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Under 19

Una rivincita surreale per diventare leggenda: l'Alcione è campione d'Italia!

È la finale perfetta: i milanesi battono la Cavese e vincono il primo Scudetto di sempre

Lione Pacifico

UNDER 19 NAZIONALE ALCIONE • Mattia Lione e Alessandro Pacifico, i marcatori

Probabilmente era scritto tra le mille raffigurazioni del Vasari nella Cupola del Brunelleschi, o nascosto da qualche parte nella Galleria degli Uffizi, o magari in uno dei negozi del Ponte Vecchio. Forse, era solo celato nelle infinite trame del destino, quelle che avevano dipinto un capolavoro rimasto nell'oscurità per 361 giorni, ma che adesso è da aggiungere tra le opere d'arte della storia. Esatto, perché a pochi chilometri dalla culla del Rinascimento si compie la rinascita di chi, appena un anno fa, cadeva in ginocchio nella maniera più dolorosa immaginabile, vedendo sbiadire il sogno più grande di tutti ai rigori, dopo aver subito il gol del pareggio al 97'. È la storia di chi ha portato un fardello pesantissimo sulle spalle per tutta la stagione, in attesa di poter finalmente chiudere quel cerchio con una pennellata alla Giotto, prendendosi la propria rivincita e dipingendo finalmente d'arancione tutta la penisola. Un quadro bellissimo, che un anno più tardi viene messo su tela: l'Alcione batte 2-0 (gol di Pacifico e Lione) la Cavese in finale Scudetto ed è campione d'Italia.

PENNELLATA PACIFICO

Sesto Fiorentino, finale Scudetto, Alcione da una parte, squadra campana dall'altra. Sì, sembra un déjà vu, ma è la realtà, anche se è un po' diversa dall'ultima volta. Non è più il 28 giugno 2023, non è più orange contro la favola Portici, è semplicemente una partita destinata a entrare nella storia, ancora prima di iniziare. Sì, perché a sfidarsi non sono solo due squadre capaci di dominare il proprio campionato, ma due società fresche di promozione in Serie C, chi, l'Alcione, per la prima volta nella propria esistenza, chi, la Cavese, a distanza di un paio d'anni dall'ultima.

Due sfidanti reduci da una stagione quasi immacolata, con i milanesi capaci di tornare in finale perdendo 2 sole partite e pareggiandone appena 3 in tutto l'anno (fasi finali comprese), chiudendo il proprio girone con 64 gol fatti e 17 subiti in 24 partite, a +16 sulla seconda. Numeri da fantascienza, ma sulla strada verso il Tricolore c'è un mostro della natura in grado di fare addirittura meglio: 19 vittorie su 20 giornate di campionato, 93 gol fatti e 15 subiti, 2 pareggi e una sola sconfitta in stagione, quella nella semifinale d'andata con il Cynthialonga, prima di demolirlo 4-0 fuori casa per arrivare alla finalissima in terra toscana. Dati incredibili, resi ancora più unici dall'età media della rosa dei campani, che si presentano a Sesto Fiorentino con due classe 2007 titolari e nessun 2005 convocato, a differenza di un Alcione che fa proprio degli '05 la sua ossatura, con il solo Mocchi subito in campo a rappresentare gli altri 2006 presenti in panchina.

Uno sfidante d'altra caratura rispetto a quel Portici, e lo si capisce dopo neanche un minuto, quando Rebaudo a centrocampo non vede l'avversario alle spalle, Barone e Rusciano combinano in area e Cinque calcia forte sul primo palo, dove Gueye è attento e ingloba. Il primo squillo di una partenza in salita per gli orange, con il numero 1 milanese che deve prima bloccare un cross di Lupoli da destra (5') e poi anticipare in uscita Rusciano sul liscio di Lombardo (7'), che rimedia poco dopo murando proprio il bomber campano in area (8').

Superata la mareggiata iniziale, anche i ragazzi di Campisi iniziano a navigare verso l'area di rigore avversaria guidati da Vecchi e Gorla. Prima il numero 10 imbuca per il 9, però Di Somma esce coi tempi giusti (13'), poi Gorla mette in mezzo un pallone che Lauriola preferisce non schiacciare di testa ma appoggiare per Vecchi, il cui mancino al volo è tuttavia alto (14'). Segnali di un Alcione che quando prova ad affondare il colpo sa come fare male a una Cavese bellissima dal punto di vista del gioco, impostato sempre dal basso affidandosi a Silvestre, che si abbassa fin dentro l'area di rigore, e al precisissimo Di Somma, ma sul lungo periodo molto meno pericolosa rispetto a inizio gara. I campani costruiscono infatti solo un paio di tentativi dalla distanza (Senatore e Barone calciano altissimo) e un contropiede che Lupoli conclude con un mancino dal limite comodamente bloccato da Gueye (29').

Gli orange, invece, hanno un tridente che crea sempre qualcosa quando si attiva, come al 24', quando Vecchi da sinistra mette in mezzo un pallone rimpallato nella zona di Pacifico, che però non impatta bene la sfera. Poco male, cinque minuti più tardi arriva l'occasione per rimediare, quella che stappa la finale: Ciceri ruba palla a centrocampo, Vecchi si accende per l'ennesima volta a sinistra e disegna un cross perfetto sempre per Pacifico, lui che è rimasto in dubbio fino all'ultimo, e che di mancino batte Di Somma nell'angolino opposto (30'). È un 1-0 che giustifica la maggior pressione offensiva dell'Alcione, vicino al raddoppio in due occasioni, create ancora dal numero 10. Sempre Vecchi, infatti, prima salta un uomo a sinistra e mette una sfera a rimorchio che Gorla stoppa perdendo l'attimo per calciare (34'), poi su calcio di punizione non va lontano dall'incrocio dei pali (41').

