Torneo delle Regioni Under 19
12 Aprile 2024
TORNEO DELLE REGIONI UNDER 19 • Andrea Vairani, fantasista della Brianza Olginatese
Eclissi solare. Due parole, mille articoli, servizi del tg o post su Instagram. Quello che è successo lunedì in America ha monopolizzato l'attenzione di tutto il mondo, ma giusto un paio di settimane fa un altro evento astronomico ha illuminato il cielo d'Italia. Una cometa, o forse una meteora, difficile dirlo con certezza, di sicuro ben visibile in Liguria. Uno spettacolo di quelli che chi ha visto in diretta non si leverà mai dagli occhi, ma per chi se lo fosse perso la descrizione è abbastanza semplice: campo da calcio, lunetta di uno dei suoi quattro angoli e oggetto sferico che prende il volo verso l'orbita per poi improvvisamente scendere, finendo direttamente nella parte più lontana della rete di una porta rettangolare. Vedere per credere, nessuna deviazione lungo il tragitto, solo un gol da calcio d'angolo che "solo" non è. Non lo è per la realizzazione, semplicemente perfetta, non lo è per il palcoscenico, ovvero il più importante nel panorama dilettantistico, non lo è per il significato, cioè l'1-1 di un quarto di finale valido per lo Scudetto. Non lo è, forse, anche per il finale: un'eliminazione tuttora da lacrimuccia rialzando lo sguardo verso il cielo, quello illuminato dalla meraviglia di Andrea Vairani, che sì, resterà comunque incisa nelle stelle.
No, lo sviluppo dell'acronimo sarebbe Torneo delle Regioni, però sì, è tutto da ricordare, nel bene e nel male. Un rapporto al contempo magico e maledetto quello tra il classe 2004 e il TDR, caratterizzato da un lato dalle prestazioni fatte in due anni, che lo hanno sempre visto protagonista dell'Under 19 di Matteo Medici (lo confermano i 5 gol segnati in 7 gare), dall'altro da quel dolce finale mai arrivato, con due sconfitte ai quarti difficili da spiegare. «L'anno scorso eravamo la favorita. Avevamo dominato le prime due partite del girone ed ero sicuro che saremmo arrivati in fondo, poi abbiamo perso con Bolzano un'altra gara stradominata, ma dove la palla non è entrata mentre loro ci hanno segnato su un calcio di punizione da metacampo. - ricorda l'ala della Brianza Olginatese, che sull'edizione appena conclusa aggiunge - Ero convinto che fossimo un gruppo forte e che potessimo arrivare ancora di più in fondo, soprattutto dopo la partita con la Puglia. Infatti, quando con l'Emilia siamo andati sotto 3-1, per come siamo rientrati in campo già dalla prima azione ero sicuro che l'avremmo recuperata. Dopo il gol di Cirillo ancora di più, poi però abbiamo sprecato un sacco di occasioni e, per come si è svolta la partita, questa eliminazione è la più dolorosa delle due. Abbiamo dato il massimo, purtroppo non sempre si riesce a vincere, ma l'importante è essere consapevoli di aver dato tutto».
L'esultanza di Andrea Vairani con Luca Koenig, a sinistra, e Leonardo Consoloni, a destra, dopo il gol decisivo con il Friuli
Una consapevolezza indiscutibile guardando proprio la sfida con i romagnoli, quella rimessa in parità dalla cometa di Vairani: «Tutti mi chiedono sempre se volevo tirare o crossare. Io rispondo che lo schema era quello di tirare in porta mettendo tutti gli uomini sulla linea, poi se qualcuno la toccava bene, se no meglio». Anche perché per Andrea è il primo gol olimpico della vita. La rete più importante, però, secondo lui è il 2-1 della seconda giornata con la sopracitata Puglia, quella che decide «la partita che mi ha emozionato di più in tutta la mia carriera».
Un clamoroso ribaltone da 1-0 a 2-1 costruito negli ultimi 8 minuti di gioco, conquistando tre punti fondamentali per passare il turno nei gironi proprio grazie al suo timbro, quello che completa la rimonta iniziata da Sottocornola, anche se il numero 19 spartisce i meriti: «Dopo l'1-1 da un nostro calcio d'angolo abbiamo subito un contropiede su cui Griggio ha fatto un miracolo, ci ha salvato, e sul ribaltamento è arrivata questa palla lunga che Manu - Casella - ha stoppato e mi ha lasciato lì. Io mi sono detto che se avessi tirato subito il difensore di sicuro me l'avrebbe presa, così ho fatto una finta, me la sono portata sul piede forte e ho calciato a incrociare. Ho segnato, ma l'ho detto subito a Manuel che il gol era suo perché il passaggio me l'ha fatto lui. Poi è scoppiata la festa, e per me è il riassunto del gruppo che eravamo e che siamo tuttora».
