Eccellenza
22 Maggio 2024
ECCELLENZA ARDOR LAZZATE - Andrea Benedetti quando vestiva la maglia dell'Inter
Treni in corsa che vanno presi, un po' alla Fantozzi. Occasioni che passano una volta sola. Momenti in cui rifarsi su un destino che già una volta ti aveva messo spalle al muro: molli o ci provi? No, non molli, il sogno che avevi fin da bambino e che tante soddisfazioni ti aveva regalato non si sarebbe interrotto per un "piccolo" intoppo, per un incidente di percorso. E allora rimboccarsi le maniche, ripartire da zero (o quasi) e lavorare più degli altri per recuperare il tempo perduto, sperando che quello che era un sogno, non rimanga solo tale. E se ad aiutarti arrivano anche in tuo soccorso quei famosi treni che passano una volta sola, non puoi far altro che ringraziare e salirci.
Perché la storia di Andrea Benedetti, centrocampista dell'Ardor Lazzate, è un po' così, si capisce fin da subito che ha quel qualcosa in più, quel qualcosa che ti fa essere speciale. E infatti i primi passi parlano per lui: «Ho iniziato nelle giovanili del Milan poi Renate e Como; ho fatto dall'U15 fino alla Primavera all'Inter, mi sono rotto il crociato e sono stato girato al Como in prestito, poi Legnano e Sant'Angelo in Serie D e ora in Eccellenza con l'Ardor Lazzate». Prima si è detto centrocampista, ruolo generico, che vuol dire tutto e non vuol dire niente: «Ho fatto un po' di tutto negli anni: terzino, mezz’ala, trequartista o esterno, sia di centrocampo che d'attacco, mi trovo meglio come esterno d’attacco perché ho più libertà nelle giocate ma anche negli altri ruoli riesco ad adattarmi».
Un ragazzo, Andrea, che ha provato anche la differenza tra Primavera e Serie D, nel più ampio dibattito su dove sia più utile far crescere i giocatori: «La primavera ha un livello tecnico superiore mentre la Serie D è più fisica e ti fa capire quanto conta il risultato rispetto al gioco, ti fa crescere molto di più come uomo perché ti confronti in campo e in spogliatoio con gente più grande di te che magari ha una famiglia e deve guadagnarsi i risultati sul campo». Dopo le esperienze in giro per la Lombardia nei settori giovanili delle migliori squadre d'Italia, arriva quello che nella vita di un calciatore può rappresentare la fine di tutto, un punto a tutti i sogni coltivati con il sacrificio nel corso degli anni; stagione 2020/2021, rottura del crociato quando ormai la prima squadra dell'Inter sembrava sempre meno un miraggio e sogni di gloria riposti in un cassetto. Riposti, non appesi ad un chiodo.
Sì, perché dopo l'infortunio viene girato in prestito al Como dove, in Primavera 2, riassapora il campo: il sogno può continuare. Dopo l'esperienza sul lago è tempo di diventare grandi e allora ecco le prime squadre: prima al Legnano, in Serie D, e poi all'Ardor Lazzate, in Eccellenza, dove è risalito finalmente in cattedra: 34 partite e 10 gol tra campionato e Coppa. In campionato i suoi si sono dovuti arrendere solamente al Magenta nel secondo turno dei playoff, mentre in Coppa a spegnere le speranze gialloblù ci hanno pensato i futuri campioni della Solbiatese, nonostante una semifinale di ritorno da brividi. «È la prima stagione dopo l’ infortunio dove ho trovato un po' di continuità grazie ai compagni e alla fiducia del mister; sono contento sia a livello personale di aver fatto 10 gol più qualche assist e tante presenze, ma soprattutto contento per la squadra e la società che si meritano questi risultati».
Aiutati che il ciel ti aiuta. Tradotto: rimboccati le maniche, che il destino farà la sua parte. E dopo l'aver ritrovato continuità con il club, anche il destino, quello che quattro anni fa gli era stato avverso, ha provato a saldare i conti: «Stavo guardando una sera Tik Tok prima di andare a dormire e mi è uscita una clip di Blur che diceva appunto della possibilità di candidarsi via mail per la squadre italiana della Kings League. Ho mandato una mail con scritto dove giocassi e le mie squadre passate, ci han detto che su 12/13.000 mail ne hanno selezionate poche centinaia e ci hanno fatto andare al campo della Franco Scarioni per fare qualche partita 7 contro 7; a giudicarci c'erano ex allenatori e influencers che sono nel mondo del calcio come IlPippega e Sergio Cruz. Finite le partite ci hanno detto che avrebbero mandato una mail con chi avrebbero selezionato». Aspettate, un po' di contesto: il 25 maggio, in Messico, prenderà il via la Kings World Cup, un torneo creato da Gerard Piquè e che racchiude alcune delle nazioni più importanti al mondo, più alcune squadre della Kings League, progetto precedente sempre ad opera dell'ex campione del mondo spagnolo.
La foto di presentazione di Andrea Benedetti per la squadra degli Stallions alla Kings League (clicca per vedere le statistiche aggiornate della sua avventura in Messico)
L'Italia sarà rappresentata dagli Stallions, con presidente Blur (all'anagrafe Gianmarco Tocco), allenati da Luca Diddi (ex tecnico del Carpi U17 e U19) e capitanati da Francesco Totti, forse lui non ha bisogno di presentazioni. Nella spedizione tricolore ci sono anche altri due ex calciatori: l'ex Cagliari, Roma e Inter (tra le altre) Radja Nainggolan e uno dei portieri con più presenze nella storia della Serie A, Emiliano Viviano. Al cospetto di questi giocatori puoi solo essere estasiato di giocarci insieme e anche Andrea non fa eccezioni: «Non vedo l'ora di partire e giocare davanti a tutte quelle persone e soprattutto con campioni come Totti, Nainggolan e Viviano e affrontare campioni che hanno fatto la storia del calcio».
Sì, perché se già i nomi della spedizione italiana fanno paura, anche quelli delle altre nazionali non sono da meno: Eden Hazard, Nicolas Gaitan, Darijo Srna, Andriy Pyatov, il campione di calcio a 5 Falcão e tanti altri. Nella squadra messa a punto dall'Italia ci sono molte conoscenze del calcio lombardo: «Hanno selezionato tutta gente che milita in Serie D più o meno; non conoscevo nessuno ma ho avuto modo di conoscerli un po' negli allenamenti fatti insieme e sono tutti bravi giocatori ma soprattutto bravi ragazzi». Tra i lombardi pensiamo a Stefano Sberna (Verbano), Mattia Spera (ex Arconatese e Fanfulla), Leon Baldi (Arconatese), Giovanni Valtulini (Offanenghese) e Andrea Tarasco (ex Virtus Ciserano Bergamo) arrivato addirittura a giocare in Spagna.
Prima della partenza un'ultima occhiata agli avversari e al numero che Andrea porterà sulla schiena: «Sicuramente le squadre americane e quelle spagnole sono più preparate giocando a questo tipo di calcio già da qualche anno, però noi di sicuro daremo filo da torcere anche ai migliori cercando di arrivare il più lontano possibile; che sia uscire subito o vincere il mondiale daremo il massimo. Ho scelto il 92 per El Shaarawy; sono milanista da quando ero piccolino e a quei tempi lui, oltre a Kakà, era il mio giocatore preferito». Il torneo sta per iniziare e l'Italia può contare su un Faraone in più; che sia l'arma giusta per far tremare gli avversari?