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L'ex Palermo vive la miglior stagione di sempre: segna 24 gol e vince il suo ottavo campionato

Il bomber: «Vestire la maglia della mia città mi avrebbe riempito il cuore d'orgoglio, ma ho realizzato il mio sogno»

Pietro Tripoli, Rhodense

PROMOZIONE RHODENSE • Pietro Tripoli, coronatosi come miglior marcatore del girone con 24 centri in campionato

C'è un disco, orgogliosamente palermitano, che è rimasto saldamente impresso nella memoria degli amanti del genere urbano italiano: «Memory» di Johnny Marsiglia. Un percorso introspettivo dove l'artista, originario del capoluogo siculo, si abbandona a un racconto della propria gioventù nella «Conca d'Oro» e del suo successivo trasferimento nel Nord Italia. Era quindi inevitabile scegliere di affidarsi ad alcuni brani di Marsiglia per fare riferimento alla stagione appena vissuta dal bomber Pietro Tripoli, centravanti palermitano in forza alla Rhodense, coronatosi come il miglior marcatore del girone grazie ai suoi 24 centri in campionato. Per il classe '87 è la miglior annata in carriera per quanto riguarda le reti segnate, superando anche i 20 gol realizzati quando giocava nelle giovanili proprio del Palermo. Un record personale brillante che, oltre a dar lustro alla carriera dell'attaccante, ha enormemente contribuito alla promozione della Rhodense nel campionato d'Eccellenza: un terzo delle reti segnate dall'ormai ex corazzata di De Lillo, infatti, vede la firma di Tripoli.

PROFESSIONISMO

«Non andrò a mentire, avevamo cominciato una trattativa, e vestire la maglia della mia città mi avrebbe riempito il cuore d'orgoglio - esordisce il bomber in riferimento al suo periodo nelle «Aquile» -, poi però ho compiuto una scelta di vita diversa e va bene così». Per comprendere la stagione appena vissuta da Tripoli con la maglia della Rhodense bisogna - per l'appunto - rifarsi al 2005 e agli albori della sua carriera, quando il centravanti cominciava a muovere i primi passi nel settore giovanile del Palermo, trovando conferma di quanto già aveva intuito da ragazzino: «Sin dai primi calci al pallone mi è stato chiaro che la mia natura era quella di vivere per il gol. Volevo fare esclusivamente l'attaccante e quando sono approdato nell'Under 19 rosanera penso che le mie 20 reti abbiano dato ragione alle mie aspirazioni». Una prova del 9 - letteralmente - che convince la società palermitana a intavolare un discorso per il passaggio nel mondo del professionismo del talento locale. Tuttavia, il futuro di Tripoli, lo vedrà lontano dalla Conca d'Oro, ad oltre 1500 chilometri da casa.

Per la precisione i chilometri possono essere 1532 optando per l'entroterra e passando quindi per l'A1, oppure 1562 nel caso si preferisse l'A14 e la Costa Adriatica. Questa è infatti la distanza che separa Palermo da Varese, città dove Tripoli comincia la propria esperienza nel mondo del professionismo, arrivando poi ad esordire anche in Serie B nella stagione 10/11, chiudendo l'annata con 28 presenze e 2 reti. Seguiranno poi l'esperienza nella Pro Vercelli e successivamente l'acquisto del cartellino da parte del Parma, che lo girerà in prestito prima all'Ascoli e successivamente alla Pistoiese, entrambe all'epoca militanti nell'ex campionato di Lega Pro.

Tripoli riesce quindi a vivere della propria «Passione» continuando a muoversi, a segnare e, soprattutto, a vincere in giro per l'Italia, tornando infine negli ultimi nel Nord dello stivale: «Ho coronato il sogno che avevo da bambino, ovvero quello di poter diventare un calciatore professionista, conquistando trofei e riuscendo ad essere felice attraverso questo sport». Un percorso meraviglioso, caratterizzato, però, da un piccolo neo, sottolineato dallo stesso centravanti: «C'è da dire che, per la maggior parte della mia carriera, sono stato impiegato come esterno o seconda punta, dovendo quindi rinunciare alla zona di campo dove penso di esprimermi al meglio: l'area di rigore».

CAPOCANNONIERE

«La tensione ha poche chiavi d'accesso. Apri! Apri, fa presto!». Detto fatto. Infatti, Tripoli impiega appena cinque minuti per mettere a referto il suo primo centro orange, trovando la chiave d'accesso che permette di stemperare la tensione nella gara d'esordio stagionale contro il Sedriano. In quell'occasione la Rhodense si esibisce in una manita e due delle cinque reti realizzate portano proprio la firma del centravanti palermitano. Un messaggio forte al campionato, il cui eco riverbera subito dopo nella seconda giornata, dove Tripoli completa la rimonta ai danni del Vistarino, dimostrando sin da subito che, al termine della stagione, i suoi gol andranno soprattutto pesati.

Durante il percorso, infatti, si possono citare le 3 reti nei 3 scontri diretti affrontati dagli orange: il destro a giro con cui apre la gara con il Settimo, l'incornata anti-gravità che decide la partita con il Robbio e l'appoggio con cui chiude la delicata sfida con il Vighignolo. Arriva, infine, la doppietta con la Frog, dove Tripoli raggiunge quota 24, concludendo un'annata dove lo stesso bomber ammette di aver potuto disfarsi del neo sopracitato: «Quest'anno ho giocato finalmente nel mio ruolo naturale. Ovviamente non è un alibi o un rifiuto del mio passato, anche perché sono riuscito a trovare tanti assist, cosa che continua a piacere per l'utilità che apporta alla squadra».

È indubbio quindi che, dopo essersi coronato come campione del girone, conquistando il titolo di capocannoniere, Tripoli sia attualmente uno dei nomi più caldi del panorama dilettantistico lombardo. Il bomber però, non si sbilancia e preferisce godersi il meritato riposo: «Questo è un momento della stagione abbastanza particolare. Un po' tutti fanno domande e cercano di informarsi rispetto al futuro dei calciatori. Io però, preferisco fermarmi, sia fisicamente che mentalmente. - e ancora - A me è sempre piaciuto dar priorità ai luoghi dove sono stato trattato bene. Adesso è presto, ma più avanti io e la società ci incontreremo per parlare».

C'è però una certezza sul domani del centravanti classe '87, ovvero il fatto che il ritiro non sembri essere ancora un porto visibile all'orizzonte: «Ho preso il patentino come allenatore, quindi sicuramente un giorno la mia carriera calcistica continuerà lì. Il ritiro è un argomento delicato, legato a tanti aspetti, come la condizione fisica e la mentalità in campo. Tempo fa, scherzando con alcuni addetti ai lavori, ho detto che mi sarei ritirato dopo aver vinto dieci campionati. Attualmente sono ad otto, sto bene e voglio continuare a segnare, quindi direi che ci sono tutti gli ingredienti per offrire ancora prestazioni come quella di quest'anno».

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