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Mascherati e con spranghe di ferro irrompono nel centro sportivo: è caos in tribuna

Ben otto pattuglie sul posto, il direttore generale: «Questi non sono tifosi, sono criminali»

ECCELLENZA SESTESE-PAVIA

ECCELLENZA SESTESE-PAVIA • Al triplice fischio l'ingresso di un gruppo non riconosciuto, che si sarebbe scontrato con i tifosi del Pavia

Lancio di bottiglie, spranghe di ferro, persone incappucciate e manganellate in tribuna: non è la scena di un film alla Hooligans, ma è quanto sarebbe successo nell'anticipo di sabato sera tra Sestese e Pavia, match valido per il Girone A di Eccellenza. Una prima partita di campionato conclusa nel disordine, con l'arrivo delle Forze dell'Ordine a fatto ormai concluso. 

LA RICOSTRUZIONE

Teatro dell'accaduto lo stadio Atleti Azzurri d'Italia di Gallarate, dove, secondo la ricostruzione dei presenti, al triplice fischio della gara (terminata 3-0 per i varesotti) un gruppo di 20 persone, munite di cappuccio, passamontagna, manganelli e spranghe di ferro si sarebbe introdotto all'interno del centro sportivo dall'ingresso principale, approfittando dell'apertura di quest'ultimo per il termine della partita. Gli aggressori avrebbero cercato e trovato un contatto diretto con i tifosi del Pavia, impegnati ancora a sostenere con i loro cori la squadra di Benito Carbone. La situazione sarebbe poi degenerata in pochi secondi, scatenando il panico sugli spalti: lo scontro tra le due fazioni sarebbe cominciato con un reciproco lancio di bottiglie e oggetti, coinvolgendo tutto il pubblico presente a Gallarate, circa 300 persone tra cui donne, bambini e anziani. L'inizio degli scontri tra i sostenitori pavesi e il gruppo non identificato ha creato scompiglio tra i presenti, che avrebbero cercato di abbandonare immediatamente il luogo del conflitto nel tentativo di raggiungere un riparo all'interno degli spogliatoi, situati sotto la tribuna dell'Atleti Azzurri d'Italia, guidati dai membri delle due società. Nessun ferito tra il pubblico coinvolto, solo attimi di terrore e qualche caduta nella fretta della fuga. Non si conoscono i reali motivi dell'accaduto, l'ipotesi è che si sia trattato di una sorta di regolamento di conti tra ultras. L'intervento di ben otto pattuglie delle Forze dell'Ordine non ha portato a nessun arresto, dal momento che il tutto si è concluso prima del loro arrivo, con i responsabili che sono fuggiti. 

«NOI NON C'ENTRIAMO NIENTE, TUTTO QUESTO È INACCETTABILE»

Un episodio subito condannato dal Direttore Generale della Sestese Matteo Moffa, che tuona: «Se dobbiamo continuare così, piuttosto giochiamo a porte chiuse. Noi in quanto Sestese ci dichiariamo estranei ai fatti, non abbiamo neanche una tifoseria organizzata. Inoltre, ci trovavamo a Gallarate e non a Sesto Calende, dove queste cose tra l'altro non sono mai successe e mai succederanno. Avevamo solo i bambini del settore giovanile con i genitori in tribuna, che era piena. Come società queste cose noi non le accettiamo, teniamo lo stadio chiuso. Poco importa dell'incasso se i bambini devono finire di vedere una partita spaventati e in lacrime. Questo non è calcio e certi episodi fanno passare la voglia di stare dentro questo mondo. Quelli di ieri sera non possono essere definiti tifosi, sono solo dei criminali».

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