A proposito di gruppo, nella scena rap la crew più importante in Liguria, nonché di tutto il genere musicale negli ultimi 10 anni, ma anche il titolo della canzone che più la rappresenta. Un brano di ricordi, di amicizia e con un ritornello lanciato da una frase che rimbomba ancora tra le strade di Genova: «Voglio soltanto un riscatto per me e la mia banda». Lo si è detto in tutte le salse, ma bisogna ribadirlo un'ultima volta: il Torneo delle Regioni 2024 poteva essere quello del riscatto, per Vairani e la sua Lombardia.
Poteva esserlo dopo l'eliminazione dell'anno scorso, non lo è stato nei risultati, perché purtroppo tutto torna, ma nello spirito i ragazzi di Medici hanno dimostrato quella consapevolezza citata dal talento bianconero soprattutto in un secondo tempo di puro cuore nei quarti di finale con l'Emilia Romagna. Un organismo unico a caccia dell'impresa, un tentativo di ribaltare il 3-1 frutto anche di un'unione più forte della passata stagione: «Secondo me quest'anno eravamo ancora più coesi. Nulla da dire sulla vecchia squadra, alcuni compagni li sento ancora adesso, però questa è stata come una seconda famiglia. È stata una bella esperienza, sono stato veramente bene».
E la riprova delle parole di Andrea arriva dai fatti, con la squadra che nonostante la fine anticipata dell'avventura decide di rimanere un giorno in più per sostenere l'Under 17, in campo il giorno successivo per la semifinale con il Veneto. «Abbiamo deciso di rimanere lì per fortificare il gruppo che si era formato, le amicizie e il legame con lo staff, restando così per andare a sostenere i ragazzi. - un'ottima scelta, perché l'Under 19 fa da talismano, anche grazie a un Medici che strappa qualche sorriso in tribuna, e la Lombardia arriva in finale, poi addirittura vinta - Ci siamo fatti delle belle risate, è stato un momento divertente e se potessi tornare indietro deciderei di nuovo di stare lì».
Un'altra esultanza, un altro gol decisivo, quello nella pazza sfida con la Puglia
Un riscatto che non riguarda però solo i meri risultati sportivi, ma anche un gruppo di ragazzi selezionati in una stagione indubbiamente non facile per essere un fuoriquota che milita in Eccellenza e/o Promozione. Il passaggio da tre a due giovani obbligatori da schierare titolari ha difatti ridotto l'impiego dei classe 2005, rispetto ai quali i club hanno statisticamente preferito dar spazio ai 2003 e 2004 (entrambi rientranti nella regola, ma solo quest'ultimi convocabili per il TDR in numero limitato), complicando così il lavoro di selezione della Rappresentativa - una tematica che, tra l'altro, verrà affrontata sabato 10 aprile in una riunione tra CRL e società in vista della prossima stagione. «La sera dopo la partita sono rimasto lì in hotel con il mister e alcuni membri dello staff. Avevo detto loro che per me l'anno scorso eravamo più forti anche perché in Eccellenza c'era l'obbligo di far giocare i 2003 e 2004, quest'anno invece la Rapp aveva meno giovani che giocavano costantemente nelle prime squadre. - conferma Vairani, che però aggiunge - Per chi giocava di meno nella sua squadra è stato uno stimolo in più per dimostrare il suo vero valore. Tutti comunque abbiamo sempre dato il massimo».
Nato sotto una buona stella. Quella di Andrea? Anche, in un certo senso. No, non si parla più di quel gol lì, ma bisogna richiamare le costellazioni per provare a leggere il futuro. Niente oroscopo, solo una suggestione, ovvero che il testimone passi nelle mani di un nuovo Vairani per completare la missione targata TDR. Chi? Filippo, il fratello più piccolo, anche lui in forza alla Brianza Olginatese, ma nell'Academy Under 17, terza in classifica. Un «centrocampista, mediano di rottura» lo descrive così il classe '04, che sulla passione condivisa aggiunge: «Tuttora usciamo in cortile a giocare assieme. Mio padre da giovane ha sempre giocato a calcio, quindi la passione ce l'ha tramandata lui. Io poi ho iniziato a giocare a 5/6 anni e l'ho trasferita a lui».
Unico step mancato nella transizione 2004-2007 è la squadra del cuore: l'Inter per Andrea, la Juve per Filippo. Il bianconero, tuttavia, è proprio ciò che li accomuna. Sono infatti quelli i colori della Brianza Olginatese, mentre il verde della Rapp, per ora, appartiene solo a Vairani senior, ma dopo l'ultimo Torneo delle Regioni ci sono una maglia libera e una nuova stella da far brillare.