Serie D
19 Maggio 2023
SERIE D FOLGORE CARATESE-CITTÀ DI VARESE • La condizione di una delle porte incriminate nel secondo ricorso vinto dagli ospiti
Il Città di Varese ce l'ha fatta: niente Eccellenza, l'anno prossimo sarà ancora Serie D. La Corte Sportiva d'Appello Nazionale dà infatti ragione ai biancorossi in merito a quanto successo nella sfida con la Folgore Caratese, ribaltando il 2-0 maturato sul campo che aveva condannato gli ospiti alla retrocessione in uno 0-3 a tavolino che costa la perdita della categoria da parte dei brianzoli. Un risultato che garantisce - per ora - la permanenza in categoria agli ospiti, ma occhio al terzo e ultimo reclamo in procinto di arrivare.
Che il caso più chiacchierato della settimana avrebbe continuato a far parlare di sé anche oggi era chiaro già dopo il primo ricorso del Città di Varese respinto dal Giudice Sportivo. Un reclamo fondato sull'irregolarità del terreno di gioco, con «due avvallamenti superiori a 3 centimetri», le «distanze tra le traverse e il resto del campo rimaste inferiori a quelle regolamentari» e lo «sdoppiamento delle linee di porta rese di larghezza ben superiore a 12 centimetri, o comunque di larghezza superiore a quella del palo», come riportato nel comunicato ufficiale numero 141 della LND. Punti che non hanno convinto il Giudice Sportivo, che ha convalidato il risultato finale, ma che con un precedente alle spalle - quello di Sangiovannese-Grosseto - facevano ben sperare i lombardi. Proprio come a fine marzo, quando i biancorossi toscani vinsero al secondo grado d'appello, il Città di Varese si aggiudica il secondo ricorso e festeggia - per ora - la salvezza. Per ora, sì, perché alla Folgore Caratese resta l'ultimo tentativo di ribaltare nuovamente tutto, ovvero fare reclamo al Coni, anche se le speranze di riuscita sembrano ormai ridotte al minimo.
«Sì, faremo controricorso in terzo grado, ci presenteremo al Coni. - afferma infatti Mauro Borghetti, direttore sportivo dei biancoblù, che sulla sentenza della sconfitta a tavolino commenta - Rimane l'amaro in bocca per la decisione di un giudice che non c'era e che ha deciso non si sa bene con quali motivazioni. Le vedremo. Forse non avevamo il 100% delle ragioni ma un arbitro ci ha dato il suo benestare per giocare. Poi sul campo siamo stati bravi e meritevoli di salvezza». Il campo, il Giudice Sportivo e la Corte d'Appello hanno parlato, ora si aspetta solo l'ultimissima parola, quella che metterà nero su bianco la parola «Fine» al playout più discusso degli ultimi tempi.