Seconda Categoria
17 Aprile 2023
SECONDA CATEGORIA BESANA FORTITUDO • Luca Santambrogio, l'estremo difensore dei brianzoli ha iniziato il campionato con 9 gare di fila senza subire gol (Foto di Gianpaolo Pallazzi)
Non capita tutti i giorni di vincere un campionato con quattro giornate d'anticipo, farlo a 54 anni giocando da titolare e risultando determinante è qualcosa di unico. Che sia nel mondo dei professionisti o in quello dei dilettanti sono infatti pochi i casi di attività a più di 40 anni, ma se si restringe il cerchio agli over 50 si entra nella leggenda. Basti pensare infatti che nella storia dei pro sono solo tre i calciatori che hanno calcato il terreno di gioco superato il mezzo secolo: Stanley Matthews (50), Kevin Poole (51) e il recordman Kazuyoshi Miura (ancora operativo a 56 anni). Un'élite ristrettissima, un po' più larga nelle realtà dilettantistiche, dove ogni tanto spuntano storie di veri e propri Highlander - l'ultima quella di Salvatore Nastasi, in grado di parare un rigore nella Prima Categoria messinese a 58 primavere -, ma quella di Luca Santambrogio è speciale.
Se la vittoria del Girone S di Seconda Categoria con un mese d'anticipo è già di per sé un grande traguardo, personale e di squadra, ciò che arricchisce l'ultimo anno del portiere nato il 2 settembre del 1968 è ciò che sta dietro questo successo, oltre ai suoi numeri da record. Alle spalle della promozione in Prima Categoria c'è infatti la retrocessione della passata stagione, affrontata in prima persona da Santambrogio: «È stata molto amara, condizionata da mille fattori. Due anni fa abbiamo fatto la squadra a luglio, si sapeva che sarebbe stato un campionato difficile, poi però ci è andato tutto un po' storto. Quest'anno al presidente e al mister ho detto che sarei rimasto solo se ci fosse stato l'intento di vincere subito e di riprenderci la categoria. La dirigenza mi ha tenuto tranquillo dicendo di non preoccuparmi e che avrebbero fatto una squadra per riuscirci».
Detto, fatto. Nonostante il peso di essere additata fin da subito come una delle favorite vista la fresca retrocessione, la formazione brianzola domina il girone mettendolo in bacheca alla 26esima giornata, registrando 22 vittorie, 4 pareggi e nessuna sconfitta. Numeri incredibili, così come quelli del suo fidato numero 1 che, saltate soltanto due partite - una per un infortunio al ginocchio e una per somma di ammonizioni -, arriva alla conquista del titolo da imbattuto, con solo 12 reti subite e una striscia a inizio stagione di 9 partite consecutive senza prendere gol, quasi come il vecchio record di Buffon. «Il merito è della squadra e dei compagni perché abbiamo un reparto difensivo di un’altra categoria. - spiega Santambrogio, che sull'incredibile vittoria del campionato racconta - Avevamo una squadra forte e si era partiti con l'intento di risalire, anche se forse non pensavamo di riuscirci così presto e con così tanti punti (15) di differenza dalla seconda. Io in realtà ero un po' titubante all'inizio. Quando abbiamo saputo che sarebbe arrivato un gruppetto di giocatori da un'altra squadra - l'Albiatese - ho arricciato il naso perché dopo tanti anni di calcio so come funziona. Temevo che sarebbero rimasti tra di loro, invece si sono messi subito a disposizione di tutti, con molta umiltà e passione, che è quello che devi avere in queste categorie. Anche sui giovani che sono venuti su dalla Juniores o che già erano alla Besana non posso dire niente: si sono integrati molto bene. Così abbiamo tirato tutti nella stessa direzione, anche chi giocava meno era sempre felice. Non ci sono mai stati screzi e mi sono trovato molto bene».
Una macchina perfetta nata dunque dalla fusione di due grossi ingranaggi - il gruppo di Albiate e i confermati di Besana - uniti da un collante forte, ma silenzioso. «Io ho fatto da chiocciola. - spiega Santambrogio - Come carattere sto nel mio, non sono uno che rompe le scatole più di tanto, se non quando serve. Ci tengo però a dire che quest'anno non c'è stato bisogno di riprendere nessuno perché tutti hanno dato tutto per l'intera stagione, pure negli allenamenti. Ero partito per vincere il campionato a tutti i costi e all'inizio ho fatto un discorso negli spogliatoi dicendo quello che pensavo, chi era in disaccordo poteva alzare la mano. Siamo stati tutti corretti fin da subito, e tutti volevamo vincere».
