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Under 19

Dalla tragedia alla grande gioia: la neopromossa festeggia la salvezza e ricorda il suo capitano

In estate il lutto: «È stato un colpo durissimo, ma siamo riusciti a incanalare quel dolore in qualcosa di grande»

Marchesi Valceresio

UNDER 19 VALCERESIO • Daniele Marchesi, tecnico che porta alla salvezza i biancoverdi

Una salvezza clamorosa ottenuta all'ultimo pallone possibile, al termine di una stagione iniziata nel peggiore dei modi. Quella della Valceresio è un'impresa di quelle che veramente lasciano a bocca aperta e ad aver portato la nave in porto dopo un viaggio burrascoso è Daniele Marchesi, tecnico che dopo aver conquistato salvezze in territori Provinciali sempre sulla panchina dell'Audax, alla prima esperienza nella nuova categoria riesce a fare ciò che a inizio anno veniva considerato dai più praticamente impossibile, e a conquistarsi la possibilità di giocare un altro anno in Fascia A, con il grande sogno di ripetere l'impresa.

NON CHIAMATELO MIRACOLO

Un'impresa, dunque, ciò che è stato fatto dall'Audax, ma come dice lo stesso Marchesi: «Tutti la definiscono una salvezza miracolosa, ma tante volte dicendo così la si associa alla fortuna. Io credo che ci sia stato tantissimo lavoro sia da parte della società, con la bravura di aver creato un gruppo con ragazzi che sanno lavorare in un certo modo, visto che non è facile trovarne che si mettano a disposizione così come hanno fatto loro, che dei ragazzi stessi, che nonostante fossero consapevoli di avere qualcosa in meno a livello tecnico, hanno lavorato in modo incredibile, perché hanno una grande etica del lavoro e hanno creato un gran bel gruppo, e probabilmente l'evento di luglio con la scomparsa di Christian li ha aiutati ad unirsi con l'idea di fare qualcosa di bello».

Una salvezza, quella dell'Audax, che a inizio anno sembrava impossibile, infatti: «Quando si è letto i nomi delle società del girone, vedi Morazzone, Gavirate, e tutte le altre che sono in Promozione ed Eccellenza si è pensato che c’entrassero poco con la nostra realtà, poi qualche aspettativa si è creata perché in praticamente tutte le partite nel girone di andata ce la siamo giocata alla pari fino all’ultimo e lì è cresciuta un po’ l’aspettativa tra tutti» dichiara Marchesi. Risultati positivi, dunque, nella prima metà di stagione, che però non trovano piena conferma nel girone di ritorno, un po' per le lunghe squalifiche incassate da Ricciardi e dallo stesso tecnico, un po' per gli infortuni, tra cui quello di Rigonì in mezzo al campo. «Ma la bravura della società è stata che nonostante le difficoltà, al martedì mi confermavano sempre tutte le settimane, con i ragazzi che si sono opposti nell’unico momento in cui c’era la parvenza di un cambio» aggiunge l'allenatore.

La festa della Valceresio con la foto di Christian

LA TRAGEDIA

Per ripercorrere a pieno la stagione dei varesotti, però, bisogna tornare molto indietro, prima che essa effettivamente iniziasse, e alla base c'è un legame forte, quello che intercorreva da prima tra Marchesi e alcuni dei suoi giocatori, quelli che aveva già allenato per quattro anni nelle stagioni scorse, i ragazzi classe 2004 del gruppo: Premoli, Rigoni, Caravà e Pallaro«Con loro avevo un rapporto speciale, è sempre rimasto un legame forte, siccome ci si incrociava spesso in campo visto che loro davano una mano con le squadre dei piccoli, ci si trovava al campo per bere una birra e ci si confidava, si esternavano problemi. Si era creato un vero legame di amicizia» commenta Marchesi. Poi la tragedia: in una notte di luglio proprio capitan Pallaro perde la vita in un terribile incidente stradale e questo, oltre a destabilizzare le vite di famiglia, amici e compagni di squadra, instaura delle incertezze anche nelle idee del tecnico: «Quando mi è stata proposta la Juniores a giugno, era stato proprio Christian a convincermi ad accettare, io volevo aspettare ancora qualche anno, e quando è successo l'incidente è stato un colpo durissimo, per un paio di settimane ho pensato a cosa fare. Poi, però, ho pensato anche a cosa avrebbe voluto lui e anche il padre Maurizio - dirigente accompagnatore storico della squadra - ci ha chiesto di cercare di fare il massimo» aggiunge l'allenatore.

