Prima Categoria
14 Marzo 2024
SERRAVALLESE PRIMA CATEGORIA - Stefano Cesano domenica 10 marzo contro il Livorno Bianzè ha raggiunto le 250 panchine in prima squadra
«Quando ho iniziato non avrei mai pensato di raggiungere a neanche 40 anni un traguardo del genere, se penso alle ore vissute sul campo sono tanti i momenti formativi. Vivo di sensazioni e passioni ed è per questo che fino a quando ci saranno le possibilità mi piacerebbe proseguire». Con la partita di domenica scorsa tra Serravallese e Livorno Bianzè del Girone B di Prima Categoria il tecnico dei valsesiani Stefano Cesano è infatti arrivato a 250 panchine in prima squadra. Ad appena 38 anni. Un percorso invidiabile iniziato nella primavera del 2014, quando ai tempi delle Scuole Cristiane fu promosso dalla Juniores alla prima squadra per le ultime partite di campionato e per i play off successivi. Praticamente un percorso che neppure i campionati persi per la pandemia ha saputo stoppare. Un percorso quindi di 10 anni. Che sale a 14 se si contano anche gli esordi nel settore giovanile a Carisio.
E ora il cammino di Cesano ha fatto tappa a Serravalle Sesia, per il secondo anno consecutivo, questa volta dall'inizio. «Nel calcio ci sono momenti positivi e momenti negativi, io sono abbastanza orgoglioso di come sono trascorsi questi anni al di là delle categorie e dei risultati, a volte le cose sono andate bene, a volte meno - sottolinea Cesano - se mi guardo indietro quello che è stato fatto ai tempi delle Scuole Cristiane è stato straordinario, con un gruppo praticamente a costo zero siamo arrivati fino alla Promozione, cosa molto difficile ad oggi. Con la Dufour Varallo nel campionato poi sospeso dal Covid-19 siamo stati primi dalla prima giornata fino alla sospensione e siamo riusciti a salire in Eccellenza cercando poi di difendere la categoria. Ma paradossalmente mi porto nel cuore due salvezze, entusiasmanti per come sono arrivate».
Il primo riferimento è proprio la Dufour, a partire dalla primavera del 2019 in Promozione. «La situazione era veramente complicata e quasi non ci si credeva più, ma in maniera straordinaria ce l'abbiamo fatta vincendo in casa del Ceversama e quel gruppo mi resterà sempre nel cuore perchè sono stati 3 mesi straordinari - osserva Cesano - nello scorso campionato invece quando sono arrivato alla Serravallese avevamo 7 punti a dicembre e abbiamo concluso a 37 senza fare i play out e distaccando di parecchio chi c'era dentro. Un qualcosa di difficilmente ripetibile e di cui siamo stati tutti orgogliosi. In generale se penso alle ore trascorse con gli allenamenti e con le partite della domenica, il lavoro e tutto quello che ne consegue è stato tanto».
Nella stagione attuale, sempre con la Serravallese, Cesano sta lottando per un'altra salvezza tranquilla e l'1-1 di domenica scorsa con una squadra di buon livello come il Livorno Bianzè è stato un buon risultato. Si poteva pensare anche a qualcosa di meglio in partenza, ma le cose sono andate diversamente. «Sia il gruppo che chi ha allestito la squadra pensava di poter fare qualcosa in più memore della stagione precedente - riprende l'allenatore della Serravallese - ma quando si alza l'asticella occorre avere anche l'esperienza giusta così come la personalità per poter fare un certo cammino. Ci sono stati anche infortuni e Coppa a toglierci qualche energia di troppo, ma se talvolta le cose non sono andate per il verso giusto, ora siamo concentrati sulla salvezza e speriamo di raggiungerla al più presto».
Nell'ultimo incontro, oltretutto, Stefano Cesano, classe 1985, ha sfidato il popolare ex giocatore vercellese Giovanni Bernabino, classe 1984, che proprio in questa stagione ha iniziato ad allenare al Livorno Bianzè. «In questa stagione mi è capitato di incontrare coetanei o altri allenatori al primo anno di attività che hanno una grande storia da calciatori alle spalle - conclude l'allenatore della Serravallese - penso a Mattia Urban della Quaronese e Marco Calandra del Cigliano, proprio oltre a Bernabino. Fino a quando ci saranno dirigenti che mi daranno fiducia mi piacerebbe continuare nella mia attività di allenatore. A muovermi è la passione, diversamente non sarei ripartito da una squadra ultima in Prima Categoria dopo aver allenato anche in Eccellenza. Di certo dopo i primi 4 anni in cui ho fatto settore giovanile non avrei mai pensato ad un percorso finora così lungo in prima squadra a soli 38 anni».