Coppa Promozione
28 Aprile 2024
PROMOZIONE MANARA • Capitan Luca De Lisio e bomber Salvatore Catta
Di cose in 15 anni ne sono cambiate. Basti pensare che nel 2009 l'iPad ancora non era stato inventato, Instagram non c'era, l'Italia era ancora campione del mondo in carica, il bosone di Higgs non si sapeva esistesse e Felix Baumgartner doveva ancora lanciarsi dallo spazio. Di cose in 15 anni ne sono cambiate, ma una proprio no: la Luciano Manara è campionessa di Coppa Lombardia. Lo è a 15 anni - e un giorno - di distanza dal successo sull'Aurora Seriate, lo è contro il Casalpusterlengo al termine di una finale decisa dalla rete del solito, ineluttabile, bomber Catta, che sull'assist di Cesana a inizio secondo tempo aggiungere un altro tassello alla storia ultracentenaria del club lecchese, per l'esattezza di 115 anni. Già, 100+15, proprio quei 15.
Così diversi, ma così simili. Un paese di 5000 abitanti contro uno grande il triplo, una squadra con 115 anni di storia contro una nata nel 1947, due club in grado di eliminare in Coppa i rivali del proprio girone. Manara-Casalpusterlengo è un po' questo: una sfida tra realtà differenti, però simili nel percorso che le ha condotte a un appuntamento con la storia. Da un lato, infatti, i Bersaglieri si sono tolti lo sfizio di battere in semifinale il Mariano campione del Girone B, mentre dall'altro i biancorossi hanno vinto ai gironi il derby con il Codogno, poi conquistatore del gruppo E. Un filo rosso che lega il destino di squadre simili, anche in campo. È 4-2-3-1 per Iotti, che, senza Odone e Bovis, si affida tra i pali a Valsecchi, in difesa a Melzi, Castoldi, De Lisio e Geddo, con Cisternino in cabina di regia, Loew - subito sostituito da Nicolò Palvarini - e Colombo a fare da collegamento con Cavalli, trequartista dietro il duo Catta-Cesana. È 4-2-3-1, però, anche per Guaitamacchi, che schiera Catanzaro in porta, Migliorati, Grossi, Mazzucchi e Ghidaoui nelle retrovie, Filippo Pezzi e Daccomi ai fianchi di Mazzucchi e Manini dietro a bomber Lorenzo Pezzi e Cavallanti.
Un binomio indissolubile così come le battute iniziali del match, dove i Bersaglieri, forti di un De Lisio che non sbaglia una lettura, gestiscono più il possesso dei biancorossi, trovando però pochissimi pertugi. Difatti, dopo un tentativo praticamente in rovesciata da terra di Castoldi su cross teso di Cesana, terminato di molto a lato (10'), l'unico brivido dei primi 15 minuti è un filtrante per Cesana, bloccato con le maniere rudi da Grossi, ma non abbastanza secondo il direttore di gara per fischiare un fallo a campo aperto. Sponda Casalpusterlengo, i biancorossi provano a pungere attivando soprattutto il binario di sinistra, dove Ghidaoui si sovrappone spesso e mette dentro un paio di cross, tra cui uno su cui Daccomi fa da sponda di testa per Lorenzo Pezzi, il cui controllo non è però semplice e dà vita a un fallo in attacco (23').
È lo squillo principale dei lodigiani, che si affidano alla leadership e agli interventi di Grossi nelle retrovie, in risposta al maggior palleggio della Manara, che cerca qualche scambio tra Colombo e Cavalli, ma trova il primo tiro in porta di tutta la partita solo al 30', quando Melzi crossa da destra e Catta tenta una semirovesciata troppo centrale. L'inizio di un ultimo quarto d'ora all'insegna dell'offensiva lecchese? Non proprio, perché l'unico sussulto prima dell'intervallo è una decisione alquanto discutibile del direttore di gara, che si limita ad ammonire Tomasoni per un'entrata scomposta e indirizzata direttamente su Cavalli al 41'.
Un primo tempo di «così simili», un secondo di «così diversi». 45 minuti congelati, con pochissimi lampi, poi nella ripresa bastano quattro giri di lancette per scuotere tutta la partita, e a farlo non è una Manara più propositiva, ma un Casalpusterlengo al primo tentativo in porta, quello di Manini, che si incunea in mezzo a due avversari, supera con un tunnel il terzo e viene bloccato solo dalla tempestiva uscita di Valsecchi. Così simili, ma anche così diversi, perché sul ribaltamento di fronte la Manara passa in vantaggio: cross di Geddo e sponda aerea di Catta, bravissimo a rimettere in mezzo il pallone per il compagno, che con una zampata da bomber nato anticipa Ghidaoui sotto misura.
