Under 19
05 Dicembre 2023
UNDER 19 BRESSO • Robertson Pisha, autore di un'altra rete decisiva dopo quella alla Scarioni
Sono passati più di 2500 anni, ma quello spirito è rimasto nei sentieri della storia ed è stato trasmesso fino ai giorni d'oggi. Quale? Quello di sacrificio, per un ideale, per un popolo, per un paese. Quel cuore che gli spartani, guidati da Leonida, difendevano con lance e scudi in 300 contro un esercito intero, esalando il proprio ultimo respiro soltanto per un tradimento. La leggendaria Battaglia delle Termopili è uno di quegli avvenimenti che hanno segnato il tragitto dell'uomo sul pianeta Terra, qualcosa di così grande da essere tramandato dal 480 Avanti Cristo fino alla nostra epoca. D'altronde, le gesta di quei guerrieri, chiamati ad affrontare decine di migliaia di soldati, non potevano restare sul suolo greco, a prescindere dall'esito della battaglia. Sì perché anche una sconfitta può essere d'insegnamento, e quello spirito non è andato perduto. Lo sanno benissimo a Bresso, dove non si parla di spade, armature, vita o morte, si tratta pur sempre del gioco del pallone, ma il sacrificio per la maglia, per la squadra, per una partita, è qualcosa che fa ormai parte del DNA biancoblù. Lo dimostra la vittoria di Cantù, conquistata in rimonta con appena 12 convocati, tra cui il secondo portiere, ma questa è solo l'ultima delle imprese dei milanesi.
14.7, è questa la media dei ragazzi che Luca Bertin, tecnico dell'Under 19 del Bresso, ha potuto convocare per tutto il girone d'andata. Si va infatti dai picchi di 17 giocatori in distinta, cosa successa soltanto tre volte su 13 partite - tra l'altro vincendo solo con il Meda all'esordio e perdendo le altre due sfide -, ai 13 (due volte) e 14 (una volta) delle ultime quattro giornate, concluse come detto in 12 nella delicata partita col Castello. Una situazione specchio di una rosa di per sé corta, priva dei classici aiuti dalla prima squadra e con varie assenze dovute a infortuni e cartellini.
Mantenere l'elmo alto verso il cielo e trattenersi dal gettare a terra l'armatura non deve essere dunque facile per i milanesi, capaci invece di chiudere la prima metà di stagione sul bordo dei playout, a un passo dalla salvezza diretta. Nonostante le difficoltà, infatti, i biancoblù arrivano a metà stagione con 17 punti collezionati, uno solo in meno del trio formato da Ardor Lazzate, Castello Cantù e Franco Scarioni. La differenza reti è leggermente negativa (22 gol subiti e 21 fatti), ma i numeri restano assurdi se si considera che il Bresso di Bertin, proprio come i soldati di Sparta, ha sempre affrontato un avversario numericamente superiore, per di più con in media solo 3 cambi a disposizione. Per riuscire a non sprofondare serve dunque un'unione non indifferente, e lo sottolinea anche l'allenatore: «I ragazzi stanno andando avanti come se niente fosse, anzi, si sacrificano e si aiutano ancor di più durante la partita. Siamo passati a fare due allenamenti a settimana per evitare gli infortuni, ma giovedì abbiamo perso Signorelli. A noi comunque la situazione non cambia nulla, i ragazzi sono pronti».
Dall'Antica Grecia ai castelli medievali, dalle Termopili a Cantù, da una sconfitta a una vittoria: se lo spirito del Bresso si può paragonare a quello degli spartani, l'esito della battaglia è ben diverso. I guerrieri di Leonida, alla fine, cadono con onore contro Serse, aiutato dal traditore Efialte, mentre i i ragazzi di Bertin riescono a portare a termine l'impresa. Sotto di un gol, quello su rigore a metà primo tempo di Casartelli - uscito poi per la rottura del perone in un contrasto di gioco non sanzionato dall'arbitro -, i biancoblù al 20' della ripresa rispondono con la stessa arma, un dischetto da cui neanche Cuccovillo sbaglia. A decidere lo scontro, invece, è Pisha, classe 2006 a segno per la seconda volta e nuovamente decisivo dopo la rete del 3-2 siglata con la Franco Scarioni.
Clicca l'immagine per consultare le statistiche del girone
«L'avevo detto ai ragazzi negli spogliatoi: è assurdo, stiamo giocando noi, non vi dico di vincerla, ma recuperiamola. - svela Bertin sul discorso da condottiero fatto tra primo e secondo tempo - Siamo rientrati in campo e l'abbiamo addirittura ribaltata, giocando tra l'altro con una buona qualità e correndo come se niente fosse fino al 95'. È stata una prestazione importante». Anche per il peso del match sulla classifica, che rischiava di vedere i milanesi al terzultimo posto con tre soli punti di vantaggio sul Cinisello penultimo. Lo scenario, invece, ora è totalmente diverso, ma la battaglia di Cantù è solo una delle tante che compongono la lunga guerra per la salvezza, che ripartirà sabato 13 gennaio 2024 con quel Meda contro cui tutto ebbe inizio.