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Coppa Italia

È una finale da incubo: sbagliano un rigore e il sogno promozione va in frantumi

Alla Solbiatese non riesce il colpaccio: il Paternò vince la Coppa Italia per un solo gol

Solbiatese

COPPA ITALIA • La delusione di un giocatore della Solbiatese dopo la sconfitta in finale

Da tutto a niente in 90 minuti: è la cruda realtà dello sport più bello del mondo, ma che a volte sa essere dannatamente doloroso. Sì perché poteva essere il giorno più bello degli ultimi 13 anni, e invece passerà alla storia come uno dei più laceranti. Una ferita che andrà rimarginata col tempo, perché quella Firenze così artistica e romantica diventa la rappresentazione della fine di un sogno d'amore: la Solbiatese perde la finale di Coppa Italia Eccellenza e vede svanire la Serie D, subito riconquistata da un Paternò che vince 1-0 grazie al gol di Asero in apertura di primo tempo. Niente Coppa, niente playoff, a causa del sesto posto in campionato, e nessun'altra strada per tornare là dove la vecchia Solbiatese Arno Calcio arrivò nel 2010/2011, prima di fare i conti con una doppia retrocessione fino alla Promozione nell'anno del Centenario. L'ultimo passo prima della fusione con la Sommese nel 2012, della rifondazione nel 2019 e della risalita dalla Prima Categoria fino a un passo dalla D, al termine di una stagione che si chiude in maniera amarissima contro un avversario arrivato secondo nel suo girone e reduce da tre anni nella massima categoria dilettantistica.

SOLBIA ASERO, PATERNÒ A MILLE

Da Almenno San Salvatore a Firenze, teoricamente 348 chilometri, ma in realtà molti di più, per la precisione 1229. Da Solbiate Arno a Firenze, teoricamente per una partita, ma in realtà per molte di più, per l'esattezza 13. Un viaggio lunghissimo, iniziato contro il Lemine Almenno e che si conclude con il Paternò, intervallato da quella tappa di Seregno che non si potrà mai dimenticare, ovvero l'assurda vittoria ai rigori nella finale di Coppa Lombardia col Ciliverghe. Un'avventura iniziata il 27 agosto 2023 e che finisce 259 giorni dopo, il 12 maggio 2024, la data in cui la Solbiatese sfida a Firenze la formazione catanese dopo aver eliminato Lemine, Soncinese, Forza e Costanza, Sestese, Ardor Lazzate, Ciliverghe, Imperia, Saluzzo, Brian Lignano e Atletico BMG.

Un appuntamento con la storia, perché in palio c'è l'accesso diretto a una Serie D che manca dalla stagione 2010/2011, da affrontare con il carico di quei 1229 percorsi in giro per l'Italia, di quelle 13 partite affrontate, di tutte quelle emozioni vissute negli ultimi novi mesi, anche se dall'altra parte c'è un Paternò arrivato secondo nel suo campionato e carico per riconquistare quel posto perso l'anno scorso solo ai playout. Un avversario dunque di caratura importante - così come un parterre in tribuna che vede la presenza sia del Presidente della LND Giancarlo Abete che del Presidente del Senato Ignazio La Russa, originario proprio di Paternò - e che fa capire di essere il favorito sin da subito. Tempo due minuti e serve un riflesso di Seitaj per mettere in angolo il tiro di Micoli su assist di Panarello, passato in mezzo alle gambe Sorrentino e Novello.

Che l'impatto con il match sia di marca catanese, però, è evidente con il passare dei primi 15 minuti di gioco, dove la Solbiatese registra giusto due tiri di Scapinello - entrambi da fuori area ed entrambi a lato sul primo palo -, mentre i rossoblù prima si vedono annullare per fuorigioco la rete di Belluso su cross di un Panarello già migliore in campo (10') e poi la trovano con la stessa combinazione: palla in mezzo da destra del numero 2 e spaccata sul secondo palo di Asero, che incrocia il meritato vantaggio siciliano (16').

