Coppa Serie D
02 Settembre 2023
COPPA SERIE D ALCIONE-CLUB MILANO • I due numeri uno: a sinistra Guido Marrone, presidente del Club, a destra Marcello Montini, presidente dell'Alcione
La stagione è appena iniziata ed è già tempo di derby. Non parliamo di un Inter-Milan - anch'esso settembrino quest'anno - ma di una sfida totalmente inedita, un appuntamento con la storia che rimarrà nell'epica dilettantistica e che, chissà, potrebbe fare da trampolino di lancio per qualcuno verso orizzonti ambiziosi. Nel primo turno di Coppa Italia Serie D - previsto per domani, domenica 3 settembre alle ore 17:00, l'Alcione ospita il Club Milano (vincitore per 1-0 di quello preliminare in casa della Folgore Caratese). I campi sportivi delle due società sono separati da 9 km circa di strada. Un quarto d'ora scarso di macchina, traffico meneghino permettendo. Eppure le «terze squadre» del capoluogo lombardo non si erano mai affrontate se non in ambito giovanile. Ma era solo questione di tempo perché entrambe sono ormai fiore all'occhiello del calcio milanese, e non solo per quantità di talenti esposti in vetrina fra tutte le categorie. Basti pensare, solo per citare il recentissimo passato, che mentre i crociati vincevano il playoff di Eccellenza a Caravaggio al termine di un'indimenticabile cavalcata, gli orange facevano altrettanto al piano di sopra, in Serie D. I calciatori tornano a essere protagonisti e, per quanto la partita sembri avere un favorito chiaro, il pronostico in realtà è tutt'altro che scontato.
«Sarà una festa. - dice il numero uno del Club, Guido Marrone - L'evento è di portata storica e noi lo approcceremo con felicità, con voglia di sperimentarci. Spero prevalga il rispetto, che per noi è un valore fondamentale». Probabilmente già qualche anno fa, agli albori di uno dei progetti più interessanti del panorama calcistico lombardo, il presidente immaginava di poter arrivare un giorno a presentare un dentro-fuori di tale portata con queste parole, perché dalle parti di Via Giovanni XXIII nulla è lasciato al caso. Sapere tutti i dettagli di una favola - che ormai favola non è - nata in così poco tempo è pressoché impossibile, ma i due ingredienti principali sono sotto la luce del sole: «La linea verde e la stabilità economica sono elementi che vanno di pari passo e che permettono alla società di godere di basi solide». Il patron crociato prosegue: «Io poi ovviamente sono innamorato dei miei giovanotti, conosco il loro impegno nel quotidiano e la qualità di chi li guida (Giuseppe Scavo, ndr)».
Ecco a tal proposito va detto che il tecnico non è solo nel suo operato; non di sola tattica vive il calciatore, serve anche tanto altro dietro le quinte. Sembra giocare un ruolo chiave ad esempio chi sceglie così oculatamente i nuovi giovani, perché la magia del Club Milano sta nella competitività e nel livello tecnico alto di una rosa apparentemente senza individualità di esperienza. Guido Marrone sorride sapendo di aver creato una macchina ben oleata, che alla prima esperienza in D potrà puntare senz'altro «una salvezza tranquilla»: «Ognuno ha i suoi ruoli, però devo dire che Stefano Merli è eccezionale; di lui dico sempre che è un professionista (non per niente è stato a Coverciano, ndr) prestato al mondo dei dilettanti. Quelli che seleziona poi sbocciano, ciò non toglie che dovremo essere tutti molto umili».
L'Alcione è più maturo, più rodato, ma il sistema dei biancorossi non è così lontano da quello orange, anzi; questo nonostante i due presidenti non si conoscano affatto. «Recito sempre il mio slogan: rispetto per tutti, paura per nessuno. - ricorda il numero uno della neopromossa prima di concludere con un saluto speciale - Non conosco il mio omologo avversario, non di persona almeno. Non potrò stringergli la mano di persona dal momento che domenica sarò assente, ma gli mando un abbraccio virtuale».
Quell'abbraccio virtuale lo ricambia con sportività nientemeno che Marcello Montini, vertice proprio dell'Alcione: «Saluto Marrone e ne rispetto l'operato; ho seguito l'andamento del Club Milano lo scorso anno e posso dire con assoluta certezza che non si può decisamente parlare di miracolo: sono una società seria, una squadra ben allenata, organizzata e pertanto sono saliti con merito». Cosa che dal punto di vista del regolamento avrebbe potuto fare anche l'Alcione stesso, primo nella graduatoria delle ipotetiche ripescabili dall'urna delle squadre di Serie D, sia per meriti sportivi che per classifica giovani (terza rosa per età media più bassa in tutta la categoria): «Purtroppo non abbiamo avuto parere favorevole da parte del prefetto riguardo il tema del giocare in casa all'Arena Civica: per "problemi di ordine pubblico", ci è stato riferito. Non fa niente, quest'anno riproveremo a guadagnarci il professionismo sul campo».
La beffa è che il teatro della prima partita della Nazionale fu prestato in più di una circostanza proprio agli orange nella stagione 2021/22. In quella appena passata invece la banda di Cusatis, quando non al Kennedy, chiese asilo con successo al Vista Vision di Pero, campo del Club Milano. Un vero segno del destino. Ora Montini potrà restituire il favore ospitando Scavo e soci in coppa: «Sono contento di questo derby. Vedo analogie tra noi e loro: il settore giovanile ne è l'esempio più lampante, fondamentale per rimanere al top. Nel nostro caso funge da cinghia di trasmissione, è l'unica strada per gestire razionalmente campo e cassa societaria. Lavorare bene con i ragazzi e vincere si può fare; loro con il tempo ti danno un ritorno anche dal punto di vista dei risultati, e inoltre giocano con senso di appartenenza, che non è poco».
Le due compagini si guardano, si attendono; diverse per colori e ambizioni del presente, ma simili per natura e DNA. I contorni della sfida a eliminazione diretta rendono ancora più incerto e affascinante un derby inedito, che tra l'altro non ammetterà repliche se è vero che Alcione e Club Milano, ironicamente se pensiamo alla loro geografia, non disputeranno lo stesso campionato; i primi sono stati infatti inseriti nel Girone A, mentre i secondi nel B. Con questa ulteriore premessa sarà una prima volta ancor più indimenticabile. E che vinca il migliore.