Marchesi e Christian qualche stagione fa

Un lutto, quello del capitano, che non è stato sicuramente facile da mandare giù, ma Marchesi racconta: «Con la squadra abbiamo iniziato a parlarne e tutti hanno potuto dire cosa pensavano di questa perdita, e sono uscite tante cose da parte dei ragazzi, questo li ha aiutati a maturare come persone e ciò si riflette anche in campo. Ha influito negativamente, ovviamente, sulle nostre vite, ma siamo riusciti a incanalare quel dolore in qualcosa di grande per lui, per Maurizio e per Silvia, i suoi genitori». La società, poi, su idea del tecnico stesso, e con l'aiuto di uno dei dirigenti accompagnatori, Walter Caravà e del ds Roberto Marchesi, per ricordare Christian e tenerlo ben fissato nelle loro menti e nei loro cuori ha deciso di appendere un quadro con affissa una foto di Christian che gioca con la maglia della Valceresio all'interno dello spogliatoio della squadra nel centro di Arcisate - in cui giocano la Seconda Categoria, l'Under 19 e l'Under 18 - «Così che i ragazzi possano sentirlo con loro, è l'ultima cosa che vedono prima di entrare in campo» spiega il tecnico, che poi ricorda Christian: «Era una figura importante per la Valceresio, ed era proprio un ragazzo bravo, maturo, bravo a scuola e a calcio, educatissimo. Il ricordo che ha lasciato è quello di un ragazzo perfetto».

La squadra con la foto di Christian

LA GRANDE GIOIA E IL FUTURO

Salvezza arrivata all'ultimo pallone dell'ultima spiaggia quella della Valceresio, con la zuccata di Premoli al 94' che ribalta il risultato nel playout contro la Caronnese, una di quelle società che a inizio anno sembravano titani inscalfibili: «È stato bello così, i valori in campo erano differenti anche perché loro potevano pescare da una categoria diversa dalla nostra. Però nella partita credo che sia uscito di più quello che vuol dire essere squadra. Loro li ho visti un po' disuniti con la panchina, i nostri ragazzi invece sui gol i venivano ad abbracciarmi, secondo me la differenza la fa questo. Che nonostante il valore inferiore, con il lavoro e con il cuore, creando un gruppo, si possono fare anche grandi cose e si può fare la differenza» dichiara Marchesi, che a proposito dell'unità d'intenti della sua squadra decide di menzionare anche chi di spazio ne ha trovato meno: «Voglio sottolineare anche che chi ha giocato poco è stato importante, perché è stato il primo a sostenere e a supportare la squadra, come Masini che è entrato, ha fatto 10 minuti, aveva giocato poco in stagione ma ha fatto il suo in maniera perfetta».

Archiviata la grande gioia per la salvezza, tra la cena offerta alla squadra dal presidente Nicola Cantelmo e la sorpresa delle categorie più giovani, è il momento di pensare alla stagione prossima, con i biancoverdi che ripartiranno proprio da Marchesi in panchina: «Non sarà facile ripetersi l’anno prossimo perché le altre società hanno un altro blasone rispetto al nostro e le giovanili hanno filiere che fanno campionati importanti. Da noi è in atto una rivoluzione per innalzare il livello del settore giovanile, quindi siamo un po’ in ritardo nel creare una squadra di livello. Però nulla è impossibile e i ragazzi hanno dimostrato che con la cultura del lavoro si possono fare cose incredibili».

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