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Torneo delle Regioni Under 19

Nei club giocano poco, con la Rapp tentano il miracolo: «Questi giovani meritano più spazio»

L'allenatore dopo l'eliminazione: «I ragazzi piangevano tutti, ma dobbiamo festeggiare le cose belle»

Medici Rappresentativa

TORNEO DELLE REGIONI UNDER 19 • Il selezionatore Matteo Medici

Due eliminazioni, una probabilmente più immeritata dell'altra, ma carta canta: anche quest'anno la Lombardia di Matteo Medici lascia il Torneo delle Regioni ai quarti di finale. Un verdetto crudo, crudissimo per un allenatore che dopo aver incantato nei gironi della passata edizione salutò la competizione per la più classica delle partite storte, e che ora deve ingoiare un altro boccone amaro al termine di una sfida disputata dai suoi ragazzi con l'elmo in testa e l'ascia in mano. Un'eliminazione, però, forse un po' più cocente, al di là della scottatura di 11 mesi fa. Perché sì, in Liguria non era solo questione di rivalsa personale dopo la sconfitta del 2023, ma poteva anche essere il riscatto di un gruppo di ragazzi che nella maggior parte dei casi non ha la possibilità di giocare con costanza nel proprio club. O meglio, lo è stato, perché in campo le prestazioni dell'Under 19 non sono mai mancate, ma i risultati hanno negato il gran finale.

IL DISCORSO DI MEDICI

Quello negli spogliatoi, ma anche in campo radunando tutta la squadra poco dopo il triplice fischio. Un discorso di chiusa per un'esperienza che Medici racconta così: «È stato un momento pieno di commozione, che mi viene ancora adesso se devo stare qua a pensarci. Ai ragazzi ho detto che rifarei le stesse scelte, non rinnego nulla. Credo che questi siano i ragazzi migliori che io potessi scegliere per farli diventare giocatori migliori. Loro lo sanno, è un discorso che è nato in questi giorni: noi allenatori dobbiamo partire con l'idea di far diventare i ragazzi uomini migliori, perché se l'uomo è migliore diventa anche un giocatore migliore. È un discorso un po' articolato, ma che alla fine dà i suoi risultati».

A proposito di risultati, è normale dopo una sconfitta vedere solo il bicchiere mezzo vuoto, ma l'allenatore della Rapp invita i suoi ragazzi a guardare l'altra metà: «Abbiamo deciso di rimanere qui, domani magari andiamo a tifare per la nostra Under 17. I ragazzi negli spogliatoi piangevano tutti, erano delusi tutti quanti, ma a questo punto devono essere bravi a tirare fuori le cose positive che sono successe in questi giorni, e non quelle negative. Le cose brutte devono servire per imparare a non rifare gli stessi errori, però adesso dobbiamo pensare a quelle positive: aver conosciuto persone nuove, aver fatto nuove amicizie, questi rapporti interpersonali che si sono creati. Sono ragazzi che hanno davanti ancora 15 anni di carriera e può darsi che possano giocare assieme magari in altre squadre, o comunque quando si trovano in giro anche da avversari io sono convinto che il primo saluto sarà un abbraccio. Ho detto loro che stasera paradossalmente festeggiamo, ma festeggiamo queste cose belle che sono successe: aver conosciuto gente ed essersi trovati bene con queste persone, questo è un po' il discorso che ho voluto affrontare».

