Under 18
27 Ottobre 2023
UNDER 18 CITTÀ DI BRUGHERIO • Jana Novakova allenatrice ed ex calciatrice ceca
La sua è una mentalità da vincente, non potremmo aspettarci diversamente da chi ha vinto tanto nel suo paese natale, la Cecoslovacchia, e ancor di più in Italia sia come calciatrice sia come allenatrice. Lo testimoniano la Coppa Italia, i 10 titoli vinti in patria e il campionato di Primavera (quest'ultimo dalla panchina), alcuni dei successi di una carriera lunga 53 anni. Ora la sua dedizione è tutta per i ragazzi del Brugherio con cui mette subito le cose in chiaro: «Il rispetto e l’educazione sono alla base del mio metodo di allenamento».
Nasce in Repubblica Ceca (ex CecoSlovacchia), la sua è una famiglia numerosa: ha 7 fratelli e fin dal primo istante il padre, ex giocatore, ha trasmesso la passione per il calcio a tutti. «Quando ho cominciato giocavamo tutti insieme maschi e femmine, con i ragazzi si usava di più la testa per questo mio padre ci teneva che ci allenassimo tutti insieme», ricorda Jana con nostalgia parlando di suo papà, che teneva molto alla crescita calcistica sua e dei suoi fratelli. «Per diventare più brave bisogna imparare a giocare con tutti e due i piedi» è l'insegnamento con cui è cresciuta, un mantra per la sua vita e quello che secondo lei, forse, oggi manca nel calcio: riuscire a pensare prima di fare. Si ispira infatti all'idea di calcio totale di Johan Cruyff: per lei bisogna saper giocare in ogni ruolo, con ogni avversario e con entrambi i piedi.
A proposito della famiglia, sua sorella Alena ha giocato a Norimberga per due anni e, una volta conclusa la carriera da calciatrice, non si è più dedicata al calcio. La sua vita, invece, non ha mai smesso di girare intorno a questo sport. Ha iniziato giocando nello Sparta Praga con cui ha vinto ben 10 titoli: 7 campionati e 3 campioni assoluti di Cecoslovacchia. La chiamano nel 1976 in Nazionale Cecoslovacca dove farà 30 presenze e 12 gol. Verso gli anni '90 arriva in Italia grazie alla chiamata del Fiammamonza. Anche qui non tardano ad arrivare le prime gioie: nel 1991-1992 vince il campionato di Serie B con il G.E.A.S per poi due anni dopo aggiudicarsi persino la Coppa Italia. Questa, afferma, «è stata la mia esperienza più bella da calciatrice, ero centrocampista e ho fatto 19 gol». Nel 2000 la chiamano nell'ACF Milan, con la cui maglia raggiunge e segna un gol nella finale di Supercoppa persa con la Torres, per poi terminare la sua carriera da giocatrice alla Segratese a causa di un infortunio.
Jana Novakova in azione contro l'Agliana nella partita di Coppa Italia del '94
«Io vado da chi mi vuole al 100%, non cerco mai nessuno» esordisce così Jana Novakova parlando della sua esperienza da allenatrice. Dopo la fine della sua carriera in campo rimane lontana dal calcio pochi mesi: nel 2002 inizia la sua avventura con la Primavera del Fiammamonza e, anche qui, non è tra le sue intenzioni smettere di vincere, anzi, nel 2003 arriva alla conquista dello scudetto. Nel 2008 inizia la sua avventura con la Scuola Calcio dell’Inter ad Enotria dove racconta di aver vissuto degli anni meravigliosi ai tempi di Mourinho ricordando con affetto e stupore il tifo sfegatato della mamme. Si sposta poi ad allenare i Pulcini della Pro sesto nel 2012 per poi nel 2015 iniziare con gli Esordienti. È proprio a Sesto che conserva uno dei momenti più divertenti della sua carriera: in trasferta con i Pulcini riceve un'accoglienza poco piacevole dai genitori della squadra avversaria, sorpresi dal vedere una donna in panchina. La partita finisce 5-1 per la Novakova che ricorda che nel calcio, come nella vita, «ride bene chi ride ultimo». Non si sente offesa da questi atteggiamenti, anzi le piace rispondere sul campo. Dal 2019 allena i ragazzi di Città di Brugherio: passa dai Giovanissimi, agli Allievi per fermarsi da due anni a questa parte con l'Under 18. Parla con affetto della società e racconta un episodio per lei importante: durante il derby con il CGB riesce nell'impresa di ribaltare i 4 gol subiti nel primo tempo, vincendo e ricevendo le congratulazioni dall'allenatore avversario. «È stato un piccolo gesto ma mi ha fatto estremamente piacere» afferma la Novakova.
L'allenatrice del Brugherio in campo nella partita contro il Milan
Parlando del suo modo di allenare ricorda che i suoi punti saldi sono il rispetto e la disciplina: «Anche se sono ragazzi e giocano nei dilettanti, devono lottare e mettere il massimo di loro stessi». Afferma che il suo modo di lavorare non emerge fin da subito e parlando dei suoi ragazzi ammette: "Ci stiamo ancora conoscendo, ci vorrà un po' di tempo per vedere i veri risultati del mio lavoro, almeno 4/5 mesi". A Brugherio trova un ambiente da subito accogliente in cui si trova bene. Vorrebbe, però, migliorare la tecnica e la tattica. Vuole portare i ragazzi a sviluppare un buon possesso palla: «Non bisogna buttarla a caso. Bisogna giocare, far girare il pallone, fare finte. Vorrei insegnare ai ragazzi ad essere più pensanti». D'altronde ricorda che: «Nel G.E.A.S come centrocampista ho fatto 19 gol, per quello dico ai ragazzi di imparare a giocare con entrambi i piedi».
Parlando del futuro del Brugherio ammette: «Ci sono altre società molto forti che ancora non abbiamo incontrato. Si vedrà in campo», intanto la squadra riprende a vincere contro il Rondò Dinamo dopo due sconfitte di misura. E, guardando avanti, Novakova spera in un cambiamento del settore dilettantistico: «Non c'è molto sostegno da parte della Federazione. Facciamo tanti sacrifici: ci sono problematiche per gli spazi, da noi ad esempio si allenano tante squadre su un centro sportivo, è dura».
Se il rigore e la disciplina sono per Jana le due leggi indissolubili del calcio e sembrano anche il mantra della sua vita, la sua parte tenera esce quando parla dei nipoti. È un grande esempio per loro, che aspettano con ansia che torni in Repubblica Ceca per giocare una partitella con lei. Tutti in famiglia sono appassionati di calcio: «Alcuni dei miei nipoti tifano Milan e io ogni volta che torno a casa porto qualcosa dei rossoneri, loro sono entusiasti» dice quasi commossa.
Quest'anno, ammette, per quanto la passione l'abbia tenuta incollata al calcio per oltre 53 anni, non voleva più continuare. È stata la società del Brugherio a convincerla a fare un ultimo anno al loro fianco. «L'anno prossimo lascerò spazio al mio secondo, è molto bravo e io ho già dato tanto». Però, prima di dire addio al calcio, c'è una stagione da concludere in cui è ancora tutto da decidere.