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Under 19

Fa tre magie da fuori area e si prende il trono dei bomber: in 17 minuti stravolge tutto

Da piccolo due anni al Milan, ora è il leader della sua squadra: «A volte esagero, ma ci sto lavorando»

Morin Lentatese

UNDER 19 LENTATESE • Andrea Morin, trequartista dei rossoblù, con la cui maglia ha già segnato 5 gol in 4 partite

Da quella di Dries Mertens contro un giovane Provedel a quella conclusa con una rovesciata insensata di Rivaldo, passando per quella all'esordio in Champions League di Wayne Rooney o alle punizioni di Beppe Signori e Siniša Mihajlović: la tripletta da fuori area è qualcosa per pochi eletti. A questa lista di campioni, con le dovute proporzioni, va però aggiunto un nome, ovvero quello di Andrea Morin, classe 2005 della Lentatese capace di decidere la sfida con l'Arcellasco (5-2) e di prendersi così la vetta della classifica marcatori.

IN UN LAMPO

A rendere ancora più speciale l'impresa del numero 11 rossoblù sono le tempistiche. Lo spettacolo di Morin si concentra infatti in appena 17 minuti, quelli tra il 21' e il 38' del primo tempo, quando il risultato passa dallo 0-0 iniziale a un 3-0 in discesa per la sua squadra. «All'inizio eravamo in un momento un po' difficile, anche se era una situazione di controllo sia nostro che loro, poi ho trovato l'occasione per provare a calciare e mi è uscita una bella conclusione col sinistro. È andata bene e da lì siamo andati a crescere. - spiega l'ex Milan e Serenissima, che racconta così gli altri due gol - Il secondo è arrivato su punizione. La barriera era messa un po' male e sono riuscito a farla girare di fianco, il terzo invece è stato un mancino rasoterra sul secondo palo». Bacio al legno e palla in rete per completare un'opera mai riuscita con la maglia della Lentatese: «L'ultima volta che avevo fatto tripletta ero molto piccolo, anche in Under 17 non mi era mai capitato. Sono molto contento». E come non esserlo quando quei tre gol sono lo scarto esatto per avere la meglio sull'Arcellasco - una delle squadre più temute del Girone B di Under 19 dopo il quarto posto dell'anno scorso - e superare tutti in vetta alla classifica marcatori con 5 timbri in 4 partite - meglio di lui in tutta la categoria solo Scorcucchi (7) e Rosetta (6).

Due di queste reti arrivano da calcio piazzato, una dolce novità in casa Morin, a segno così anche contro il Mariano nella giornata precedente. «È una caratteristica che non ho sempre avuto. - svela il 18enne, studente di Sistemi Informativi Aziendali a Cinisello - L'anno scorso c'era Saccullo che le calciava molto bene, quest'anno nel precampionato me ne sono entrate un paio belle, quindi ho continuato. In allenamento e anche prima delle partite, appena finito il riscaldamento, mi metto a provarle per arrivare un po' più pronto. Con il Mariano mi è riuscita una bella traiettoria a scavalcare la barriera».

UN LEADER IN STILE BELLINGHAM

Gol a parte, Morin è da due anni un punto di riferimento della squadra allenata da Vittorio Londei sia per carattere che per qualità tecniche. Primo a pressare l'avversario, primo a smarcarsi negli spazi e primo a occuparli quando c'è bisogno, il classe 2005 è anche il primo a suonare la carica per dare una maggior spinta emotiva alla squadra. «Tante volte esagerando - riconosce il talento rossoblù -, ma sto provando a tenerla più dentro di me e rimanere nel compagno di squadra che incita i compagni, senza fare cinema».

L'estro calcistico, invece, meglio lasciarlo libero di esprimersi in tutta la sua efficacia e duttilità, termine ideale per descrivere un trequartista che si muove tantissimo sul terreno di gioco, spostandosi sugli esterni o abbassando il baricentro se necessario, ma schierato eccezionalmente anche come attaccante di riferimento. Sul ruolo preferito, però, Morin non ha dubbi: «Mi piace giocare da trequartista perché non mi piace stare in una posizione fissa in campo, preferisco girare. Secondo me la punta non riesco a farla perché amo svariare». La tripletta con l'Arcellasco, però, insegna: «Ho giocato ala sinistra nel 4-3-3 e devo dire che mi sono trovato bene, cosa che non mi aspettavo».

