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Ramadan e Sport: cosa fare in campo e come allenarsi nel mese del digiuno, tra fede e prestazioni

Come gli atleti musulmani gestiscono il digiuno del Ramadan e quali sono le sfide per la loro performance sportiva?

Ramadan e Sport: il Digiuno in Campo tra Fede e Prestazioni

La sera di domenica 10 marzo ha preso il via il Ramadan, il nono mese del calendario islamico. Si tratta di un periodo sacro per i musulmani, che praticano il digiuno per tutta la sua durata, che varia da 29 a 30 giorni. Quello del Ramadan è l’unico mese citato nominalmente nel Corano.

Quest’anno si chiuderà martedì 9 aprile. Un mese importante e delicato per tutti coloro che praticano sport e calcio, per cui tante volte ci si chiede: è possibile conciliare l'astensione dal cibo e dall'acqua, due dei principi fondamentali del Ramadan, con le esigenze di un atleta e un calciatore o calciatrice di qualsiasi livello? Come affrontano questa sfida i calciatori musulmani in Italia E' possibile mantenere performance ottimali pur rispettando uno dei cinque pilastri dell'Islam?

Uno dei casi che aveva più fatto parlare da questo punto di vista era andato in scena in occasione della finale di Champions League del 2019 tra Liverpool e Tottenham. In quell'occasione alcuni giocatori come Salah, Manè e Sissoko decisero di interrompere il digiuno per prepararsi al meglio all'evento. L'anno prima, sempre per la finale di Champions League, Salah aveva scelto invece di continuare a rispettare il Ramadan. Altro caso celebre ci fu durante i Mondiali del 2014 in Brasile. Mesut Ozil, impegnato con la Germania, decise infatti di interrompere il digiuno.

Situazioni che riguardano i calciatori professionisti, così come i tantissimi giocatori che militano nei campionati dilettantistici e giovanili. Esempio ne sia 'l'augurio' fatto dal Chisola, società che milita in Serie D e sta disputando un campionato storico per il club veleggiando a pochi punti addirittura dalla Serie C, che attraverso la sua pagina Facebook ha augurato un buon Ramadan al proprio capitano e giocatore simbolo, Kamal Rizq.

 


IL DIGIUNO E LE PRESTAZIONI SPORTIVE
Secondo la dottoressa Emanuela Russo, dietista presso l’IRCCS Policlinico San Donato e dell’Istituto Clinico S. Ambrogio di Milano, l’astensione dall’idratazione sarebbe il principale ostacolo alla performance sportiva. La dottoressa Russo sottolinea che, sebbene sia possibile reintegrare i nutrienti nelle ore notturne, il fabbisogno idrico giornaliero è decisamente superiore. "In alcuni allenamenti è necessario integrare durante l’attività stessa, appena prima e subito dopo", spiega la dietista. Quindi, un'insufficiente idratazione potrebbe compromettere le prestazioni o addirittura essere rischiosa per gli atleti.

NON SOLO PRESTAZIONI: I RISCHI DEL DIGIUNO
Oltre alle performance, il digiuno e l'astensione dall'acqua durante il Ramadan possono comportare anche altri rischi. "I problemi riguardano chi non può farlo. I rischi possono essere immediati, con crampi o mancanza di forze durante l’allenamento, e possono anche portare a veri e propri infortuni", sottolinea la dietista. E' chiaro, quindi, che la gestione del digiuno durante il Ramadan rappresenta una sfida non solo per l'atleta, ma anche per i professionisti che lo seguono.

IL DIGIUNO INTERMITTENTE E IL RAMADAN
Un altro aspetto interessante è che alcuni atleti sono già abituati a pratiche di digiuno intermittente. Quindi, per loro, l'astensione dal cibo dall'alba al tramonto potrebbe non rappresentare un grande problema. Infatti, il digiuno intermittente, se gestito correttamente, può essere una strategia efficace per migliorare le prestazioni atletiche e la salute generale. Tuttavia, anche in questi casi, una gestione attenta dell'alimentazione e dell'idratazione da parte di specialisti è fondamentale. In conclusione, è evidente che il Ramadan rappresenta una sfida unica per gli atleti musulmani. Tuttavia, con una pianificazione accurata e un supporto specialistico, è possibile continuare a gareggiare ad alti livelli pur rispettando le proprie convinzioni religiose.


