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Donato Altieri a muso duro con Cesare Ferrero: «Ci vuole coraggio a parlare di un nuovo Bacigalupo»

All'ex fondatore della società di via Bossoli non sono andati giù alcuni toni trionfalistici che hanno accompagnato l'ingresso del neo presidente

Cesare Ferrero e Donato Altieri

Cesare Ferrero e Donato Altieri, il nuovo Bacigalupo non è ancora partito ma già accende le polemiche

Dire che non ha gradito la notizia è un eufemismo, è arrivato in redazione carico come una molla, determinato a spiegare, a chi ha poca memoria, come realmente sono andate le cose nel corso degli anni con il Bacigalupo. Breve premessa. In corso Spezia a Torino c'è stata una società che ha contribuito a fare la storia del calcio subalpino, il Valerio Bacigalupo appunto che prese il nome del portiere del Grande Torino che il 4 maggio 1949 morì a Superga. L'aereo, che trasportava i giocatori del Torino dopo una partita a Lisbona, si schiantò contro la collina causando la morte di tutti i membri della squadra. Una tragedia che ha segnato profondamente il calcio italiano, in quanto il Grande Torino era considerato una delle squadre più forti e vincenti dell'epoca. Ancora oggi il ricordo di quei giocatori e dell'evento di Superga è molto vivo tra i tifosi e gli appassionati di calcio, e subito dopo iniziarono a nascere società, in particolare a Torino, che presero il nome di alcuni di quei grandi calciatori. Uno di questi il Valerio Bacigalupo.

«Cesare Ferrero, è bene ricordarlo - attacca Donato Altieri - è stato l'ultimo presidente dello storico Baci, è stato lui alla fine degli anni novanta a promuovere la fusione con il KL e poi a cambiargli la denominazione in Filadelfia eccetera eccetera. Se il Bacigalupo di corso Spezia non esiste più si sappia che lui è stato l'ultimo presidente». E prosegue: «Io non so quali meriti o demeriti abbia avuto nel far scomparire la società, so che è stato l'ultimo presidente».

La scomparsa del Bacigalupo però a Torino aveva lasciato una grande amarezza e c'era chi non si rassegnava al fatto che quel nome sparisse dal panorama calcistico subalpino. Proprio per quel legame infinito che la città, e i vecchi dirigenti, hanno sempre avuto per quei campionati mai dimenticati. «Nel 2008 ci siamo ritrovati io, Pino Maggio, Pier Luciano e Tullio Aimar - racconta Altieri - e abbiamo deciso di costituire una nuova società che si sarebbe chiamata Valerio Bacigalupo. Tullio Aimar divenne presidente, prese il via un nuovo club e i colori nerazzurri tornarono a sventolare».

Riuscire a tenere in piedi una società non è però impresa semplice, passato il primo momento di grande entusiasmo alla fine il gruppo che via via si credeva si sarebbe ricomposto intorno alla nuova società alla fine non si forma. «Abbiamo fatto un lavoro egregio - spiega Altieri – ma eravamo sostanzialmente soli e così quando conoscemmo Alampina Scordo, un dirigente che incarnava i valori del Baci, decisi di fare un passo indietro». Giuseppe Scordo porta avanti il Bacigalupo fino al 2019, poi passa la mano a Marco Palmiere. Il resto è storia recente. Palmiere, trascinato dall'amico Claudio Bello, finisce a Chieri e il suo amore per il Bacigalupo va via via scemando e allora ecco che entra in gioco, o meglio, rientra in gioco, Cesare Ferrero.

Ferrero parte fortissimo, almeno per quanto riguarda i proclami, e il 9 maggio diffonde un comunicato: «Dalla prossima stagione il nuovo presidente sarà Cesare Ferrero, la mission riportare il Bacigalupo ai fasti di un tempo». Apriti cielo, Altieri parte in quarta: «I fasti? Quali fasti? Il Bacigalupo esiste perché io, Pino, Pier e Tullio lo abbiamo fatto ripartire, non lui. Lui ha un solo primato, quello di essere stato il presidente che lo ha fatto sparire e adesso viene a dire che vuole riportare il Baci ai fasti? Per carità, anche no».

Il Bacigalupo, con la sua storia e i suoi colori continua ad essere una società che scalda i cuori. 

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