronero proveranno a chiudere con il ritorno in Promozione.