Nel mezzo serve una lettura di Lombardo su un cross dalla destra (39'), unico squillo della Cavese dopo essere andato in svantaggio in un primo tempo chiuso dalla giocata di Ciceri, che ruba palla a un avversario sulla sinistra e si fa ingolosire al limite dell'area di rigore, tentando un destro sul primo palo che Di Somma blocca in tuffo (43'). Il 2-0, dunque, non arriva, ma l'Alcione va a riposo con un meritato vantaggio.

CORNICE LIONE: L'ALCIONE È CAMPIONE

Qualcuno lo chiama «control-c, control-v», altri il più comprensibile «copia e incolla», la sostanza è che l'avvio di secondo tempo è praticamente uguale a quello del primo. Chiamato Di Somma a una parata in tuffo su Lombardo da corner (2'), è infatti la Cavese a partire meglio, ma il mancino di Barone dopo la combo Lupoli-Silvestre finisce tra le braccia di Gueye (5'), quello del subentrato Cesarano finisce a lato (7') e Rusciano di testa su cross di Senatore impatta come può (9'). Superata ancora una volta la prima fase di ruggine, l'Alcione risponde con un'altra arma del proprio vasto arsenale: i calci piazzati. Al 10', infatti, Vecchi pesca ancora Lombardo in area, ma questa volta a fermare il difensore centrale è solo la traversa.

Il brivido più grosso di un momento in cui i milanesi devono prendere le misure su un Cesarano entrato benissimo in campo e capace di dare il via a un'altra chance biancoblù, bloccata prima dall'intelligente lettura di Lauriola e poi dalla facile presa di Gueye su Dobrevski, ma anche l'ultima prima che a salire in cattedra sia il vero maestro del centrocampo: Rebaudo. Proprio il numero 4, protagonista già di alcune giocate fatte sembrare semplici, spacca a metà il campo al 20' e innesca Gorla a sinistra, il cui cross è perfetto per Pacifico, che schiaccia di testa, ma nella figura di un Di Somma miracoloso con un riflesso a una mano sulla riga di porta.

Sembra la classica occasione sprecata, quella che potrebbe far riapparire i fantasmi di Portici, ma questa volta la storia è diversa. Sì perché un istante dopo Lauriola strappa il pallone a Lupoli, si fa tutta la fascia sinistra e lascia il pallone in consegna a Lione, l'uomo dei gol dalla panchina, che sette minuti dopo il suo ingresso in campo di mancino fa 2-0 da dentro l'area di rigore (21'). È il raddoppio della sicurezza, quello che costringe la Cavese a schierarsi con la trazione offensiva, mentre Campisi saggiamenti butta nella mischia una certezza del calibro di Caremoli, insieme ad altre forze fresche per contenere il risultato, e magari ampliarlo. Anche nel finale, infatti, sono gli orange a essere più pericolosi. Nell'ordine, ci provano Lione di mancino al volo (parato, 33'), Laurora servito addirittura da Scrivanti (esce bene Di Somma, 34') e Pacifico, prima di piede e poi di testa su lancio di Lauriola, ma il numero 1 biancoblù risponde sempre presente (39').

Sono gli ultimi squilli di una partita che scivola con la Cavese alla disperata caccia del gol della speranza, quello, però, che non arriva mai. Sì perché questa volta la storia è diversa. Niente più psicodramma, niente più rimonta subita, niente più rigori, al triplice fischio dell'arbitro la leggenda diventa realtà: l'Alcione è campione d'Italia per la prima volta nella sua storia. Uno Scudetto tinto di orange, che torna in Lombardia 7 anni dopo il successo della Virtus Ciserano Bergamo.

IL TABELLINO

ALCIONE-CAVESE 2-0
RETI: 30' Pacifico (A), 20' st Lione (A).
ALCIONE (4-3-3): Gueye, Lauriola, Ciceri (21' st Caremoli), Rebaudo, Scrivanti, Lombardo, Mocchi (13' st Lione), Cozzi (21' st Brenicci), Gorla (32' st Laurora), Vecchi (36' st Gallazzi), Pacifico. A disp. Russetti, Braiotta, Liguori, Gialloreto. All. Campisi.
CAVESE (4-4-2): Di Somma, Senatore, Fontanella (43' st Cammisa), Penza (26' st Durantino), Di Domenico, Salvati (26' st Auletta), Cinque (11' st Dobrevski), Silvestre (5' st Cesarano), Rusciano, Barone, Lupoli. A disp. Esposito P., Esposito F., Grimaldi, Capone. All. Iannini.
ARBITRO: Ammannati di Firenze.
ASSISTENTI: Scorrano di Lecce e Bertelli di Firenze.
AMMONITI: Rebaudo (A), Mocchi (A), Lione (A), Fontanella (C), Penza (C), Rusciano (C).
ESPULSO: 50' st Di Domenico (C).

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