Alla fine il tanto desiderato successo è arrivato, ma non finisce qui. Davanti all'estremo difensore brianzolo e ai suoi compagni si staglia infatti un ultimo record da raggiungere insieme: chiudere il campionato senza sconfitte. Un qualcosa che nella storia dei Top 5 campionati europei è riuscito soltanto a tre squadre, ovvero Arsenal, Milan e Juve, e che renderebbe ancora più speciale la stagione dei biancazzurri, uniti verso anche quest'ultimo obiettivo, come dichiara Santambrogio: «In settimana ne abbiamo parlato e io per primo l'ho detto al mister, che giustamente penso farà un po' di rotazioni. A prescindere da quello vorrei comunque finire il campionato da imbattuto perché sarebbe una bella soddisfazione, e anche con i miei compagni siamo tutti d'accordo: vogliamo finire in bellezza».
La festa dei giocatori della Besana dopo l'ultimo derby con il Giussano, pareggiato nonostante 4 cartellini rossi a sfavore
Come tutto ebbe inizio, invece, è un po' alla vecchia maniera. «È nato tutto dall'oratorio. Chi sta in porta, chi no, sono andato io e mi è subito piaciuto. - ricorda l'estremo difensore della Besana - Ho fatto un po' di tornei e nel 1985 sono andato alla Pro Victoria. Dopo ho avuto un buco di 5 anni per una squalifica perché da ragazzino ho fatto una cazzata con un arbitro all'ultimo torneo serale di luglio, quando dovevo andare alla Pro Patria. Esisteva ancora la C2, sicuramente avrei fatto il terzo, ho fatto ricorso e mi hanno tolto due anni, però lì ho perso il treno». Lasciato alle spalle quell'episodio, per Santambrogio la scalata ricomincia: «Ho ripreso a Vedano in Prima Categoria, anche se all'epoca non c'era l'Eccellenza, quindi dalla Promozione si andava all'Interregionale - attuale Serie D -. Ho fatto bene, sono passato in Promo e ho fatto un po' di anni in Eccellenza - istituita nel 1991 -, poi l'Interregionale con la Pro Lissone, con cui ho fatto i playoff, che però abbiamo perso. Era una piazza abbastanza importante negli anni d'oro, ma dopo sono dovuto scendere di categoria perché loro si allenavano di pomeriggio e io ero impegnato con il lavoro».
Luca Santambrogio in una delle sue tre parentesi con la Pro Lissone
Sconfitta a parte, la prima avventura in biancoblù resta uno dei momenti più belli della carriera del portiere, che scorrendo il suo album di fotografie ne pesca altre: «Ho bei ricordi ad Arcore, anche se pure lì abbiamo perso i playoff in Promo. Ho vinto invece un campionato a Cavenago, sempre in Promozione. Siamo andati in Eccellenza e siamo retrocessi nel famoso girone di ferro dove c'erano Canzese, Pizzighettone e il Sancolombano d'oro. A Canzo tra l'altro giocava l'ex centrocampista del Napoli, Massimo Crippa. Purtroppo siamo retrocessi all'ultima giornata, ma erano di un'altra categoria, non mi posso lamentare. In generale ho vinto pochi campionati, però sempre belli. Mi ricordo soprattutto di Renate, Pro Lissone, Cavenago, Arcore e Casatenovo, dove avevamo fatto una squadra veramente forte, ma a ottobre mi sono rotto tibia e perone quindi ho finito la stagione, e sono rimasto fuori un anno».
Un bel giro di esperienze, tra cui anche quelle con Seregno, La Dominante e Vimercatese, dovuto secondo Santambrogio al fatto che «non so se sia un difetto o un pregio, ma non ho peli sulla lingua. In certe situazioni so che è meglio mordersela, però non ce la faccio. A tanti allenatori o persone non è andata giù, quindi a fine anno il rapporto si rompeva. Voglio le cose giuste, quando non le vedevo lo dicevo sempre in modo educato, però a qualcuno magari non andava, per cui ho girato tante squadre. Negli anni indietro avevo anche molte più richieste, quindi mi spostavo». Nonostante questo, Santambrogio non manca di citare alcune importanti persone incontrate durante il suo percorso: «Mi sono trovato bene a Lissone con il preparatore dei portieri, un certo Pezzano, che aveva fatto Monza e Como. Mi sono trovato benissimo anche con Alberto a Biassono, che aveva fatto il secondo a Monza, e con un mio compagno di squadra che ora fa il direttore generale, ovvero Davide Dattola, una bravissima persona». Tante conoscenze che portano il numero 1 a tenersi ancora aggiornato sul mondo dilettantistico, come spiega: «Sto seguendo il Biassono, dove sono andato e tornato un paio di volte. Conosco tutta la dirigenza, il ds Sangalli, il mister Avella, con cui ho sempre giocato contro, e il suo vice Bonetto; ho dei bei ricordi lì. Per essere neopromossi quello che stanno facendo è tanta roba. Tengo d'occhio anche la Pro Lissone e un po' la Triuggese perché capita di sentirmi con mister Casiraghi».
