Promozione
30 Aprile 2024
PROMOZIONE BIASSONO • Alessandro Ruggiero, ormai ex tecnico dei rossoblù (Foto Pallazzi)
È novembre, arrivi da un avvio di stagione non semplice, che ti è costato un esonero, ma hai già l'occasione di rilanciarti. La missione, però, è di quelle da livello estremo: prendere una squadra sull'orlo di una rivoluzione totale, che da lì a poco avrebbe perso non solo la colonna portante, proprio tutto lo scheletro, con più di una dozzina di giocatori in uscita. No, non è la carriera di FIFA (o EA FC, visti i tempi che corrono), dove appena inizi vendi tutti gli esuberi per fare cassa e no, non ci sono osservatori da 5 stelle da reclutare, non ti arrivano resoconti della Primavera o schede di giocatori dal potenziale per diventare speciale. È la vita vera, sei tu e solo tu. È tanta fatica, tanto impegno, tanta passione e poco tempo, perché hai un solo girone per rimettere in piedi una squadra da capo e portarla alla salvezza. È la missione di Alessandro Ruggiero, arrivato a Biassono in una situazione non semplice e, nonostante tutto, capace di raggiungere l'obiettivo con una giornata d'anticipo, prima dell'inaspettata rottura col club brianzolo.
La parte più bella di ogni carriera, quella in cui comprare i propri idoli per vederli in azione nella squadra del cuore, che sia un Bellingham al Milan o, per gli amanti del realismo, una sessione più approfondita, fatta di ricerche di giocatori sconosciuti che sarebbero però perfetti per la propria narrazione mentale. Roba da matti, forse, ma probabilmente per accettare una sfida come quella rossoblù un po' di sana follia non può mancare. «Tra il 5 e il 22 dicembre avrò visto almeno 50 giocatori. Di questi ho fatto una scrematura, curando moltissimo l'aspetto umano. Abbiamo cercato di guardare in primis quello perché la situazione era complicatissima: per salvarci dovevamo fare gli stessi punti del Biassono precedente, che era una squadra forte. - spiega Ruggiero, che prende le redini di un club costruito per lottare per i playoff, ma che di punto in bianco si ritrova praticamente con solo giovani in rosa vista la partenza di tutti i big - La fortuna è stata trovare 7 giocatori, quelli rimasti, e 15 nuovi che si sono dimostrati dei ragazzi strepitosi. Non è una frase fatta, è un gruppo di lavoro che dal primo giorno si è unito, che ha capito le difficoltà e che ha lavorato tanto. Ci sono stati risultati positivi e alcuni meno, ma non è stato facile. Siamo partiti il 20 dicembre con la squadra fatta, poi sono arrivati Picone a febbraio, Giugno e Beye a marzo. Ogni due settimane dovevamo inserire una pedina e non era facile lavorare così, con giocatori che arrivano senza aver minutaggio nelle gambe. La cosa difficile è che mentre gli altri hanno fatto il ritiro ad agosto, dove provi gli schemi, fai la preparazione atletica e tutto il resto, noi prendevamo e andavamo dritti in campo. Non c'era tempo di provare, lo facevi con l'idea che nel weekend ti giocavi tre punti importanti».
Questo perché rifare una squadra da capo nel solo mercato invernale è ovviamente complicato, soprattutto con la situazione di incertezza che dall'esterno sembra regnare sul Biassono. Ed è lì allora che subentra proprio quell'aspetto umano accennato del tecnico, che riesce a mettere insieme un gruppo volenteroso di riscattarsi, tutti insieme, lottando l'uno per l'altro. «Io venivo da un esonero e tutti i ragazzi che ho preso arrivavano da un taglio, non giocavano o erano totalmente fermi da mesi. - spiega infatti Ruggiero, che raccontando le storie dei suoi giocatori prosegue - Madonia è stato fondamentale ed è arrivato da Cinisello con zero minuti, Ruscelli pochissimi ad Agrate (138 in 9 presenze), Scandolara è stato tagliato dalla DiPo in Prima Categoria ed è diventato un quinto strepitoso, Tetsu (Lioce) con me in Ausonia non giocava, però per me era un buon giocatore e da difensore ha fatto 3 gol, Cavallari invece non giocava da quasi 4 anni. Anche i giovani che sono rimasti lì, come Amadasi e Napolitano, non avevano un gran minutaggio, ma potrei parlare anche di altri come Personè, che con noi ha fatto una buona annata, Ercoli o Ceresi, che non giocavano praticamente mai. Per me è una grandissima impresa, e credo anche che siamo primi nella graduatoria del Premio Giovani».
