Serie D
13 Gennaio 2024
SERIE D ALCIONE: Karim Laribi, trequartista orange
Prima le buone notizie, per la precisione tre. La prima: l'Alcione in casa è imbattibile. Lo 0-0 contro l'Albenga fa salire a undici i risultati utili consecutivi al Kennedy: le vittorie restano sette, i pareggi diventano quattro. La seconda: capitan Piccinocchi, fuori da oltre tre mesi, è tornato a dominare a centrocampo. La terza: l'Alba ha fatto il miracolo a Vinovo infliggendo al Chisola una sconfitta che da una parte costa cara, ma che dall'altra ferisce ma non abbatte i piemontesi. E il perché porta alla notizia negativa visto che, numeri alla mano, una vittoria contro l'Albenga avrebbe fatto salire a dieci le lunghezze di vantaggio dalle inseguitrici. Tante? Sì. Tantissime? Forse. I rimpianti per Cusatis non mancano: in primis perché il primo tempo è stato un dominio clamoroso e senza eguali, dopodiché perché l'assedio finale non ha portato i frutti sperati. E se l'occasione di Manuzzi si fosse tramutata in gol? Chissà, intanto il +7 diventa +8: che no, non è affatto male.
Un dato di fatto: si gioca sì e no in trenta metri, la distanza che separa Venneri dalla coppia Miculi-Venturini. Una domanda, quasi un dubbio amletico: colpa o merito? È più colpa dell'Albenga o sono più i meriti dell'Alcione? Ma no, probabilmente non serve trovare una risposta. Allo stesso tempo, però, resta un primo tempo che ha del clamoroso: un po' perché il pallone ce l'hanno sempre gli orange, un po' perché Agazzi va a riposo con un eloquente "zero" nella voce parate (fin troppo fievole la conclusione a tempo praticamente scaduto di Berretta), un po' perché gli otto punti di differenza tra le due formazioni sembrano almeno il doppio.
La colpa dell'Albenga è quella di rinunciare a giocare. E ne fanno le spese sia la coppia d'attacco Vari-Diagne - quest'ultimo ex Derthona e tesserato in settimana - sia la retroguardia, arricchita da Galliani - fresco di trasferimento dal Club Milano - e completata da Mukaj e Venneri. Il merito dell'Alcione è semplicemente fare l'Alcione, più nel bene che nel male. Sì perché la difesa non risente dell'assenza di Ciappellano, il centrocampo ritrova capitan Piccinocchi dopo oltre tre mesi (l'ultima apparizione risale all'8 ottobre contro il PDHAE), la trequarti è presidiata da Laribi - alla prima da titolare dopo tre apparizioni a partita in corso - mentre l'attacco può contare sulla coppia Manuzzi-Morselli. Il male è conseguenza dell'incapacità di trasformare in oro l'enorme mole di gioco creata. Eppure l'occasione per passare in vantaggio è grossa come una casa: Morselli chiede e trova l'uno-due con Laribi, entra in area ma sul più bello, al posto di calciare, è forse fin troppo altruista e serve Manuzzi. Quindi la conclusione, infine il miracolo di Facchetti: primo e unico intervento del portiere ligure (9') visto che poco dopo Chierichetti ci prova dal limite con il mancino ma non trova lo specchio.
Quali argomenti abbia trattato Aiello negli spogliatoi non è dato saperlo, ma l'approccio dell'Albenga non lascia spazio a particolari interpretazioni. E se nel primo tempo è scesa in campo una versione troppo brutta per essere vera, nella ripresa la musica cambia. Nulla di sconvolgente, sia chiaro: i palloni toccati da Vari e Diagne sono comunque pochi, tuttavia Di Stefano fa girare meglio la squadra, la manovra ringrazia e i primi pericoli per Agazzi non tardano ad arrivare. Il primo a sondare il terreno è Vari: che lavora bene il pallone, che prova a piazzarlo nell'angolo più lontano, che non trova la porta di un niente (10'). Quindi il colpo di testa di Jebbar: pallone perso dall'Alcione in uscita, cross splendido di Nesci, stacco aereo del classe 2004 e pallone che sfiora il palo (18').
Nel mezzo, sponda Alcione, un destro al volo di Palma (8'), una conclusione debole di Manuzzi (14') e un tiro-cross di Laribi che impegna Facchetti (17'): troppo poco e Cusatis lo sa, tanto che butta nella mischia Barbuti e Invernizzi per Manuzzi e Laribi. La contromossa di Aiello è Pellicanò per Vari, quindi Cusatis prova il tutto e per tutto togliendo un centrocampista (Palma) e inserendo un altro attaccante (Battistini). Resta il 4-3-1-2 ma gli interpreti sono diversi: Invernizzi va a fare la mezzala, Morselli si abbassa e Battistini dà man forte a Barbuti. Mosse azzeccate perché l'ultima mezz'ora non solo è lo specchio del primo tempo, ma probabilmente è addirittura meglio. Se non fosse, ancora una volta, per le scelte negli ultimi trenta metri: tanta qualità nel giro palla, poca cattiveria nell'attaccare la porta. Di conseguenza Facchetti regge l'urto, l'Albenga tiene botta - vicina pure al colpaccio nel finale dopo un errore clamoroso dell'Alcione - e si porta a casa un punto.
ALCIONE-ALBENGA 0-0
ALCIONE (4-3-1-2): Agazzi[04] 6, Chierichetti[03] 6, Venturini 6, Miculi 6.5, Caremoli[05] 6.5, Foglio[04] 6.5, Piccinocchi 6 (36' st Pio Loco sv), Laribi 6 (19' st Invernizzi 6.5), Palma 5.5 (28' st Battistini 6), Morselli 6.5, Manuzzi 5.5 (19' st Barbuti 6). A disp. Gueye, Petito, Bonaiti, Lanzi[04], Rebaudo[05]. All. Cusatis 6.5.
ALBENGA (3-5-2): Facchetti[04] 7, Mukaj 6.5, Legal 5.5, Vari 6 (19' st Pellicanò 6), Jebbar[04] 6.5, Venneri 6.5, Di Stefano 6, Galliani 6.5, Berretta[05] 6.5, Nesci[03] 6, Diagne[03] 5 (44' st Castiglione[03] sv). A disp. Bisazza, Mulè, Moscatelli[04], Giudice[05], Alfano , Massoni[04], Destito[06]. All. Aiello 6.
ARBITRO: Liotta di C. di Stabia 7.
ASSISTENTI: Iuliano di Siena e Perlamagna di Carrara.
AMMONITI: Laribi (Alc), Legal (Alb), Di Stefano (Alb), Berretta[05] (Alb).