È un vantaggio che i lecchesi guadagnano con merito, ma è anche una rete che scuote l'orgoglio dei biancorossi, bravi a sfruttare la propria superiorità fisica per giocare di spizzate sul lato sinistro, dove al 16' nasce la risposta lodigiana: palla in mezzo, controcross di Daccomi e colpo di testa fuori misura di Cavallanti, che toglie la sfera dalla disponibilità di Lorenzo Pezzi, pronto in rovesciata. La Manara, che subito dopo il gol abbassa il baricentro, forse anche per la maggior spinta degli avversari, dimostra però di poter far male anche in ripartenza affidandosi a un Cesana che prima appoggia per Cavalli, il cui assist a rimorchio per Nicolò Palvarini non viene sfruttato dal numero 15, troppo lento nel concludere (17'), e poi guida un contropiede concluso da Catta con un destro a giro che non gira (20').
Segnali che Guaitamacchi coglie al volo mischiando completamente le carte biancorosse: fuori Migliorati, Grossi e Mazzucchi, dentro Conte, perno di una nuova difesa a tre, e Camara, in mezzo a un centrocampo a 4 con l'ultima new entry Arima larga a destra e pronta a dar man forte al tridente offensivo. Mosse, però, che non sortiscono l'effetto desiderato fino al 42', quando, dopo un destro di poco a lato di Cesana, è proprio Arima a ricevere nel cuore dell'area l'invito di Lorenzo Pezzi, ma lo spedisce sopra la traversa. Il numero 20, tuttavia, si riscatta al 44' regalando alla finale un ultimo incredibile punto di svolta. Castoldi prima allontana male un cross, poi commette fallo proprio su Arima: è calcio di rigore. È l'appuntamento perfetto per coronare la stagione di Lorenzo Pezzi, ma a Pozzuolo c'è un solo bomber. Dagli 11 metri, infatti, il numero 9 tira incredibilmente fuori e la Manara fa festa, perché sì, il gol di Catta è quello che vale la conquista della Coppa Lombardia, 15 anni dopo l'ultima volta.
MANARA-CASALPUSTERLENGO 1-0
RETE: 4' st Catta (M).
MANARA (4-3-1-2): Valsecchi, Melzi, Geddo, Castoldi, Cisternino, De Lisio, Cesana, Loew (6' Palvarini N.), Catta, Cavalli, Colombo M. (21' st Palvarini F.). A disp. Perillo, Manzoni, Negri, Kabori, Janoui, Bianchi, Gouba. All. Iotti.
CASALPUSTERLENGO (4-3-1-2): Catanzaro, Migliorati (27' st Arima), Ghidaoui, Grossi (27' st Conte), Mazzucchi (27' st Camara), Tomasoni, Daccomi, Pezzi F., Pezzi L., Manini, Cavallanti. A disp. Grazioli, Maroadi, Porati, Paraschiv, Vignola, Tima. All. Guaitamacchi.
ARBITRO: Copelli di Mantova.
ASSISTENTI: Maraboli di Monza e Filipponi di Monza.
AMMONITI: Colombo M. (M), Tomasoni (C), Cavallanti (C), Camara (C).
SUL GIORNALE DI LUNEDÌ UNA PAGINA INTERA DEDICATA ALLA FINALE CON LE PAGELLE DEI PROTAGONISTI
LE DICHIARAZIONI (a cura di Diego Russo)
Amareggiato ma orgoglioso della prestazione dei suoi ragazzi il tecnico del Casalpusterlengo Francesco Guaitamacchi: «Innanzitutto voglio fare i complimenti agli avversari. Sono una squadra fortissima, sapevamo che ci avrebbero messo in difficoltà e abbiamo provato a rendergli tutto difficile. Ci siamo riusciti a fasi alterne nel primo tempo, e dopo il loro vantaggio nel secondo tempo; non posso rimproverare nulla ai miei ragazzi. Spiace per quel gol subito ad inizio ripresa, ma d'altronde sapevamo che questa sfida si sarebbe decisa sugli episodi, e loro sono stati più bravi di noi a portarli dalla propria parte». Decisivo in fatti l'errore dal dischetto di Lorenzo Pezzi, conquistato da Antonio Arima, classe 2005 elettrico nel suo ingresso: «I ragazzi più giovani ci hanno dato una grossa mano, sia in questa partita, che nel resto del campionato quando eravamo a corto di uomini. Stanno crescendo bene e spero che rimangano qui da noi per continuare questo percorso insieme». Un Guaitamacchi quindi già proiettato al futuro: «Io qui a Casalpusterlengo mi trovo benissimo, è una società che ti permette di lavorare bene e in serenità. Ora è tempo di riprendersi un attimo dallo sforzo, poi parlerò con la dirigenza, ma io sono pronto a continuare insieme».