Il portiere della Besana ai tempi di Casati Arcore
E parlando di figure particolari, durante la sua lunga carriera Santambrogio ha avuto modo di assistere all'affermazione di vari portieri nel palconoscenico dei professionisti. «Negli anni addietro mi piaceva molto Zenga come persona e modo di giocare, o anche Peter Schmeichel. - spiega il numero 1 della Besana, che sull'epoca attuale aggiunge - Adesso mi piace ovviamente Maignan, veramente un gran portiere, però sto seguendo pure Vicario, che non mi dispiace ed è molto bravo anche lui. Non mi piacciono invece quelli inglese e spagnoli per la tecnica strana che hanno di parare le palle basse».
Cantava Luca Carboni, ed è anche ciò che viene da pensare nel caso di Santambrogio, che per arrivare a quasi 55 anni a giocare ancora titolare non manca di curare con passione il suo corpo. «Sono sempre stato uno molto rigido con me stesso. - spiega il portiere - Saranno 30 anni che al sabato sera non esco se gioco la domenica. Prima mi allenavo tre volte a settimana, ora giocando in Seconda Categoria ne faccio due più uno per i fatti miei. Vado con il personal trainer in una piccola palestra privata, dove, essendo portiere, faccio espolisitività e forza, ma vado anche a correre, faccio i gradoni, le salite, qualche giro in bicicletta e a casa ho gli elastici per fare gli esercizi che ho imparato». Una forza di volontà e una dedizione da vero professionista, ma non è solo una questione di tenersi forma per giocare a calcio, come racconta l'estremo difensore: «Vivo per lo sport, a prescindere se gioco o meno. Lo faccio per me stesso. Anche d'estate, sia che sono con o senza squadra, mi alleno quattro volte a settimana buttando dentro un'oretta di potenziamento la domenica e faccio parecchi sport, tra cui padel, tennis e nuoto». Normale dunque chiedersi quali siano i momenti di riposo. «Di solito faccio 10 giorni a luglio di relax. - afferma il portiere, che poi però aggiunge - Ad agosto vado in montagna, dove dò sfogo a corse e camminate di 2/3 ore».
Un giovnae Luca Santambrogio ai tempi dei tornei serali, dove vinse il premio di miglior portiere
Al di là del fisico, il grande motore della storia del classe '68 è l'ingrediente più importante della vita in generale: la passione. È quella infatti che lo tiene ancora tra i pali dei campi di gioco, e che pure dopo averne viste di ogni tipo porta con sè gioie e dolori. «L'anno scorso, che è stato abbastanza sfortunato, dopo la domenica ero sempre sclerato per due giorni. Tanti mi dicono come faccio alla mia età a non fare fatica, e hanno anche ragione perché se ci penso non so quanti siano ancora in attività alla mia età, però io il calcio lo vivo a 360 gradi. - racconta Santambrogio, che alla fatidica domanda su quando giungerà l'ora di appendere i guantoni conclude - L'ho sempre detto a tutti e anche alla mia compagna: fin quando sto bene fisicamente continuerò a giocare. Nel momento in cui ti rendi conto di iniziare a fare fatica bisogna dire basta perché rischi di diventare ridicolo. Io infatti alla fine di ogni stagione mi tengo in forma, ma non mi metto a cercare squadra, so di avere 54 anni. Finora comunque mi sono sempre arrivate un paio di chiamate, certo, non dall'Eccellenza perché alla mia età non posso più giocare in quelle categorie, però secondo me posso farlo in Prima e Seconda. Già quest'anno mi erano arrivate proposte per restare in Prima, però ho accettato questo percorso di ripartire e vincere con la Besana e sono rimasto qui, e sono veramente contento della mia scelta».
E con un campionato appena vinto alle spalle è normale chiedersi se il futuro sarà ancora tra i pali dei brianzoli, e su questo l'esperto portiere è chiaro: «Se non dovessero confermarmi mi dispiacerebbe, ma lo capirei. Se dall'altro canto dovessero confermarmi sarei veramente felice perché mi sono trovato molto bene con la società, il gruppo, lo staff e il mister, quindi mi piacerebbe continuare almeno un anno visto che a oggi sto bene». Il futuro, dunque, è ancora da scrivere, ma intanto Santambrogio può aggiungere al suo libro ricco di pagine un capitolo che sicuramente non scorderà mai.