Il nome da dare al salvataggio, in tutti i sensi, rossoblù. Sì perché in una condizione del genere, con una rosa rifatta da capo chiamando a raccolta delle - teoriche - seconde linee da aggiungere a una squadra di soli giovani e con un allenatore arrivato in corsa, è lecito aspettarsi che i 17 punti conquistati in 12 giornate dalla precedente gestione non siano un cuscino abbastanza soffice per dormire sogni tranquilli in ottica salvezza. Soprattutto dopo le prime due gare con in panchina Ruggiero, sconfitto 3-0 dal Menaggio penultimo e 4-0 dalla decisamente più forte Speranza Agrate. Risultati, però, arrivati nella fase di transizione dei brianzoli, come spiega il tecnico: «Giocavamo con la Juniores, per me il nostro campionato parte dal GrentArcadia, dove c'erano Tetsu, Scotti e Personè».
Dopo i due pesanti ko, infatti, contro i lecchesi i rossoblù vanno sotto e ribaltano la partita sul 2-1 con due rigori di Mascioni, ma a metà primo tempo incassano il pareggio. Sembra il classico punticino da scontro diretto, però a dieci minuti dalla fine proprio Lioce regala quei tre punti che diventeranno poi un marchio di fabbrica del rinominato Biassogno. «Abbiamo vinto 5 partite, 4 delle quali in rimonta e per 3-2, questo perché la squadra aveva un cuore pazzesco. - parola di Ruggiero, che sul momento più importante del campionato ha pochi dubbi - La vittoria fondamentale penso sia con il Costamasnaga, quando facciamo due gol negli ultimi 5 minuti, ma anche con il Colico all'82' perdiamo 2-0 e al 90' vinciamo 3-2. Abbiamo fatto una stagione veramente incredibile, senza direttore sportivo e preparatore atletico. È stata veramente un'impresa, ma la società purtroppo non ha capito cosa abbiamo fatto».
Il codice incubo di ogni videogiocatore, quello che ti esce quando la console ti segnala un errore nel caricamento dei dati e pensi di aver perso tutto il tuo salvataggio, arrivando a una fine che non ti aspetti, un po' come nel caso di Ruggiero: «La mia volontà era di restare con un progetto serio. Dopo la salvezza nessuno della società ha detto niente, e non dico a me, ma quantomeno alla squadra. Nessuno ci ha fatto i complimenti o si è presentato a salutare almeno all'ultima giornata. Passati lunedì, martedì, mercoledì e giovedì, ho chiesto un incontro per capire le intenzioni per l'anno prossimo, perché per me la conferma pensavo fosse scontata. Mi hanno detto che dovevano pensarci e valutare, allora ho dato le dimissioni così non hanno dovuto neanche pensarci. La perla poi è stata il giorno successivo, quando hanno chiamato i giocatori chiedendo nome e cognome e se fossero pro o contro il mister. I ragazzi sono caduti giù dal pero. Sono veramente molto arrabbiato, non è stato il modo di fare, sono mancati rispetto e riconoscenza.».
Una situazione alquanto unica nel suo genere, anche se l'allenatore specifica che: «Il direttore generale mi ha aiutato, è una persona per bene, però purtroppo sono dei neofiti nel calcio e fanno tanti errori, sono totalmente inesperti. È stata una situazione incredibile ed è un peccato perché eravamo già pronti per ripartite con un blocco di 15 giocatori, inserendo 6/7 pedine. L'idea di tutti era di salvarsi e rimanere insieme, ogni discorso pregara era improntato sul fatto che con la salvezza ottenuta avremmo continuato tutti assieme perché siamo un bel gruppo, e invece purtroppo così non è stato».
Se dunque il salvataggio è ormai irrimediabilmente compromesso, non lo sono i ricordi, quelli di una squadra capace di farsi forza nelle difficoltà e di portare a casa un risultato in cui probabilmente nessuno credeva, tranne chi quella sfida ha deciso di accettarla, forse sì, con quel pizzico di follia. «Ci credevo dal primo giorno. Ho sempre detto ai ragazzi di fidarsi, che ce l'avremmo fatta, e loro mi guardavano come se fossi un matto. - racconta Ruggiero, che quel magico gruppo non potrà più allenarlo, ma che ha ancora un'ultima esperienza da godersi con i suoi ragazzi - Dopo la salvezza abbiamo festeggiato tanto, abbiamo preparato anche delle magliette celebrative, ma ora abbiamo in mente di fare un weekend a Milano Marittima, ce l'eravamo promessi a gennaio. Siamo veramente un gruppo di amici, siamo dispiaciuti per questo finale. Per me salvarsi è stato come vincere il campionato. Io, lo staff e i giocatori non meritavamo un trattamento del genere».