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Coppa Promozione

A 42 anni decide la semifinale di Coppa con una magia su punizione: il numero 10 è leggenda

Un mancino perfetto per mandare la sfida dell'anno ai rigori, poi la festa: «Prendiamoci la finale»

Cavalli Manara

COPPA PROMOZIONE MANARA • Gabriele Cavalli, segna la punizione che manda tutti ai rigori

«Ho ancora il fuoco dentro». Sono passati tre anni e mezzo da quella frase, detta in un momento in cui il blocco totale delle attività poteva sancire il momento per appendere gli scarpini al chiodo. «Non ho ancora voglia di smettere di giocare, voglio continuare a divertirmi». Sono passati tre anni e mezzo da quella frase, detta prima di vincere uno storico campionato di Promozione con il Muggiò all'età di 40 primavere. «È un grandissimo giocatore a 40 anni ancora, anzi, 42. Può giocare altri 10 anni». Sono passati un paio di giorni da quella frase, detta da Ivan Iotti a pochi minuti dalla fine di una leggendaria semifinale di Coppa, quella vinta ai rigori dal Luciano Manara dopo un'incredibile rimonta sul Mariano, resa possibile grazie a una magia su punizione di chi, a 42 anni compiuti, ha ancora la fiamma accesa. Chi? Gabriele Cavalli

LA FIAMMA DELL'ANIMA

Da Olginate a Giussano, passando per RenateAlessandriaCuneo, PiacenzaComoLecco Mapello, fino al ritorno in terra lecchese in quel di Barzanò. Tantissime avventure, sparpagliate tra Serie C, Serie D, Eccellenza e Promozione, dove il centrocampista sta continuando a fare la differenza. Lo ha fatto nella già citata Muggiò, lo ha fatto anche in un mercoledì sera di Coppa, uno di quelli che in casa Manara passerà alla storia. Una sfida sentitissima con il Mariano, sia per la rivalità coi comaschi - con cui è in atto anche la battaglia per il primo posto nel Girone B - sia per la sconfitta dell'andata, di misura nel risultato, decisa da una rete molto dubbia, ma anche meglio disputata dai rivali.

Tutti presupposti sfociati in un match di ritorno da fuoco e fiamme, quelle vive nell'animo di Cavalli, tra i protagonisti di un primo tempo approcciato col coltello tra i denti dalla squadra di Iotti. «È stata una semifinale affrontata con l'atteggiamento giusto, da grande squadra, come sappiamo di essere», dice infatti il classe 1982, nato attaccante esterno e poi spostato da Giuliano Dell’Orto davanti alla difesa. Una posizione ricoperta anche nella semifinale d'andata, mentre nella sfida di ritorno il numero di maglia parla chiaro: il 10. Quello del trequartista nel 4-2-3-1 del Manara, quello della fantasia, quello della qualità, ma sulle sue spalle  anche quello di un giocatore che gasa i compagni, che si abbassa a lottare su ogni pallone e che fa valere tutta la sua esperienza. Praticamente un centrocampista totale, con un asso nella manica: i calci di punizione.

Se infatti al 33' del primo tempo il suo mancino dà solo l'illusione del gol scavalcando la traversa e colpendo i cartelloni posizionati immediatamente dietro la porta del Mariano, al 26' della ripresa non ci sono dubbi. Il Manara deve rispondere all'ottimo momento dei comaschi, capaci di riportare il risultato su un 1-1 che vorrebbe dire eliminazione per i padroni di casa, e per riuscirci si affida alle iniziative di Cisternino, che dopo un tiro da fuori conquista un calcio di punizione da una ventina di metri. «Questo è gol», si sente in tribuna, come a predire il futuro, perché da lì parte un mancino perfetto sopra la barriera, talmente bello che il portiere avversario neanche si tuffa per rovinarlo. «Eh lo sapevo, quando ho detto al mister di andare a metacampo già sapevo che avrei segnato». Detto, fatto: realizzazione perfetta, corsa verso Iotti e rete del 2-1, quella che permette ai Bersaglieri di pareggiare i conti con l'andata e giocarsi l'accesso in finale ai rigori.

Sul dischetto Cavalli, che una decina di minuti più tardi lascia il posto a Bovis, non si presenta, ma proprio il suo subentrato realizza il secondo penalty dei padroni di casa, prima che Valsecchi faccia un paratone su Orellana, Loew metta in sicurezza il doppio vantaggio e Cesana realizzi il gol che vale la finale di Coppa 15 anni dopo l'ultima - vinta. «Ci siamo allenati ieri ed ero tranquillo perché abbiamo un portiere di 10 categorie più forte. - racconta sulla sequenza dagli 11 metri il centrocampista del Manara, che conclude - Sono contento per i ragazzi perché ci alleniamo, ci impegniamo dalla mattina alla sera e ci meritiamo questo traguardo».

Dall'altra parte non ci sarà l'Aurora Seriate come nel 2009, ma il Casalpusterlengo, qualificatosi grazie all'1-0 dell'andata con un Cellatica bloccato sullo 0-0 tra le proprie mura. Un altro appuntamento con la storia per il club lecchese e per Cavalli, che di voglia di spegnere quella fiamma proprio non ne ha: «Adesso ci giochiamo la finale anche grazie al mister, con cui ho un rapporto meraviglioso. Come prepareremo la partita? Come questa, pensando di portarla a casa e vincerla».

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