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23 Febbraio 2024
SECONDA CATEGORIA PIEMONTE CANDIOLO: Alessandro Principato si fa sentire dopo la squalifica di 2 anni arrivata dal Giudice Sportivo
«Ho 42 anni, se avessi compiuto un gesto del genere mi sarei assunto le mie responsabilità e avrei chiesto scusa, ma non è questo il caso».
Esordisce così Alessandro Principato, calciatore e Team Manager del Candiolo, prima in classifica nel girone E di Seconda Categoria, dopo aver appreso la notizia della pesante squalifica di 2 anni, fino al 22 febbraio 2026. Classe 1982, Principato è arrivato al Candiolo in estate, soprattutto per ricoprire il ruolo istituzionale, ma si è ritrovato in campo per dare una mano al bisogno, collezionando 2 presenze. La seconda di queste, contro la Polisport Castagnole domenica 18 febbraio, è costata caro all'esperto calciatore, espulso al 42' del primo tempo. Tuttavia a far rumore è la mano pesante del Giudice Sportivo, che ha squalificato Principato per 2 anni, poiché «Dopo la notifica del provvedimento il Signor Principato reagiva aggressivamente, protestando e pestando volontariamente il piede destro dell'arbitro, continuando ad insultarlo. Nonostante l'invito ad allontanarsi, il tesserato reiterava la propria condotta ingiuriosa e violenta, stringendo con forza un capezzolo dell'arbitro, causandogli un forte dolore che persisteva sino a oltre metà del secondo tempo di gioco. Il Sig. Principato, inoltre, rallentava la propria uscita dal campo, causando una consistente perdita di tempo, e nel mentre proseguiva nel rivolgere gravi ingiurie e pesanti minacce al direttore di gara».
Principato ha voluto rispondere subito dopo aver appreso la notizia della squalifica per 2 anni. «Quando ho letto il Comunicato ci sono rimasto male, perché sono un padre di famiglia e questo fatto lede la mia immagine, come le voci che stanno girando in questo momento. Mi ritrovo messo alla gogna: ho lasciato il calcio l'anno scorso, per cui non dovevo nemmeno scendere in campo, però vista l'emergenza della squadra la società mi ha chiesto e mi sono reso disponibile per dare una mano, giocando anche fuori ruolo. Ma quello che è stato scritto è falso, non è mai accaduto»
Principato spiega gli eventi dal suo punto di vista: «L'arbitro ha ravvisato un fallo ed estratto il cartellino rosso nei miei confronti. Secondo me ha sbagliato e come capita in queste situazioni ho protestato, avvicinandomi all'arbitro con il più classico dei "Che c**zo fischi?". Mi sono avvicinato per protestare, sono anche andato faccia a faccia, è vero, ma di certo non l'ho minimamente toccato, né sul capezzolo né sul piede. Dalla mia espulsione all'uscita dal campo confermo che è passato del tempo, circa 2 minuti, ma non perché ho rallentato la mia uscita. L'arbitro è stato un po' accerchiato da tutti i presenti in campo come spesso capita, ma io non ho commesso niente di sbagliato».
Il classe '82 prende distanza da ciò che è stato riportato dal comunicato e si prepara a fare ricorso: «Il danno alla mia immagine in questo momento è ingiustificabile, mi stanno rovinando. Non ho più interessi con il calcio giocato, però effettuerò personalmente il ricorso con una prova video di quanto ho raccontato perché ne va della mia integrità. Lo faccio anche per la mia passione per il calcio, passione a cui dedico molto tempo e non voglio in futuro magari non poter andare in una società a ricoprire il ruolo di team manager, come sono al momento al Candiolo, perché additato per un gesto che non ho commesso».
«Nella mia carriera ho commesso tante ingenuità, ma non mi sono mai permesso di alzare nemmeno un dito verso gli arbitri - Conclude Principato - Sinceramente ho visto squalifiche ben più brevi per cose ben più gravi e ciò mi fa ancor più rabbia, soprattutto se penso al fatto che non ho fatto niente. Ora il mio obiettivo è trovare il momento giusto nelle riprese della gara e dimostrare che non ho fatto niente. Ribadisco, avessi compiuto il gesto mi assumerei le mie responsabilità, ho protestato sì, per un fallo ed un rosso discutibile, ma nulla di più».