IL CASO DEI DILETTANTI: DISPONIBILITA' AD ACCORDI PER ANDARE INCONTRO AI RAGAZZI E CALCIATORI

La situazione va affrontata con attenzione e le società, in accordo con i giocatori, cercano di essere di aiuto e prendendo le giuste decisioni. E’ giusto precisare poi che se per gravi e documentati motivi di salute, ad esempio se devono prendere degli antibiotici o antistaminici, possono interrompere il Ramadan e i giorni che non lo hanno osservato vengono recuperati alla fine. Per il settore giovanile e le scuole calcio le problematiche sono minori o quasi nulle perchè a 14 anni inizia l’insegnamento del Ramadan, ma l’obbligo scatta solo a 18, al compimento dell’anno che diventano maggiorenni.

Il Ramadan non vieta di effettuare attività calcistica e sportiva. Quindi i ragazzi e anche i giocatori delle prime squadre possono continuare a giocare e allenarsi. Certo il problema della nutrizione va gestito con rispetto delle regole e la problematica è legata al non poter bere niente. Sta al giocatore decidere se ha la determinazione, la voglia e la capacità fisica di farlo. Alcuni proseguono, altri smettono di giocare per un mese. Si ricorda poi che una volta al giorno ci si può nutrire: si può fare la mattina prima dell’alba o dopo il tramonto. Il Ramadan dura un mese e per continuare l’attività sportiva bisogna adattarsi a dei sacrifici logistici e fisici. 


COS'E' IL RAMADAN? LE REGOLE DA SEGUIRE E CHI NE E' ESENTATO

Il mese del Ramadan non ha una cadenza fissa. Ogni anno, infatti, l’inizio di ogni mese lunare islamico indietreggia di circa 10-11 giorni rispetto all’anno solare, compiendo un ciclo completo in 33 anni circa. Di conseguenza, ogni musulmano osserva il digiuno sempre in periodi diversi nei vari anni. Nel 2024, il Ramadan è iniziato domenica 10 marzo. La conclusione, invece, è fissata con l’inizio del successivo mese islamico di Shawwāl: quest’anno cade il 9 aprile 2024.

Cos’è il Ramadan, come funziona e perché si fa: La parola “Ramadan“, originariamente, significava “mese caldo”, o “mese torrido” o “essere riscaldato”: se ne può dedurre che un tempo fosse un mese estivo. Il mese del Ramadan ha un’origine pre-islamica: era legato essenzialmente alle attività della comunità. Secondo la tradizione, il mese del Ramadan è uno dei mesi benedetti per i musulmani. Rappresenta: astensione e purificazione.

Chi fa il Ramadan: I musulmani sono obbligati a fare il digiuno se non sono esentati, per varie ragioni, nel mese del Ramadan. L’obbligo è previsto per chi: è musulmano; è in età puberale (tra i 10 ei 14 anni nelle femmine e tra i 12 e i 16 anni nei maschiè in salute mentale e fisica.

Chi è esentato? Ecco un elenco: bambini non ancora in età puberale  (tra i 10 ei 14 anni nelle femmine e tra i 12 e i 16 anni nei maschi)chi non può sopportare il digiuno per cause mediche; le donne che hanno il ciclo mestruale (è previsto il recupero dei giorni durante l’anno); le donne in gravidanza (facoltativo); le donne durante il periodo postpartum; le donna durante il periodo di allattamento; gli anziani; chi è in guerra; chi è in viaggio.

Cosa si può e non si può fare: Durante tutto il mese si praticano vari tipi di digiuno: alimentare (cibo e bevande, acqua inclusa); sessuale.

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