Una preferenza quella per la trequarti che si riflette, o probabilmente deriva, anche sbirciando ai modelli del professionismo. «Essendo juventino ho sempre avuto l'idea di trequartista alla Dybala, però non c'è un calciatore a cui mi ispiro. - racconta il vicecapitano sevesino, che poi aggiunge - In quel ruolo dei punti di riferimento al momento sono De Bruyne e Bellingham, per quello che sta facendo da falso nove praticamente. Si sacrifica tanto e anche in fase realizzativa sta facendo molto bene». Una descrizione che a Lentate potrebbe ricordare qualcuno.

DAL PASSATO ROSSONERO AL PRESENTE ROSSOBLÙ

La fede è bianconera, sì, ma quando hai appena 10 anni vestire la maglia del Milan non è affatto male. Lo sa bene proprio Morin, che con i rossoneri ha giocato per due stagioni e mezzo tra Esordienti e Giovanissimi, portandosi dietro qualche ricordo e una buona dose di motivazione: «È stato un bel periodo perché sono entrato a far parte di una società importante nel mondo del calcio. Ero piccolino, però avevo la visione di uno staff molto più numeroso perché c'era chi ti seguiva anche personalmente, così come c'erano 5 fisioterapisti e non uno. Era un mondo diverso, con dei bei tornei, poi quando mi hanno lasciato a casa è stato abbastanza un fallimento per me, però questa cosa l'ho fatta diventare un mio vantaggio nel riuscire a continuare a giocare».

Da lì le esperienze con Serenissima e Paderno, nell'anno del Covid, poi l'approdo a Lentate sul Seveso. «Mi ha chiesto Leone - suo coetaneo e secondo miglior marcatore della squadra con 3 gol all'attivo - di venire qui a fare l'Under 17 Regionale. - spiega Morin - A me piaceva come idea e mi sono subito trovato bene. Ho capito che non era una società fatta a caso, ma una che ti seguiva e che credeva molto nel settore giovanile, quindi sono andato e per adesso mi sto trovando molto bene».

TRA SQUADRA E OBIETTIVI

«Molto bene» sono le parole che si possono utilizzare per descrivere anche quanto fatto dai brianzoli in questo avvio di campionato: quarto posto con 7 punti conquistati in 4 giornate, frutto di 12 reti fatte - che valgono il titolo di miglior attacco - e 7 subite. Un buono score considerando anche gli avversari fin qui incontrati, ovvero il già citato Arcellasco, la capolista Mariano - con cui è arrivata l'unica sconfitta - e la Vis Nova, seconda della classe costretta per due volte a inseguire i ragazzi di Londei. Risultati che fanno ben sperare Morin, che sul campionato commenta: «Penso sia di buon livello, siamo tutte squadre che vedo alla pari. Ce n'è qualcuna un pelo superiore, ma sono tutte partite da giocarsi, che magari cambiano da episodio a episodio e in cui vince chi ha più fame».

Un girone effettivamente tosto in cui la Lentatese può dire la sua, anche se il trequartista rossoblù non si sbilancia: «Penso che riusciamo a giocarcela con tutti, a parte il passo falso con il Mariano, dove siamo entrati con il piede sbagliato e abbiamo interpretato male la partita. Abbiamo perso pezzi importanti come Palazzolo, Saccullo e Vendramini, ma penso che siamo riusciti a colmarli bene, con nuovi innesti o anche con gente come Tagliabue, che ha sempre giocato da mediano o mezzala e quest'anno invece gioca come difensore centrale, facendolo molto bene. Siamo un bel gruppo, e numeroso, dove tutti vogliono fare bene. Siamo sempre dentro in allenamento e in partita, sempre con una buona intensità in settimana per guadagnarci del minutaggio in gara perché, come dice sempre il mister, non abbiamo un undici titolare: gioca chi vede che è più affamato».

A livello personale, infine, Morin mette da parte possibili record - quello di gol in Under 19 dista un solo sigillo, il picco di reti sono invece le 13 in Under 17 - e si concentra su due aspetti: futuro e compagni. «Ovviamente spero l'anno prossimo di giocare in prima squadra, però non ho un obiettivo personale. - dichiara il classe '05, che conclude - Quello che mi sta riuscendo quest'anno è merito anche della mia squadra, che mi mette sempre in condizione di fare bene, per esempio andando insieme a pressare l'avversario per portarlo all'errore. Anche il mister mi incita tanto e so che quando mi riprende lo fa per spronarmi perché sa che posso fare di più. Quest'anno spero di continuare così, senza montarmi perché non mi piacciono queste cose, e spero come squadra di riuscire a fare bene perché secondo me siamo un bel gruppo. Dobbiamo solo entrare in campo con la voglia giusta, mettere la testa sulla palla e pedalare».

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