LA SECONDA PARTITA MALEDETTA

Dal palo di Vairani e l'errore di Avinci al rigore dubbio subito e i vari tentativi non finalizzati in una ripresa giocata con il cuore in mano. In un anno il finale non è cambiato, ma neanche il film di una partita giocata meglio dai ragazzi di Medici, puniti però dagli episodi. «L'avevamo preparata in maniera diversa nel primo tempo, anche se siamo partiti molto bene. Loro non hanno creato grossi pericoli, il primo gol è nato su un nostro disimpegno sbagliato, ma l'abbiamo raddrizzata subito, e il gol di Vairani non è un caso:l'abbiamo provato così, sapendo che loro difendevano a zona. - racconta il tecnico, che continua - Il secondo gol certamente ha indirizzato la partita, perché nel momento in cui veniamo a chiedere all'arbitro cosa ha fischiato e ci risponde: "Ha preso la palla, ma poi anche l'uomo", non può essere rigore. Lì secondo me c'è stato un po' di sbandamento, abbiamo fatto fatica a ritrovarci in campo, tant'è che è venuto fuori il 3-1 su una punizione ben calciata. Lì siamo andati in difficoltà, poi penso che il secondo tempo sia sotto gli occhi di tutti».

Una ripresa vissuta con un carisma unico e ben quattro cambi fatti all'intervallo, una scelta che Medici spiega così: «Voglio sottolineare questa cosa perché tante volte si pensa che il mister sia intervenuto togliendo dei giocatori che non hanno fatto bene. No, non è così: ho tolto giocatori che in questo contesto all'inizio ci stavano, poi abbiamo cambiato atteggiamento, ma anche modulo giocando a specchio. Avevo bisogno di agonismo, avevo bisogno di gente che lotta su ogni pallone, avevo bisogno di gente che andava a giocare uno contro uno a tutto campo, e allora ho fatto le sostituzioni. Ha ripagato? Non in fondo, perché abbiamo fatto il 3-2 e sfiorato 5/6 volte il pareggio, e su certe occasioni non riesco a capire come la palla non abbia potuto entrare. Abbiamo fatto degli errori tecnici sì, ma sono dei ragazzi di 19/20 anni, che devono ancora crescere, quindi se loro non posso sbagliare non può sbagliare nessuno, e come l'anno scorso è andata così. Se vogliamo analizzare nell'ambito della partita gli episodi da gol, io posso pensare senza presunzione che il pareggio ci stava stretto, poi certo hanno vinto loro, hanno ragione loro».

TRA FUTURO E PROBLEMI DI SELEZIONE

Lasciata alle spalle la seconda eliminazione è normale che la testa vada già a cosa accadrà l'anno prossimo: «Io sono a disposizione, la Federazione sa che ci sono e credo che il Comitato abbia apprezzato questi anni da selezionatore prima dell'Under 17 e poi dell'Under 19, l'impegno che ci metto a fare queste cose, che mi piace tantissimo. Spero solo, al di là della categoria, di avere un po' più di scelte perché quest'anno devo essere sincero: gli allenatori hanno fatto fatica a far giocare i giovani, soprattutto i 2005. Se tra tutte le 90 squadre di Promozione e le 50 di Eccellenza hanno giocato titolari dieci di loro forse è anche tanto».

Un problema già segnalato da Medici in fase di raduno e amichevoli, ma che ha comunque dato vita a una squadra capace di far sognare tutti fino all'ultimo secondo dei quarti, mettendo in mostra anche le qualità dei vari ragazzi, come evidenzia l'allenatore: «Chi è venuto a vedere le nostre partite, e ho ricevuto anche dei messaggi sotto quel punto di vista, la domanda se l'è posta: Tizio perché non gioca? Caio perché non lo fanno giocare là? E questa è una domanda importante, fatta da terzi, perchè poi i ragazzi dimostrano che ci possono stare, fisicamente e tecnicamente, in categorie come l'Eccellenza e la Promozione. Io però sono un allenatore, e ognuno di noi ha le proprie malsane idee. Per me questi giocatori, se dovessi allenare in qualsiasi squadra di Eccellenza o Promozione, sarebbero titolari. Potrei fare una squadra di questi ragazzi in quelle categorie e secondo me non retrocederemmo». Un messaggio in vista dell'anno prossimo, che si tratti di un altro Torneo delle Regioni o meno, intanto anche Genova è un'altra storia che va lasciata in archivio, sperando di poterla riscrivere al più presto.

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