Una rete che testimonia l'avvio complicato della catena di sinistra, la stessa, però, dove gli uomini di Rota riescono a costruire qualcosa grazie a Manfrè che si allarga e Scapinello che si accentra al posto della mezzala, scendendo anche per prendere palla e costruire l'azione. È il leitmotiv del 4-3-3 di Rota, che davanti a Seitaj si affida alla linea Lorenzo Lonardi-Sorrentino-Novello-Riceputi, a centrocampo si affida a Mira in regia, con Marin e Manfrè poco più avanti, e in attacco al tridente formato da Scapinello, Torraca e Mondoni. A parte le iniziative del numero 10, però, i varesotti faticano a centrocampo, dove invece il Paternò trova sempre il modo di girare la sfera sul lato destro, di proprietà di un Panarello che mette dentro un altro paio di cross insidiosi. Prima dell'intervallo, tuttavia, il vero squillo siciliano è un destro dai 30 metri di Belluso diretto sotto la traversa e deviato in corner da un bel tuffo di Seitaj (28'). Lato Solbiatese, invece, la manovra di per sé farraginosa dei biancoblù non viene di certo agevolata dalle continue perdite di tempo degli avversari, che non permettono ai varesotti di trovare il giusto ritmo, concludendo così il primo tempo con un mancino di Manfrè da dentro l'area di rigore completamente a lato e uno di Mira dalla distanza che termina alto. Ergo, nessun tiro nello specchio in 47 minuti.

ERRORE SCAPINELLO, ROMANO METTE LE MANI SULLA SERIE D

Dopo un primo tempo in appannaggio, Rota prova subito a cambiare qualcosa nella Solbiatese risolvendo il ballottaggio di inizio partita, ovvero fuori Riceputi e dentro Daniele Lonardi. La principale vena di fantasia, però, è sempre Scapinello, che al 9' ruba palla a Greco e serve in profondità Torraca, il cui scarico verso Mondoni mette in condizione il numero 22 di sgusciare in mezzo a tre prima di provare un mancino smorzato in corner dalla difesa siciliana. È un segnale, ma per riprendere la partita serve qualcosa di più, magari il più classico dei episodi, magari un rigore. Detto, fatto, perché al 15' il cross di Torraca viene allontanato nella zona di Mondoni, che calciando si vede respingere il primo tiro nello specchio dei biancoblù dalla mano di un avversario. Dal dischetto, però, ecco quella che suona come una sentenza: mancino a incrociare di Scapinello e parata di Romano, che difende l'1-0 del Paternò.

L'altro modo di vivere la più grande occasione sprecata è quello di sfruttare l'errore per trovare nuove energie a caccia della rimonta, proprio quello che fa la squadra di Rota. Al 23', infatti, prima Torraca su una bellissima imbucata di Lorenzo Lonardi aggancia alla grande il pallone e costringe Romano alla parata di piede, poi sempre il numero 9, servito dall'appena entrato Colombo, appoggia sulla lunetta per Scapinello, il cui mancino è tuttavia centrale. Una soluzione frutto del passaggio al 4-4-2, con Scapinello che prende posto al fianco di Torraca, prima di riabbassarsi sulla trequarti con l'ingresso in campo di un'altra punta come Locati. A conti fatti, però, i varesotti riescono solo a creare un tiro-cross dalla destra, prima del forcing finale in cui un destro di Torraca viene murato e Locati in girata conclude a lato della porta del Paternò, che in ripartenza non sfrutta un paio di situazioni per chiudere definitivamente i giochi, ma che al triplice fischio festeggia la vittoria della Coppa Italia Eccellenza e il ritorno in Serie D.

IL TABELLINO

SOLBIATESE-PATERNÒ 0-1
RETE: 15' Asero (P).
SOLBIATESE (4-3-3): Seitaj, Lonardi L., Riceputi (1' st Lonardi D.), Sorrentino, Novello, Mira (24' st Giamberini), Marin, Manfrè, Torraca (30' st Locati), Scapinello, Mondoni (17' st Colombo). A disp. Russo, Tourè, Minuzzi, Iervolino, Alabiso. All. Rota.
PATERNÒ (3-5-2): Romano, Panarello, Godino, Valenca, Mollica (39' st Sangarè), Intzidis, Maimone (9' st Viglianisi), Greco (35' st Virgillito), Micoli, Belluso (17' st Grasso), Asero (43' st Messina). A disp. Truppo, Napoli, Fratantonio, Giannaula. All. Raciti.
ARBITRO: Ambrosino di Torre del Greco.
ASSISTENTI: La Regina di Battipaglia e Bertaina di Bra.
AMMONITI: Marin (S), Greco (P).

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